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Una potenziale svolta per la ricerca del prossimo direttore della SPAL potrebbe arrivare approssimativamente attorno alle 22.20 di sabato 18 maggio. A quell’ora, minuto più o minuto meno, sarà finita Catanzaro-Brescia e dal risultato della partita potrebbe dipendere una delle scelte fondamentali per il futuro societario.

La sfida del “Ceravolo” è importante perché il ds del Catanzaro è quel Giuseppe Magalini che è inequivocabilmente uno dei candidati individuati da Joe Tacopina e Corrado Di Taranto per la successione di Filippo Fusco. E se la corsa dei calabresi nei playoff di serie B dovesse finire al primo ostacolo ci potrebbe essere un approfondimento dei contatti già abbozzati nelle scorse settimane. Magalini è un obiettivo complicato da raggiungere, questo va rimarcato. Prima di tutto perché il Catanzaro sogna il doppio salto in serie A e in caso di conseguimento del risultato l’esperto ds non si farebbe certo scappare l’occasione di confrontarsi con l’aristocrazia del calcio italiano. Ma a prescindere da questo il presidente dei giallorossi Noto pare essere piuttosto riluttante a lasciarlo andare e lo stesso Magalini ha detto di stare bene dov’è. In più non mancano corteggiamenti da parte di altri club di serie B e serie C, alcuni dei quali particolarmente danarosi (es.: Catania).

In base alle varie fonti disponibili pare ormai chiaro come Magalini abbia rinviato ogni discorso sul suo futuro al termine dei playoff. Questo rischia di allungare i tempi, perché se il Catanzaro dovesse arrivare fino alla finale si finirebbe nella prima settimana di giugno, con tanti saluti ai preziosi giorni di programmazione che potrebbero tornare molto utili. A fronte di questo – particolare comunque non indifferente – la SPAL è consapevole di non poter dispiegare l’argomento di un budget comparabile a quello di altre potenze, ma vuole giocarsi la carta dei legami. Quelli col già menzionato Di Taranto e con Mimmo Di Carlo, già alle dipendenze di Magalini sia a Mantova nei primi anni Duemila sia a Vicenza quasi vent’anni più tardi. Ricomporre questo sodalizio permetterebbe di avere in partenza un’organizzazione ben rodata e questo potrebbe fare la differenza in una fase in cui si vorrebbe provare a valorizzare le cose buone fatte nel finale di stagione.

E Giorgio Zamuner? Sarebbe ingeneroso definirlo un’alternativa a Magalini, perché l’Imperatore gode di alta considerazione da parte di Di Taranto e sarebbe pronto a rimettersi in gioco nonostante la separazione datata 2022. Il legame affettivo con la SPAL è granitico e ci sarebbe anche un incentivo rappresentato dalla voglia di dimostrare d’essere stato accantonato troppo frettolosamente. Nella sua esperienza a Trento Zamuner ha dimostrato ancora una volta di saper fare scelte oculate in termini di equilibri tecnici e risorse economiche. La vera incognita è rappresentata dallo scetticismo di Tacopina, che al momento pare poco incline ad affidarsi di nuovo a un dirigente che aveva congedato lui stesso non troppo tempo fa dopo un risultato sportivo considerato deludente, soprattutto per le modalità con le quali era stato raggiunto.

La sensazione è che la SPAL voglia aspettare per non precludersi la scelta e per questo è improbabile che ci possano essere movimenti significativi prima della settimana del 20 maggio. A meno che non ci sia un terzo candidato tenuto abilmente nascosto dai riflettori. Nel frattempo Filippo Fusco prosegue con quello che in politica definirebbero il “disbrigo degli affari correnti“, che comprende anche il confronto quotidiano coi calciatori attualmente in rosa e la condivisione di eventuali strategie per la valorizzazione dell’ampio parco giocatori che sarà effettivamente a disposizione dall’1 luglio. Nella giornata di martedì il direttore ha presenziato – al pari degli altri dirigenti e del mister – all’evento dedicato agli sponsor societari, rafforzando l’idea di una coesione interna ritenuta essenziale per mettere le basi della stagione 2024/2025.