Dopo aver scelto gli uomini che guideranno la SPAL nella stagione 2024/2025 Joe Tacopina incontra la stampa in conferenza per la prima volta da gennaio.
Di seguito il liveblog in tempo quasi reale. La trascrizione è fatta direttamente dall’inglese, con traduzione sul momento nel migliore dei modi. Potrebbero esserci errori o refusi.
Gli aggiornamenti vanno dal meno recente al più recente, in ordine di orario. Al termine della conferenza stampa la nostra redazione curerà un approfondimento maggiormente dettagliato.
14.45 – Tutto pronto nella sala stampa del centro sportivo G.B. Fabbri.
14.49 – Annuncio a sorpresa: Tacopina approfitterà dell’occasione per presentare ufficialmente l’allenatore Andrea Dossena.
14.55 – L’ufficio stampa ha informato i presenti dello slittamento dell’orario di inizio della conferenza che ora è fissato per le 15.15.
15.01 – Tacopina è al primo piano del centro sportivo G.B. Fabbri con Marcello Follano, Paolo Danzè e mister Dossena.
15.15 – Prosegue l’attesa in sala stampa.
15.22 – Arriva Tacopina, per il momento da solo. Follano in sala ma non al tavolo dei relatori.
15.24 – Tacopina: “Vorrei affrontare i tanti argomenti di cui si è parlato recentemente. Preoccupazioni ed eventi ai quali abbiamo lavorato spesso dietro le quinte. Parto dalle decisioni prese in questi ultimi giorni. Negli ultimi mesi abbiamo iniziato a progettare le basi per il futuro. Abbiamo, io e Follano, trascorso settimane a valutare figure da inserire in dirigenza, dando grande importanza a tutti i dettagli. Lo avevo detto a fine campionato che avremmo fatto una sorta di trasfusione. So che ci viene chiesta stabilità, ma per arrivare alla stabilità bisogna fare scelte di un certo tipo. Sono stati investiti 30 milioni in tre anni e siamo decisamente scontenti dei risultati che abbiamo ottenuto a fronte di questo sforzo economico. Non sarò mai soddisfatto della mediocrità e finché andrà così faremo le mosse necessarie di volta in volta per cambiare la situazione e arrivare ai risultati che vogliamo. Abbiamo capito che ci serviva un cambiamento prima di tutto nelle persone a capo della società per dare nuova energia al progetto”
“Abbiamo fatto errori nella selezione di chi ha lavorato qui prima. Accetto totalmente la responsabilità di questi errori. Ma io non ho intenzione di mollare. Le mie ginocchia non tremano, non ho paura dell’insuccesso. Questo club merita di più, i tifosi meritano di più, la città merita di più e voglio che arrivino delle soddisfazioni. Volevamo evitare gli errori e per questo ci siamo presi del tempo. Credo che ora ci siano le persone giuste e grande sintonia rispetto agli obiettivi e alla via per arrivarci. Non farò proclami o fisserò traguardi da raggiungere, anche se ho una convinzione personale e vedo grande potenziale. Ma voglio che sia il campo a parlare”.
15.33 – “Oggi ho incontrato il sindaco Alan Fabbri assieme ai nuovi dirigenti e mi è sembrato entusiasta dei nostri progetti e gli ho illustrato anche i nostri impegni economici relativi al club. Secondo me abbiamo voltato pagina dopo un periodo difficile. Vorrei parlare dei nostri dirigenti: Luca Carra è il nuovo dg e sarà operativo dall’1 luglio. Lo conosco grazie a Dante Scibilia ed è un manager di successo che ha lavorato per società importanti. Ha tutte le credenziali e l’esperienza per guidarci verso un nuovo percorso. La scelta delle nuove figure da inserire ai vertici del club è stata molto lunga. Mi sono consultato a lungo col mio team che è composto da Dante Scibilia, Gianluca Cambareri e Veronica bon, tutte persone che lavorano con me da molti anni. Siamo contenti di aver assemblato questo gruppo. Sento sensazioni diverse da domenica scorsa. Abbiamo lavorato senza sosta in questa settimana per mettere le basi per il futuro e avverto grande entusiasmo”.
