Mercoledì 24 aprile, durante la penultima diretta dal vivo della stagione negli spazi di Hangar Birrerie, è intervenuto Massimiliano De Gregorio, responsabile del settore giovanile della SPAL. Che oltre a essere un ferrarese doc e un tifoso della SPAL è soprattutto un grande conoscitore del territorio. De Gregorio è arrivato in biancazzurro nel 2014 come allenatore delle giovanili e nel 2018 ha assunto anche il ruolo di responsabile dell’Attività di Base, coordinando l’attività dei tecnici delle formazioni biancazzurre dall’Under 9 all’Under 14. Dal luglio 2023 ha assunto la carica di responsabile del settore giovanile in seguito alla partenza di Andrea Catellani.
“Ero un calciatore scarso – ha esordito De Gregorio scherzando – però ho studiato tanto e ho iniziato a fare quello che mi piaceva e cioè allenare i ragazzi col proposito di farli crescere”. Nelle parole di De Gregorio è uscita tutta la passione per il proprio lavoro e per la crescita dei ragazzi come del settore giovanile: ecco in dieci punti gli argomenti chiave usciti dalla chiacchierata durante la puntata.
1. SETTORE GIOVANILE E OBIETTIVI
“Se si parla di settore giovanile il risultato è uno degli obiettivi ma non l’obiettivo principale, che è invece la crescita dei ragazzi dal punto di vista tecnico e umano. Siamo molto contenti di come è andata finora la stagione: abbiamo ragazzi che vengono spesso convocati dalle nazionali, che si comportano bene, e in alcuni casi sono osservati da tanti club. Ovviamente cercheremo di mantenerli con noi pur sapendo che in qualche caso potrebbe non essere possibile. Inoltre stiamo lavorando per conservare e rinforzare il legame con il territorio”.
“Per chi ci lavora il settore giovanile è una scelta di vita, non ci sono giorni di festa o di pausa: abbiamo allenamenti, tornei e mille altri impegni che ci tengono occupati anche 14 ore al giorno, ma credo di essere un privilegiato perché faccio nella vita quello che mi piace. Ho lavorato per farlo e non mi pesa per niente. Se non avessi incontrato la SPAL avrei fatto lo stesso nei dilettanti a titolo gratuito perché sono uno che non vede l’ora che arrivi il weekend per vivere il mondo bellissimo in cui lavoriamo, per seguire le partite e i nostri ragazzi”.
2. CATEGORIA E RETROCESSIONI
“Quello che abbiamo vissuto in questi ultimi anni come prima squadra e come settore giovanile è stato qualcosa di meraviglioso e ci ha permesso di far esordire giocatori e vedere ragazzi che oggi sono in società di serie A e B. Chiaramente oggi siamo in una categoria diversa e questo deve portarci a cambiare visione e approccio: in questi anni arrivavano giocatori quasi pronti, che bisognava semplicemente aiutare per completare il percorso di crescita. Il Contiliano di turno che ha iniziato da noi a nove anni è l’eccezione. Oggi dobbiamo lavorare sulle categorie più piccole e cercare di portare il numero più alto possibile di ragazzi del territorio, perché è chiaro che l’appeal con procuratori e famiglie è diverso rispetto a quando eravamo in A o B. È un obiettivo diverso che dovremo essere bravi a strutturare”.
3. LEGAME CON IL TERRITORIO
“Per le relazioni con territorio e frazioni abbiamo implementato molto i rapporti negli ultimi anni, visitando tutte le squadre della provincia (e oltre) grazie a chi crede molto nell’attività di base e nel rapporto di vicinato. Nomino Marco Aventi, una persona appassionata e che crede fermamente nell’importanza di portare la SPAL nei piccoli paesi e nelle scuole calcio. Stiamo cercando di fare questo, consapevoli che non sarà immediato e non sarà semplice. Aiutare queste società mettendo a disposizione degli stumenti richiede tempo, ma essere al loro servizio dimostra come la SPAL non si metta su un piedistallo. Anzi vuole essere un punto di riferimento per la la competenza e l’aiuto in ogni campo. C’è un progetto che si chiama We Love SPAL: in serie A era facile avere società che si volevano affiliare in tutta Italia, ma in molti casi non c’era un reale rapporto se non una bandierina sulla mappa. Adesso abbiamo creato una rete di rapporti più stretti, cerchiamo di fare visita alle squadre e di invitare ragazzini a fare allenamenti o esperienze. Ci sono tante piccole cose che facciamo per avvicinarci a loro e stiamo ricevendo molte risposte perché vediamo passione e attaccamento. Creiamo senso di appartenenza e magari così facendo cresciamo anche i tifosi del futuro, senza voler formare calciatori per forza: credo sia molto importante portare la SPAL nel territorio”.
