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C’era ovviamente grande attesa per il ritorno in conferenza stampa di Joe Tacopina, per capire meglio come si siano concretizzate le scelte effettuate nelle ultime settimane e comprendere quali siano piani e ambizioni della SPAL 2024/2025. A sorpresa, insieme al presidente, è stato presentato ufficialmente agli organi di stampa anche il nuovo allenatore Andrea Dossena.

Di seguito riportiamo i passaggi principali del discorso introduttivo di Tacopina, che ha voluto introdurre il nuovo corso manageriale e la nuova stagione.

AL LAVORO – “Vorrei affrontare i tanti argomenti di cui si è parlato recentemente, tutte le domande e preoccupazioni che hanno preso piede negli ultimi tempi. Insieme al mio team ho speso settimane a lavorare dietro le quinte per porre le basi di una ripartenza. Parto dalle decisioni prese in questi ultimi giorni frutto del nostro lavoro, attraverso cui abbiamo iniziato a progettare le basi per il futuro. Io e il mio partner Marcello Follano abbiamo trascorso settimane a valutare figure da inserire in dirigenza, dando grande importanza a tutti i dettagli. Lo avevo detto a fine campionato che avremmo fatto una sorta di trasfusione. So che ci viene chiesta stabilità, ma per arrivare alla stabilità bisogna fare scelte di un certo tipo. Sono stati investiti 30 milioni in tre anni e siamo decisamente scontenti dei risultati che abbiamo ottenuto a fronte di questo sforzo economico. Non sarò mai soddisfatto della mediocrità e finché andrà così faremo le mosse necessarie di volta in volta per cambiare la situazione e arrivare ai risultati che vogliamo. Abbiamo capito che ci serviva un cambiamento prima di tutto nelle persone a capo della società per dare nuova energia al progetto

Abbiamo fatto errori nella selezione di chi ha lavorato qui prima. Accetto totalmente la responsabilità di questi errori. Ma io non ho intenzione di mollare. Le mie ginocchia non tremano, non ho paura dell’insuccesso. Questo club merita di più, i tifosi meritano di più, la città merita di più e voglio che arrivino delle soddisfazioni. Volevamo evitare gli errori e per questo ci siamo presi del tempo. Credo che ora ci siano le persone giuste e grande sintonia rispetto agli obiettivi e alla via per arrivarci. Non farò proclami o fisserò traguardi da raggiungere, anche se ho una convinzione personale e vedo grande potenziale. Voglio che sia il campo a parlare“.

NUOVO CORSO – “Ho incontrato il sindaco Alan Fabbri assieme ai nuovi dirigenti e gli ho illustrato anche i nostri impegni economici relativi al club. Mi è sembrato entusiasta dei nostri progetti e dei piani futuri. Sono convinto ora che abbiamo finalmente voltato pagina dopo un periodo difficile e per questo vorrei parlarvi dei nostri nuovi dirigenti. Il primo nome che voglio fare è quello di Luca Carra, il nuovo direttore generale e sarà operativo dall’1 luglio. Lo conosco grazie a Dante Scibilia ed è un manager di successo che ha lavorato per società importanti. Ha tutte le credenziali e l’esperienza per guidarci verso un nuovo percorso. La scelta delle nuove figure da inserire ai vertici del club è stata molto lunga. Mi sono consultato a lungo col mio team che è composto da Dante Scibilia, Gianluca Cambareri e Veronica Bon, tutte persone che lavorano con me da molti anni e con cui c’è fiducia smisurata. Siamo contenti di aver assemblato questo gruppo. Sento sensazioni diverse da domenica scorsa, abbiamo lavorato senza sosta in questa settimana per mettere le basi per il futuro e avverto grande entusiasmo”.

PAOLO DANZÈ – “La decisione relativa al direttore sportivo era la più delicata. Abbiamo bisogno di costruire una cultura aziendale e sportiva, sviluppando un’identità forte. Dopo i continui avvicendamenti del passato abbiamo inserito Paolo Danzè e penso sia un professionista ideale per sviluppare questo proposito. Mi rendo conto che il suo profilo sia un po’ diverso dagli altri, non si può dire sia il classico ds. Quella del ds è stata probabilmente la scelta più importante perché vogliamo portare stabilità e progettualità sul piano sportivo, dove dobbiamo crescere assolutamente. Paolo è un personaggio unico, sotto diversi punti di vista, non solo quello sportivo e/o lavorativo. Parla sei lingue, è lavorato in economia, ha un master in management sportivo alla Bocconi, ha lavorato in banche importanti per tanti anni e ha giocato a calcio a livello professionistico. Per questo dico che è un personaggio unico e fa capire il suo spessore. Proviene da un club con una cultura sportiva vincente come il Milan e per questo ci servirà per migliorare la nostra mentalità e la nostra struttura“.