15.39 – “La decisione relativa al direttore sportivo era la più delicata. Abbiamo bisogno di costruire una cultura aziendale e sportiva, sviluppando un’identità forte. Dopo i continui avvicendamenti del passato abbiamo inserito Paolo Danzè e penso sia un professionista ideale per sviluppare questo proposito. Mi rendo conto che il suo profilo sia un po’ diverso dagli altri, non si può dire sia il classico ds. Paolo parla sei lingue, è laureato in economia e un master alla Bocconi e viene da una società che ammiro enormemente. Vorrei portare qui quel tipo di cultura. Ma al di là di questo conosce bene la serie C perché parte del suo lavoro al Milan era individuare le destinazioni per i ragazzi da mandare in prestito. Ha gestito centinaia di operazioni verso la serie C e visto altrettante partite di questo campionato, tra tutti i vari gironi. Passando del tempo con lui ho compreso quanto sia profonda la sua familiarità con le dinamiche della serie C”.
15.44 – “Paolo non lo conoscevo direttamente e mi è stato consigliato da Ricky Massara e Paolo Maldini. Visto da quanto tempo ci conosciamo considero la loro parola una garanzia. Massara in particolare è un amico e un dirigente straordinario, che ha speso parole davvero significative per Danzè. Questo mi ha colpito e ha impressionato tutto il nostro gruppo di lavoro. Parole che poi hanno trovato conferma nella conoscenza diretta. Paolo ha lavorato a stretto contatto col gruppo che ha assemblato il Milan dello scudetto e con le sue qualità, umane e professionali, ci può mettere sul giusto binario per quanto vogliamo fare. Tutte le scelte della parte sportiva spetteranno a Paolo e anche l’idea di prendere Dossena come allenatore è arrivata da lui stesso”.
15.49 – “Dossena mi pare avere le caratteristiche che ci servono. Uno che lavora duro e chiede moltissimo ai suoi giocatori. Ha fatto un mezzo miracolo a Vercelli portando un organico da 1 milione ai playoff. Noi ne abbiamo spesi 6,5 e sapete benissimo com’è andata”.
15.51 – “Andrea ha un grande curriculum da giocatore e penso apprezzerete moltissimo anche il suo lato umano. Il suo nome mi è stato fatto da almeno cinque persone diverse nel mondo del calcio e quindi abbiamo voluto approfondire, documentandoci su quanto ha fatto nella sua carriera da allenatore. Il suo metodo e i suoi risultati ci hanno fatto capire che è la persona giusta”.
15.52 – “L’unica promessa che mi sento di fare al momento è che la SPAL di quest’anno darà sempre il 110%, correrà per tutti e cento i minuti di partita, lotterà e uscirà sempre dal campo dopo aver dato tutto. Anche nelle sconfitte e nelle avversità andremo a testa alta”.
15.54 – Spazio alle domande. Alessandro Sovrani chiede delle vicende legate alla penalizzazione e delle tensioni con gli ultras.
“(Risposta condizionata da una tradizione non molto precisa dell’articolata domanda del collega) Cambieranno molte cose, a partire dalla mentalità generale. La SPAL di questa stagione darà sempre tutto, non saranno tollerate situazioni diverse. Chi non andrà al massimo sarà fuori dal progetto e si allenerà per conto suo. Vogliamo vedere una squadra volenterosa e che corra. Non è accettabile giocare per 60 minuti. Tutti dal primo all’ultimo devono dare tutto per la maglia”.