4. TORNEO PAOLO MAZZA
“Il grande lavoro in questo lo fanno due storici dirigenti della federazione che hanno veramente a cuore la SPAL e il calcio giovanile. Noi collaboriamo, invitiamo e portiamo le squadre, andiamo a vedere le partite. Abbiamo spinto per avere la categoria dei Pulcini per portare più bambini a vivere lo stadio, la competizione e la SPAL, mettendo sempre davanti a tutto la passione e il divertimento. Ci saranno vincitori e delusi, ma fa parte del percorso, dello sport e del percorso di crescita. Vivere l’ambiente e giocare allo stadio penso sia una soddisfazione enorme e riporti quella passione e quell’attaccamento di cui parliamo e che in ogni modo cerchiamo di diffondere”.
5. MERCATO DEI GIOVANI
“Se arriva una società più grande e vuole un nostro ragazzo non è una delusione, è anche una soddisfazione seppure ci dispiaccia sempre vedere dei talenti lasciare la SPAL. Ma serve anche realismo. La spada di Damocle della riforma del vincolo sportivo ci mette in seria difficoltà: adesso non abbiamo più alcuna tutela perché ogni ragazzino ogni anno è libero di andare dove vuole a meno di essere messo sotto contratto a livello professionistico. È anche un’opportunità, perché è vero che ci mette in difficoltà, ma crediamo anche sia ingiusto togliere un’occasione ai ragazzi che possono andare in prova in società più importanti. Chiaramente noi vorremmo restassero almeno fino in Primavera o fino a debuttare in prima squadra, però dobbiamo guardare la realtà e pensare anche al loro bene. Oggi non possiamo competere con realtà più importanti, per cui cerchiamo sicuramente di garantire un ambiente familiare per bambini e ragazzi: che sia un fattore aggiunto quando è il momento di scegliere la società, venendo chiaramente a mancare la categoria importante come era negli anni passati”.
6. PROCURATORI
“In teoria il ragazzino non potrebbe avere un procuratore fino ai 16 anni e con un proposta professionistica in mano. Però esistono gli agenti che avvicinano i ragazzini anche a 11 anni. A volte sono anche persone positive, perché portano e fanno capire la realtà dei fatti alle famiglie. L’agente a esempio può spiegare alla famiglia che magari il bambino è molto bravo, ma ha comunque davanti un mondo prima di arrivare. Poi ci sono i meno corretti che cercano di accaparrarsi un numero maggiore di ragazzini alla caccia dei grandi numeri. Questo rischia sicuramente di mandare in confusione la famiglia e il ragazzo, che magari perde la passione di giocare a calcio influenzato dalle aspettative e arrivando a giocare solo per far contento qualcuno. Quando il ragazzo perde questa sua voglia è anche limitato nel suo percorso di crescita. Il giocatore si deve divertire, il calcio deve essere divertimento a tutte le età, anche in prima squadra. Se togliamo la passione ai ragazzi per un contratto o uno sponsor tecnico rischiamo di fare più danni che benefici. Negli ultimi anni questa realtà si sta affermando sempre di più anche nel mondo del settore giovanile”.