Ricky Massara e Paolo Maldini, che considero due miei cari amici, sono stati sicuramente le due persone che hanno inciso in maniera determinante sulla sua scelta. Non li ho mai sentiti parlare di nessuno come di lui, dal punto di vista umano e professionale. Questo mi ha colpito e ha impressionato tutto il nostro gruppo di lavoro. Parole che poi hanno trovato conferma nella conoscenza diretta. Paolo ha lavorato a stretto contatto col gruppo che ha assemblato il Milan dello scudetto e con le sue qualità, umane e professionali, ci può mettere sul giusto binario per quanto vogliamo fare“.

ALLENATORE – “Paolo Danzè si occuperà dell’area sportiva in maniera diretta: devo fidarmi del suo operato per la gestione sportiva e quindi sarà lui a prendere tute le decisioni riguardanti la squadra. Prima tra tutte quella dell’allenatore, che è già stata presa ed è ricaduta su Andrea Dossena che mi pare avere le caratteristiche che ci servono. Uno che lavora duro e chiede moltissimo ai suoi giocatori. Ha fatto un mezzo miracolo a Vercelli portando un organico da 1 milione ai playoff. Noi ne abbiamo spesi 6,5 e sapete benissimo com’è andata”.

Andrea ha un grande curriculum da giocatore, non ho certo bisogno di presentarlo io e penso apprezzerete moltissimo anche il suo lato umano. Il suo nome mi è stato fatto da almeno cinque persone diverse nel mondo del calcio e quindi abbiamo voluto approfondire, documentandoci su quanto ha fatto nella sua carriera da allenatore. Il suo metodo e i suoi risultati ci hanno fatto capire che è la persona giusta“.

PROMESSE – “Non farò proclami, promesse e non darò garanzie sulla squadra o sulla società. L’unica che mi sento e che voglio fare è che la SPAL di quest’anno darà sempre il 110% sul campo. Una squadra che non si risparmierà e che correrà per tutti i minuti in cui sarà sul campo di gioco, per non far rimpiangere nulla a nessuno anche nelle sconfitte e nelle avversità. Questa sarà la principale differenza rispetto all’anno scorso: nessuno verrà risparmiato da questa filosofia, a prescindere dal contratto o dal calibro del giocatore. Qui in via Copparo abbiamo un campo in sintetico in cui chiunque non rispetterà il progetto e lo spirito di quest’anno potrà allenarsi da solo“.

Spazio poi alle domande dei giornalisti, per approfondire le diverse tematiche toccate dal presidente nel suo monologo introduttivo e su quelle più spinose non affrontate direttamente. Prime tra tutte la volontà della società e il rapporto con i tifosi.

RAPPORTO CON LA CURVA OVEST – “Parliamo dei tifosi: ho un grande rapporto con le persone della città e quando ho girato per le strade nessuno è mai venuto di fronte a me a dirmi ‘Pezzo di merda’, ‘Vaffanculo’, ‘Tornatene in America’ o qualunque altra offesa. Anzi, ho ricevuto tanti incoraggiamenti. Diversamente allo stadio c’è un gruppo ristretto di persone che mi contesta con determinati cori. Però in alcuni casi questo gruppo è stato fischiato da altri presenti allo stadio. Quindi non parlerei del mio rapporto coi ‘tifosi’ in generale. Ma di ‘alcuni tifosi’. Io penso che i tifosi della SPAL vogliano prima di tutto il bene della SPAL e non essere coinvolti in faccende del genere. Che vogliano vederla vincere, che vogliano dirigenti, allenatori e giocatori che diano tutto. L’altro giorno ho visto una manifestazione dedicata a me nel centro storico. In tutta onestà sono contento ci sia stata: è stata la dimostrazione che 60/70 tifosi su migliaia sono contro di me. Non ci perderò il sonno, anche perché nessuno di loro ha idea di cosa serva per mandare avanti una società di calcio professionistico”.