Sovrani precisa ancora una volta la domanda spostando l’attenzione sui temi economici: “La penalizzazione riguarda la scorsa stagione ed è stata un errore amministrativo. Non è stato un errore commesso da me. Ho messo dieci milioni solo nell’ultimo anno, quindi i soldi per la società c’erano. Qualcun altro ha sbagliato. Il problema l’avevamo spiegato con un comunicato: la banca non ha accettato un primo trasferimento di fondi e quindi si è creato un problema. Mi è stato notificato tardi e non siamo riusciti a rimediare in tempo, pagando in ritardo. Faremo comunque appello per ridurre la penalizzazione, ma più in generale non mi importa di ciò che è stato. Sono arrabbiato per questo episodio, soprattutto perché era fuori dal nostro controllo. Ma io ho il dovere di guardare al futuro e a cosa possiamo fare per portare la SPAL al successo”.
“Parliamo dei tifosi: ho un grande rapporto con le persone della città e quando ho girato per le strade nessuno è mai venuto di fronte a me a dirmi ‘Pezzo di merda’, ‘Vaffanculo’, ‘Tornatene in America’. Anzi, ho ricevuto tanti incoraggiamenti. Diversamente, allo stadio c’è un gruppo ristretto di persone che mi contesta con determinati cori. Però in alcuni casi questo gruppo è stato fischiato da altri presenti allo stadio. Quindi non parlerei del mio rapporto coi ‘tifosi’ in generale. Ma di ‘alcuni tifosi’. Io penso che i tifosi della SPAL vogliano il bene della SPAL. Che vogliano vederla vincere, che vogliano dirigenti, allenatori e giocatori che diano tutto. L’altro giorno ho visto una manifestazione dedicata a me nel centro storico. Sono contento ci sia stata: ha dimostrato che 60/70 tifosi su migliaia sono contro di me. Non ci perderò il sonno, anche perché nessuno ha idea di cosa serva per mandare avanti una società di calcio professionistico”.
“Io voglio bene ai tifosi della SPAL, voglio bene ai ferraresi. In curva Ovest c’è tanta gente di cui ho grande rispetto e stima. Prendo atto che c’è una minoranza che non mi rispetta e non mi vuole qui. Non posso farci nulla, ma non sarà questo a spaventarmi. La mia relazione con la maggior parte dei tifosi è buona. Non solo: nei mesi scorsi mi sono offerto più volte di partecipare a un incontro per discutere del problema e provare a risolvere questa situazione che non fa il bene della SPAL, ma mi è sempre stato risposto di no. Quattro giorni fa ho detto di nuovo che ero disponibile a un incontro e ancora una volta è arrivato un rifiuto. Però mi sento anche dire che non voglio essere trasparente rispetto ai progetti. Posso presentarmi dovunque vogliano, da parte mia la disponibilità c’è. Se non vorranno potranno protestare anche ogni giorno. Se vogliamo fare insieme il bene della SPAL dico: ‘Incontriamoci’. Parlo di quei 60/70, non certo dell’intera curva o della tifoseria in generale. Chi scrive i comunicati non ha idea di come funzioni il mondo del calcio. Mi dicono di andarmene. Se lo faccio che ne sarà di questo club?”.
“Faccio un esempio: in un recente comunicato sono stato incolpato del debito del club. Solo questo dimostra la loro scarsa familiarità con quanto accaduto negli ultimi anni. Quando ho preso il controllo della SPAL c’erano 20 milioni di debiti. In tre anni abbiamo fatto scendere questo debito a 9. In altri tre andremo a zero. Qualcuno capisce quanto era drammatico il punto di partenza?”.
16.15 – “Tra i disastri ereditati dal passato c’erano contratti da serie A che erano fuori portata in serie B. Faccio un esempio su tutti: Murgia, che stiamo pagando ancora oggi. Al contempo volevamo fare delle squadre competitive. Non sto chiedendo una pacca sulla spalla, non ne ho bisogno. Ma se si vuole giudicare bisogna capire a fondo di cosa si sta parlando. Considero i Colombarini degli amici e hanno lasciato la SPAL perché hanno visto un iceberg di fronte a loro. Sapevamo di non poterlo fronteggiare senza finire nel baratro. Ero consapevole del problema e se mi sono fatto avanti è perché questo club ha un potenziale gigantesco. Questa sfida non mi ha spaventato e per provare a migliorare i bilanci abbiamo fatto sforzi enormi”.
