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Nella prima uscita stagionale nel ritiro di Mezzana la SPAL ha affrontato in amichevole il TNT Monte Peller vincendo con un eloquente 10-0.

Inizialmente Dossena ha schierato un 433 molto atipico, con Thiam in porta, difesa da destra a sinistra con Iglio, Arena, Fiordaliso e Orfei adattato a terzino, a centrocampo Carraro in mediana affiancato da Nador e Maistro, e tridente offensivo con Rosafio e D’Orazio larghi a supporto di La Mantia riferimento centrale. Il lavoro e le gambe pesanti di questi primi giorni di ritiro e la modestia dell’avversario rendono la valutazione della partita chiaramente molto relativa. Ciononostante si può trarre già qualche buono spunto con le primissime impressioni della nuova SPAL.

Tra i più attivi La Mantia, che spara sul portiere la prima occasione dopo tre minuti ma insacca di testa il cross di Orfei al quinto aprendo il tabellino della gara. I biancazzurri infatti spingono principalmente sulla corsia mancina, anche per sfruttare la corsa proprio di Orfei, tra i più propositivi in sovrapposizione grazie alle sue spiccate doti offensive. Il raddoppio arriva qualche secondo dopo il quarto d’ora con una buona sponda di prima di La Mantia per Rosafio che buca sotto le gambe Ordenes. Ancora La Mantia insacca facile dopo una grande giocata di un D’Orazio particolarmente ispirato e fa 4-0. Nessuna particolare indicazione da Maistro, autore del gol del 5-0 grazie a un cross basso di Iglio. Il trequartista polesano è sembrato rimanere sulla falsariga dello scorso campionato per intensità e giocate, ma va anche aggiunto che è parso tra i più affaticati. Il palo di un Carraro molto ordinato in impostazione fa da preludio alla tripletta di La Mantia che incorna alla mezz’ora ancora su cross di Orfei. Funziona infatti la catena di sinistra con D’Orazio a puntare l’uomo convergendo e lasciando lo spazio per la sovrapposizione (costantemente chiamata da Dossena) di Orfei e il supporto centrale di Nador, anche lui tra i più appesantiti dai carichi di lavoro di questi giorni. Tuttavia il tedesco-togolese ha messo in mostra buona tecnica abbinata alla ben nota forza fisica. Su un’imbucata di Arena arriva il gol che chiude il primo tempo con l’inserimento di un ottimo Orfei che sigla il 7-0. Nonostante un futuro molto probabilmente al piano superiore, prima frazione di grande concentrazione e richiami ai compagni di Thiam, praticamente mai impegnato ma molto loquace nella gestione della linea difensiva, come d’altra parte ce lo si ricordava nella sua precedente parentesi ferrarese. Sulla stessa frequenza Arena, leader arretrato del primo tempo, solido nelle poche sollecitazioni e autore del momentaneo tris. 

Nel secondo tempo Dossena ne cambia dieci lasciando solo Nador rispetto alla prima frazione: il centrocampista si abbassa sulla linea di difesa davanti ad Alfonso (sostituito poi da Meneghetti nel finale) formando la coppia di centrali con Breit, terzini Bruscagin e Tripaldelli. A centrocampo Collodel e Contiliano mezzali, con Puletto riferimento centrale in un ruolo che ricopriva nei primi anni di carriera tra le Under biancazzurre. Davanti tridente composto da Rabbi, Antenucci e Rao. Rabbi, allargato a destra un po’ per necessità e un po’ per caratteristiche, apre le marcature del secondo tempo con un colpo di testa su calcio d’angolo battuto da un vivace Puletto, filtro del gioco biancazzurro, spesso libero di sganciarsi centralmente con i compagni di reparto a coprirgli le spalle. Antenucci segna il gol del 9-0, ma si mette in mostra anche per la consueta leadership nel richiamare i compagni oltre che per una buona partecipazione nell’apertura dell’azione. L’assist di Rao per il capitano è una delle giocate in rapidità del talento classe 2006, in evidenza per strappi ad alta intensità in dribbling e per il gol della doppia cifra su cross di Rabbi, dopo che lui stesso aveva fatto partire l’azione. Molto mobile ma ancora poco appariscente Contiliano, spesso richiamato per trovare la giusta collocazione, così come Collodel, meglio in inserimento che con la palla tra i piedi a tentare di aprire il gioco. Ai terzini del secondo tempo è stato richiesto lo stesso lavoro rispetto alla prima frazione, con risultati meno efficaci, nonostante l’intraprendenza di Bruscagin e Tripaldelli, evidentemente più indietro di condizione. Spazio poi anche ai cambi con Bassoli per Nador, Boccia per Contiliano e l’esordio di Francis De Francesco, attaccante classe 2006 statunitense in prova, ben accolto dai compagni che lo hanno cercato con insistenza aiutandolo con indicazioni in inglese. Il ragazzo del New Jersey viene da un’academy che ha disputato la finale Under 19 della MLS Next Cup.

A conti fatti l’impressione è che Dossena stia cercando di impostare il gioco della sua SPAL con meno palleggio a centrocampo, sfruttando le sovrapposizioni dei terzini per creare superiorità numerica sugli esterni con le ali a piede invertito e cercare il cross in area per la punta, alla quale è invece richiesto grande lavoro di sponda per poi buttarsi dentro l’area. Alle mezzali Dossena ha richiesto continuo smarcamento per far partire l’azione, ma un gioco molto rapido senza passaggi orizzontali.

Il mister è rimasto sempre in piedi a dare indicazioni ai suoi ragazzi: costante la ricerca e la richiesta di velocità e sovrapposizione dei terzini per allargare il campo, cercando di scardinare una squadra comprensibilmente chiusa. Tra le chiamate più significative la pretesa di aprire e cambiare il gioco una volta arrivata la pressione avversaria su un lato: Dossena non vuole infatti una ricerca insistita dello spazio dove non ce n’è, e ha sempre richiesto il cambio di gioco in maniera veloce ai suoi quando gli avversari chiudevano le maglie. Dunque ampiezza e pressing alto sono le basi della filosofia del nuovo mister biancazzurro, in attesa di introdurre altri concetti di fronte ad avversari dal maggiore coefficiente di difficoltà.