Io voglio bene ai tifosi della SPAL, voglio bene ai ferraresi. In curva Ovest c’è tanta gente di cui ho grande rispetto e stima. Prendo atto che c’è una minoranza che non mi rispetta e non mi vuole qui. Non posso farci nulla, ma non sarà questo a spaventarmi. La mia relazione con la maggior parte dei tifosi è buona. Non solo: nei mesi scorsi mi sono offerto più volte di partecipare a un incontro per discutere del problema e provare a risolvere questa situazione che non fa per niente il bene della SPAL, ma mi è sempre stato risposto di no. Quattro giorni fa ho detto di nuovo che ero disponibile a un incontro e ancora una volta è arrivato un rifiuto. Però mi sento anche dire che non voglio essere trasparente rispetto ai progetti. Se mi dessero l’opportunità di spiegarglieli lo farei volentieri. Posso presentarmi dovunque vogliano, da parte mia la disponibilità c’è. Se non vorranno potranno protestare anche ogni giorno. Se vogliamo fare insieme il bene della SPAL dico: ‘Incontriamoci’. Parlo di quei 60/70, non certo dell’intera curva o della tifoseria in generale. Chi scrive i comunicati non ha idea di come funzioni il mondo del calcio. Mi dicono di andarmene. Se lo faccio che ne sarà di questo club? Il nulla”.

Faccio un esempio: in un recente comunicato sono stato incolpato del debito accumulato dal club. Solo questo dimostra la loro scarsa familiarità con quanto accaduto negli ultimi anni. Quando ho preso il controllo della SPAL c’erano 20 milioni di debiti. In tre anni abbiamo fatto scendere questo debito a 9. In altri tre andremo a zero. Qualcuno capisce quanto era drammatico il punto di partenza?“.

IMPEGNO ECONOMICO – “Tra i disastri ereditati dal passato c’erano contratti da serie A che erano fuori portata in serie B. Faccio un esempio su tutti: Murgia, che stiamo pagando ancora oggi. Al contempo volevamo fare delle squadre competitive e per questo sono serviti investimenti. Non sto chiedendo una pacca sulla spalla, non ne ho bisogno. Ma se si vuole giudicare bisogna capire a fondo di cosa si sta parlando. Considero i Colombarini degli amici e li rispetto enormemente anche dal punto di vista imprenditoriale perché hanno lasciato la SPAL dopo aver visto un iceberg di fronte a loro. Sapevamo di non poterlo fronteggiare senza finire nel baratro. Ero consapevole del problema e se mi sono fatto avanti è perché questo club ha un potenziale gigantesco. Questa sfida non mi ha spaventato e per provare a migliorare i bilanci abbiamo fatto sforzi enormi“.

Sono grato a tante delle persone che ci stanno dando una mano, a partire dagli sponsor che continuano a credere nel nostro futuro. Prime tra tutte Adamant ed EdilAlba. Facile per chi se ne va ora, invece c’è chi sta rilanciando perché vogliono contribuire al bene della SPAL e continuano ad avere fiducia in noi. Quindi se qualcuno vuole entrare nella SPAL, compreso Walter Mattioli, metta 10 milioni di euro su un conto bancario ben preciso. Perché questo è il budget complessivo per la stagione 2024/2025. Sono disponibile ad ascoltare se qualcuno lo vuole fare. Anziché parlare andiamo sui fatti concreti. Se qualcuno ha la forza per versare questi 10 milioni potrà amministrare la SPAL nei prossimi mesi. C’è una scadenza anche la prossima settimana da 2 milioni. Se poi chi entra dimostra di fare meglio di me mi rendo disponibile a cedergli l’intera proprietà per il prezzo adeguato. Non me ne andrò di certo dopo aver speso 30 milioni. Non esiste. Parlare è troppo facile. Aspetto volentieri che qualcuno si rivolga a me, perché non sto scherzando. Questo club per me significa tutto e io non intendo mollare fino a che non lo avrò riportato dove merita di stare“.