16.20 – “Sono grato a tante delle persone che ci stanno dando una mano, a partire dagli sponsor che continuano a credere nel nostro futuro. Prime tra tutte Adamant ed EdilAlba. Facile per chi se ne va ora, invece c’è chi sta rilanciando perché vogliono contribuire al bene della SPAL”.
16.22 – “Se qualcuno vuole entrare nella SPAL, compreso Walter Mattioli, metta 10 milioni di euro su un conto bancario ben preciso. Perché questo è il budget complessivo per la stagione 2024/2025. Sono disponibile ad ascoltare se qualcuno lo vuole fare. Anziché parlare andiamo sui fatti concreti. Se qualcuno ha la forza per versare questi 10 milioni potrà amministrare la SPAL nei prossimi mesi. C’è una scadenza anche la prossima settimana da 2 milioni. Se poi chi entra dimostra di fare meglio di me mi rendo disponibile a cedergli l’intera proprietà per il prezzo adeguato. Non me ne andrò di certo dopo aver speso 30 milioni. Non esiste. Parlare è troppo facile. Aspetto volentieri che qualcuno si rivolga a me, perché non sto scherzando. Questo club per me significa tutto e io non intendo mollare fino a che non lo avrò riportato dove merita di stare”.
16.27 – Domanda di Mauro Malaguti sulle preoccupazioni insorte tra i tifosi sulle prime scelte di mercato, a partire dai mancati riscatti di Dalmonte e Zilli.
“Mauro ti rispetto enormemente e lo sai. Ma di mestiere non fai il direttore sportivo. Le decisioni di cui hai parlato sono di responsabilità del ds e dell’allenatore. Non volevamo imporre giocatori a Danzè e Dossena. Certo, la continuità piace anche a me. Il punto è che niente della stagione scorsa meritava di essere portato in quella nuova. Non per me. Mi piacciono Dalmonte e Zilli, ma sai quanto costavano i due giocatori? Tenere Zilli significava spendere 500mila euro che è una cifra enorme per la serie C. Fare quel tipo di spesa avrebbe legato le mani del ds e dell’allenatore che non sarebbero stati liberi di scegliere chi volevano veramente”.
16.33 – Domanda ulteriore di Malaguti sul valore dei giocatori che arriveranno.
“L’anno scorso avevamo parecchi giocatori costosi e non hanno raggiunto il risultato minimo. Non tutto può essere ricondotto alle spese. Danzè e Dossena sono già al lavoro per individuare i giocatori giusti e non abbiamo certo intenzione di giocare con la Primavera. Se andranno presi dei calciatori di un certo livello verranno presi, spendendo la cifra che è appropriato spendere. Ho piena fiducia nelle persone che dovranno fare questo lavoro e non ho intenzione di interferire in alcun modo. Peraltro Dalmonte e Zilli sono tuttora giocatori sul mercato, quindi nel caso se ne può riparlare se Paolo e Andrea vorranno”.
16.35 – Domanda di Alberto Benazzi sui 38 giocatori sotto contratto.
“Valuteremo tutti in base alla compatibilità col progetto tecnico di Dossena. C’è un giocatore di 35 anni che ha fatto 12 gol con la Pro Vercelli l’anno scorso. Non ne aveva mai fatti più di 8. Dossena gli ha dato una possibilità ed è andato ben oltre le aspettative. A fine stagione ha detto che è stato il miglior anno della sua carriera ma anche il peggiore, perché si è dovuto fare il mazzo per tutto il campionato, faticando tantissimo. Penso che questo spieghi il tipo di mentalità che vogliamo vedere”.
