Il concetto di equilibrio in campo è stato spesso messo al centro del dibattito da entrambi gli allenatori che si sono avvicendati in panchina nel corso della stagione e ora che si è arrivati al rettilineo finale bisogna riconoscere a Domenico Di Carlo di aver saputo individuare gli ingredienti e il procedimento giusti per ottenerlo. Gli attaccanti inseriti in organico hanno dato una grossa mano, ma se c’era qualcosa che mancava alla SPAL di Colucci era la capacità di bilanciare bene le fasi di gioco e questo ha portato a risultati decisamente preoccupanti.
Grazie al maggiore equilibrio nel corso del Di Carlo-bis la SPAL è riuscita a rinfrescare qualche piccolo ma significativo record. Ha fatto ben due serie da due vittorie consecutive (e ha margine addirittura per un tris che manca dal 2020); ha finalmente riportato il conto delle vittorie in casa (attualmente 6) sopra quota 4 dopo due stagioni desolanti e ha fatto registrare una striscia di tre partite consecutive senza subire gol (SPAL- Carrarese 0-0; Ancona- SPAL 0-0; SPAL-Gubbio 3-0) che non si vedeva da marzo 2021). Se non fosse stato per la rete presa molto ingenuamente a Chiavari (con palla proveniente da rimessa laterale) si sarebbe potuto addirittura raggiungere un poker di partite a porta sbarrata, divenuto un’autentica rarità dal 2019 in poi.
Non solo: per dire della mediocrità (a essere generosi) alla quale si è assistito nell’ultimo quinquennio per trovare un’altra vittoria con tre o più gol di scarto come quella del 7 aprile col Gubbio bisognava tornare indietro addirittura di 533 giorni. SPAL- Cosenza 5-0 del 22 ottobre 2022, prima vittoria in panchina di mister Daniele De Rossi.
I meriti di questi segnali di crescita vanno attribuiti a mister Di Carlo e alla squadra che ha saputo recepire bene il messaggio del tecnico e ha dimostrato di fare quadrato nelle avversità. Alcuni dei rinforzi di gennaio hanno fatto il resto: Galeotti ha avuto un solo vero passaggio a vuoto (con la Torres), Ghiringhelli ha portato energia e disciplina sulla fascia destra, Nador ha approfittato bene dell’assenza di Carraro per dare sostanza in mezzo al campo, Petrovic e Zilli – quando la salute li ha assistiti – hanno dato una bella mano ad Antenucci nell’esprimere al meglio le sue indiscutibili qualità tecniche e tattiche.
Giunti a 180 minuti dal termine – con i problemi d’infermeria che non danno pace – non resta molto altro da fare se non provare a consolidare questa tendenza per chiudere una brutta stagione almeno con una sensazione di soddisfazione e si speranza. Potrebbe essere il primo mattoncino per rimettere la SPAL su un percorso più consono alla passione che la circonda.