7. PRIMAVERA
“Io sono molto contento della Primavera e del suo percorso. Siamo partiti il 31 luglio con grandissimi dubbi perché il campionato era fatto di 2005 con un massimo di tre fuori quota 2004: noi per vicissitudini del calciomercato ci siamo trovati a fare la scelta di portare un gruppo di 2006, appoggiandoci a quei 2005 che hanno voluto credere e rimanere fedeli a noi. L’inizio è stato difficile, ma grazie a Vito Grieco tutta la squadra di collaboratori e anche i ragazzi sotto età, siamo riusciti a rialzarci prendendo consapevolezza: adesso giochiamo anche con qualche 2007 spesso aggregati ed è già un grandissimo risultato. Arrivare ai playoff sarebbe una ricompensa per i ragazzi e per lo staff, per il loro impegno e per il loro sacrificio. Viviamo per la crescita del ragazzo, ma è chiaro che non è che se perdiamo tutte le partite siamo contenti: quando arrivi in Primavera il collettivo ha un altro valore rispetto alle categorie inferiori. A me interessa che continuino a dare il massimo: è un gruppo meraviglioso, attaccato a questa maglia per cui son molto contento del percorso indipendentemente dal fatto che si arrivi o meno ai playoff”.
8. UNDER 17
“Hanno fatto un girone completo vincendole tutte e un calo fa parte del percorso: bastano un paio di infortuni o di episodi negativi. Nella serie positiva magari ci sono state anche partite che onestamente non avremmo meritato di vincere, adesso è il contrario. Fa tutto parte del percorso di crescita nel sapere gestire le situazioni: dalla panchina alla non convocazione, l’infortunio, che prima o poi fa parte della vita di un ragazzo. Ci sta che ci siano momenti in cui i risultati non arrivano. Abbiamo la fortuna di avere Massimo Pedriali che segue questo gruppo e non lo valutiamo solo per i titoli che ha vinto, ma per quanti ragazzi ha migliorato. Ecco perché quest’anno magari non vinceremo nessun titolo, o magari sì, ma conta portare avanti e migliorare sempre più ragazzi, e così vale per tutti gli allenatori del settore giovanile che sono molto preparati e competenti”.
9. RECLUTAMENTO
“No dai non mi piace parlare di calciomercato (ride, ndr). Per quel che riguarda i ragazzi da inserire nelle nostre squadre stiamo riscontrando tantissime famiglie che vorrebbero portare i loro figli a Ferrara. È una buonissima notizia perché vuol dire aver lavorato bene e aver trasmesso l’idea che qui si sta bene, e se vale per la prima squadra figuriamoci per il settore giovanile. Io e Francesco Conti stiamo seguendo tanti profili partendo però dalla base di voler mantenere più ragazzi possibili tra quelli che abbiamo già. Cerchiamo di farci trovare pronti il prima possibile”.
10. FIORI E GALEOTTI
“Ho letto e sentito tante cose su Fiori che è esploso a Mantova. Ha fatto una parte di percorso con noi arrivando con noi solo dall’Under 16. All’epoca fisicamente e caratterialmente non era pronto per i campionati che stavamo facendo, essendo noi in A e B. Anche l’area scouting era concentrata su giocatori già pronti o quasi a quelle categorie. Poi si è trovato nel contesto ideale a lui: un giocatore che fa bene in una piazza non per forza avrebbe fatto lo stesso in un’altra piazza. A lui ha fatto poi molto bene anche lo scorso anno in D al Vastogirardi. Gli auguro davvero il meglio, ma allo stesso tempo non accuso la mia società di non averci puntato: sono state fatte scelte, abbiamo deciso di valorizzare 2004 ancora dentro la società, come Puletto, piuttosto che ragazzi che erano in prestito, come Fiori. A conti fatti è stato un errore, ma bisogna tenere a mente che il ragazzo si è trovato nell’ambiente giusto, con l’allenatore che lo ha esaltato, e che a Ferrara magari non avrebbe fatto così bene. Il discorso inverso a esempio si può fare per Galeotti che è tornato qui dopo un prestito deludente, ha trovato la realtà congeniale e ha fatto bene meritandosi una possibile conferma. Il valore emozionale non si può valutare e non si può giudicare un giocatore che è umanamente soggetto al contesto e alle emozioni. Galeotti ha ritrovato a Ferrara fiducia e sensazioni di cui aveva bisogno”.