MERCATO – “Come mai non sono stati riscattati Zilli e Dalmonte? Le decisioni sul mercato sono di responsabilità del ds e dell’allenatore. Non volevamo imporre giocatori a Danzè e Dossena. Certo, la continuità piace anche a me. Il punto è che niente della stagione scorsa meritava di essere portato in quella nuova. Non per me. Mi piacciono Dalmonte e Zilli, ma sapete quanto costavano i due giocatori? Tenere Zilli significava spendere 500mila euro che è una cifra enorme per la serie C. Fare quel tipo di spesa avrebbe legato le mani del ds e dell’allenatore che non sarebbero stati liberi di scegliere chi volevano veramente. L’anno scorso avevamo parecchi giocatori costosi e non hanno raggiunto il risultato minimo. Non tutto può essere ricondotto alle spese. Danzè e Dossena sono già al lavoro per individuare i giocatori giusti e non abbiamo certo intenzione di giocare con la Primavera. Se andranno presi dei calciatori di un certo livello verranno presi, spendendo la cifra che è appropriato spendere. Ho piena fiducia nelle persone che dovranno fare questo lavoro e non ho intenzione di interferire in alcun modo. Peraltro Dalmonte e Zilli sono tuttora giocatori sul mercato, quindi nel caso se ne può riparlare se Paolo e Andrea vorranno”.

Valuteremo tutti in base alla compatibilità col progetto tecnico di Dossena. C’è un giocatore di 35 anni (Mustacchio, ndr) che ha fatto 12 gol con la Pro Vercelli l’anno scorso. Non ne aveva mai fatti più di 8. Dossena gli ha dato una possibilità ed è andato ben oltre le aspettative. A fine stagione ha detto che è stato il miglior anno della sua carriera ma anche il peggiore, perché si è dovuto fare il mazzo per tutto il campionato, faticando tantissimo. Penso che questo spieghi il tipo di mentalità che vogliamo vedere: alcuni giocatori sicuramente faticheranno molto a inserirsi in questo sistema e probabilmente andranno via. Per cui altri ne arriveranno“.

MANCATE CONFERME E MANCATI ARRIVI – “Partiamo da Di Carlo. Ammiro molto Mimmo e gli ho parlato oggi stesso. Ha un posto nel mio cuore, davvero. Mandarlo via dopo 5 giornate è stato un errore del nostro ex direttore sportivo, lo riconosco. Errore ancora più grande è stato quello di aspettare ben 16 partite prima di richiamarlo. Ma, ancora una volta, c’è un nuovo ds e di lui mi devo fidare. Lui vuole puntare su Andrea Dossena per tutti i motivi che ho già elencato. Non c’è niente che non va con Di Carlo. Ma non ha raggiunto il risultato che era stato fissato. Se non avessimo perso col Pontedera o pareggiato col Gubbio saremmo andati ai playoff. Quindi la stagione è da considerare deludente. Ero assolutamente disponibile a confermare Mimmo, ma il ds ha suggerito Dossena, la questione è stata discussa con i miei collaboratori e si è andati in questa direzione perché vogliamo vedere cose diverse da parte della squadra”.

Alex Casella è effettivamente stato un altro profilo che ho valutato prima di accordarmi con Paolo Danzè. Semplicemente ho preferito una persona, o meglio una professionalità, a un’altra nel contesto di una selezione fatta in maniera approfondita, senza ricorrere più alle vecchie conoscenze di altre esperienze come è successo in passato“.

Com’è stato il periodo di transizione e passaggio di consegne tra Corrado Di Taranto e il suo successore? C’è un processo decisionale in base a una gerarchia, ma non so bene quali decisioni ci fossero da prendere a parte quelle che di cui ho discusso. Stiamo andando avanti diversamente e non dirò pubblicamente nulla di più al riguardo”.

PRESENZA A FERRARA – “La mia presenza fisica non equivale alla mia presenza nel club. Parlo coi dirigenti ogni giorno e sono presente mentalmente al 100%. Dipende tutto dagli impegni lavorativi che ho negli Stati Uniti. C’è un direttore generale di cui mi fido e c’è un consiglio di amministrazione che mi informa di tutte le cose importanti. Se non sono qui nel mio ufficio non significa che la SPAL non mi interessi. Semplicemente significa che mi alzo più spesso al mattino per poter sentire quotidianamente tutte le persone che lavorano qui a Ferrara”.



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