Nella settimana che ha certificato la permanenza della SPAL in serie C gli animi si sono generalmente rilassati e lo dimostra anche la lunghissima intervista concessa da Nahuel Valentini nel corso di Lunedì Sport, il programma di approfondimento sportivo di Telestense condotto da Alessandro Sovrani. Il difensore argentino ha fatto un bilancio generale della stagione, senza evitare le parti più critiche, esprimendo anche il desiderio di proseguire la sua esperienza a Ferrara.
Di seguito i passaggi principali delle sue considerazioni in diretta.
“Quella di domenica scorsa è stata un’emozione bellissima soprattutto per il pubblico che ci ha accompagnati, si è visto che saremmo riusciti a fare gol con la loro spinta. Abbiamo fatto un primo tempo un po’ sofferto in qualche situazione e senza creare tantissimo. Nel secondo siamo cresciuti, abbiamo segnato e il raddoppio è stato bello soprattutto per lo spettacolo che c’era sugli spalti“.
“Quando una squadra si deve salvare deve fare partite intelligenti. Nel corso del tempo ci siamo riusciti. Poi quando giochiamo concentrati e ordinati esce il valore della squadra che è alto a livello tecnico. C’è stato un lavoro dietro e siamo contenti di quello che abbiamo raggiunto. Ma è anche vero che la SPAL deve ambire a qualcosa di più. Quest’anno sono successe diverse cose, però ci teniamo stretto questo traguardo e guardiamo avanti“.
“Sicuramente non pensavamo di trovarci nella situazione che poi si è presentata. Non eravamo la squadra che poteva vincere il campionato, ma nemmeno quella che avrebbe dovuto lottare fino all’ultimo per salvarsi. Purtroppo quando ci si trova in annate così particolari, con tanti cambiamenti, non si riesce a trovare la quadra e si rischiano delle figuracce. Era successo alla Triestina l’anno scorso che aveva una rosa di grande valore ma poi si è salvata all’ultima giornata. Può succedere e non dipende soltanto da una sola componente“.
“Io sono un tipo tranquillo e cerco di fare il possibile per dare una mano. Per me personalmente è stato importantissimo Mirco, il nostro capitano, perché ci siamo aiutati tanto a vicenda e ha dimostrato il suo peso nello spogliatoio. La virtù di questa squadra è stata non disunirsi nei momenti di difficoltà. Una delle cose che mi ha sorpreso è stato vedere che la nostra curva ha compreso il nostro momento e ci ha dato una grande mano. Avevamo tanti ragazzi giovani e questo ha contribuito a farci andare avanti quando le cose non ci riuscivano. Per me, da giocatore, sentire che i tifosi stavano con noi nonostante tutto è stato fondamentale e lì si è vista la forza di questo club. Per quello è stato bellissimo festeggiare insieme domenica scorsa, parte dei meriti del risultato va ai tifosi“.
“Ai playout ci abbiamo pensato prima che tornasse Di Carlo. Eravamo in grossa difficoltà. Dovevamo vincere cinque o sei partite e in quel momento ne avevamo vinte solo due su venti. Non era semplice. In quel momento si poteva pensare di giocarsi la salvezza ai playout. Però la forza di questa squadra è stata che i ragazzi si sono messi subito a disposizione e abbiamo fatto i risultati che servivano. Una delle prime cose che Di Carlo ci ha detto nel momento del suo ritorno è di stare tranquilli, perché eravamo in affanno sia come squadra sia singolarmente. Il mister ha saputo ricostruire la nostra fiducia. I primi risultati hanno contribuito ad aumentarla e per tutto il tempo siamo rimasti compatti tra di noi, sia come gruppo di persone sia come giocatori in campo“.
“Nel periodo di difficoltà era normale che i giovani facessero fatica, penso non possa essere altrimenti se giochi nella SPAL. Qui la pressione si sente come in altre piazze come Padova e Trieste, mentre in realtà più piccole tutto ciò che fai è guadagnato. A Ferrara c’è il peso della storia e bisogna dare qualcosa in più. Se poi si entra in un vortice di negatività diventa complicato uscirne. La serie C è particolare, è un campionato molto fisico e in cui si corre tanto e il divario con la B non è così marcato. Quindi non si può sottovalutare nessun avversario“.
“Il mercato crea una situazione difficile perché alla fine dei campionati ne rimangono tanti di liberi che sperano in una chiamata da qualche squadra che potrebbe aver bisogno di altri rinforzi. Se poi arrivi senza preparazione devi provare a recuperare e non è semplice perché arrivano le partite ufficiali e manca il ritmo. Negli ultimi anni questa dinamica è diventata sempre più frequente perché le società vanno a cercare i giocatori verso la fine del mercato in modo da risparmiare un po’. Bisogna anche adattarsi perché la situazione è questa. Nel mio caso specifico mi ha chiamato il mister (Di Carlo, ndr) e ho aspettato perché mi piaceva molto l’idea di venire a Ferrara. Altre squadre mi hanno cercato ma le ho messe in attesa per vedere se c’era davvero la possibilità di firmare per la SPAL. Quando è successo ero veramente felice perché pensavo davvero fosse un’opportunità unica per la mia carriera. Certo, non è stato il campionato che mi aspettavo ma è stata comunque una bella esperienza. Ammetto di averci messo un po’ a entrare in forma, un po’ per via della condizione atletica e un po’ per via all’adattamento coi nuovi compagni. Ora mi dispiace che sia finito il campionato perché mi sento davvero bene ed è un peccato non essere riusciti a entrare nei playoff perché sarebbe stato bello continuare a giocare. Andremo a Olbia con l’obiettivo di fare bene e allungare la striscia di vittorie“.
“Per i playoff avevamo perso troppi punti nella prima parte, anche se col senno di poi ne sarebbe bastato anche solo uno o due in più. Però bisogna anche guardare ai lati positivi: non era facile fare una serie di risultati come quella che abbiamo fatto dal ritorno del mister, soprattutto vista la situazione in cui eravamo. La differenza tra casa e trasferta si spiega in vari modi. Da una parte la pressione e il senso di responsabilità, ma anche il ruolo del pubblico: quando siamo a Ferrara non sembra proprio di essere in serie C. Attaccare sotto la curva fa tutta la differenza, anche per gli avversari che in ogni azioni sentono un boato dietro di loro. Sentiamo molto questo effetto e quando domenica ha segnato Zilli c’è stato il delirio“.
“Sono a scadenza di contratto e mi piacerebbe tantissimo rimanere. Nel reparto di difesa mi sono trovato bene con tutti: Bassoli, Peda, ma anche Fiordaliso che si è dovuto adattare a un ruolo non suo. Ha fatto delle grandi partite da centrale. Purtroppo siamo arrivati in ritardo sulla tabella di marcia, anche per via degli infortuni“.
“Credo che la SPAL debba ripartire dal senso di appartenenza, perché la gente me l’ha fatto sentire ogni giorno. Poi va mantenuta una mentalità forte che permetta di superare le avversità. La puoi avere con un certo tipo di persone dentro allo spogliatoio“.