“Alcuni giocatori sicuramente faticheranno molto a inserirsi in questo sistema e probabilmente andranno via. Per cui altri ne arriveranno”.
16.41 – Domanda di Maurizio Barbieri sui meriti di Di Carlo e sulla mancata conferma.
“Ammiro molto Mimmo e gli ho parlato oggi stesso. Ha un posto nel mio cuore, davvero. Mandarlo via dopo 5 giornate è stato un errore del nostro ex direttore sportivo, lo riconosco. Errore ancora più grande è stato quello di aspettare tutte quelle partite per richiamarlo. Ma, ancora una volta, c’è un nuovo ds e di lui mi devo fidare. Lui vuole puntare su Andrea Dossena per tutti i motivi che ho già elencato. Non c’è niente che non va con Di Carlo. Ma non ha raggiunto il risultato che era stato fissato. La stagione è da considerare deludente. Ero assolutamente disponibile a confermare Mimmo, ma il ds ha suggerito Dossena, la questione è stata discussa con i miei collaboratori e si è andati in questa direzione perché vogliamo vedere cose diverse da parte della squadra”.
16.46 – “Ho parlato anche con Alex Casella prima di accordarmi con Paolo Danzè. Semplicemente ho preferito una persona a un’altra nel contesto di una selezione fatta in maniera approfondita, senza ricorrere più alle vecchie conoscenze di altre esperienze come è successo in passato”.
16.51 – Domanda di Alessandro Orlandin sul mese e mezzo post-campionato con Di Taranto in carica.
“C’è un processo decisionale in base a una gerarchia, ma non so bene a quali decisioni ci fossero da prendere a parte quelle che di cui ho discusso. Stiamo andando avanti diversamente e non dirò pubblicamente nulla di più al riguardo”.
Domanda sulla presenza a Ferrara.
“La mia presenza fisica non equivale alla mia presenza nel club. Parlo coi dirigenti ogni giorno e sono presente mentalmente al 100%. Dipende tutto dagli impegni lavorativi che ho negli Stati Uniti. C’è un direttore generale di cui mi fido e c’è un consiglio di amministrazione che mi informano di tutte le cose importanti. Se non sono qui nel mio ufficio non significa che la SPAL non mi interessi. Semplicemente significa che mi alzo più spesso al mattino per poter sentire tutte le persone che lavorano qui a Ferrara”.
16.59 – Fine della conferenza stampa. Ora spazio ad Andrea Dossena.
17.03 – Dossena con le prime parole: “Sono felicissimo di questa opportunità. Ferrara l’avevo segnata col pallino rosso nei miei desideri. Per varie vicissitudini il mio nome era stato accostato al club per un’altra via e poi ci sono arrivato con un’altra strada. I tifosi si aspettano qualcosa di meglio. Entusiasmo, voglia, gioire insieme. Ciò che posso garantire è che lavorerò 24 ore su 24 per la SPAL e la città, per fare in modo che i giocatori diano tutto. Non ho ancora avuto modo di parlarci. Lo farò presto, guardandoli negli occhi per capire quanta voglia hanno di fare un percorso importante. Si vince solo attraverso il lavoro, la fatica, l’entusiasmo, la voglia di fare gruppo. La mia difficoltà starà nel farlo nel più breve tempo possibile perché il calcio va al triplo del ritmo della vita normale. Dovrò far capire subito ai ragazzi quale è il mio DNA. Non ci sono scorciatoie. Non esiste la sfortuna. Esistono la programmazione e l’impegno. Se sono qua è perché non ho paura delle sfide importanti e sento di poterle affrontare a petto in fuori. Ho sempre privilegiato il 433, ma ho sempre ascoltato i giocatori e le loro esigenze, adattandomi. L’abito tattico andrà fatto a misura dei ragazzi”.
— il resto lo riporteremo in apposito articolo