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Dopo una settimana d’ambientamento Igor Radrezza (1993) è stato presentato come nuovo giocatore della SPAL. Il trequartista padovano è il primo innesto operato da Alex Casella e proprio il direttore sportivo biancazzurro ha voluto rompere il ghiaccio, esprimendo il suo orgoglio: “Sento un pizzico di emozione nel presentare il primo colpo in entrata della stagione. La sua presentazione comunica che vogliamo iniziare la stagione in maniera propositiva, portando a Ferrara un giocatore dal quale ci aspettiamo tantissimo. Rispecchia l’idea di Dossena: ci dovrà dare velocità di testa e di piede, con una buona qualità di manovra. Tanto passerà da lui, così come per gli altri interpreti. Siamo onorati di averlo con noi e non posso che rinnovargli l’augurio di una stagione molto positiva. È un calciatore che personalmente conosco molto bene, poiché l’ho incontrato spesso da avversario. Igor ha un’arma importante: la palla inattiva. Questa caratteristica, specie nel calcio moderno, è rilevante. In effetti sempre più partite vengono determinate da queste giocate”.

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Successivamente è stato il turno del centrocampista 31enne, il quale si è subito messo a disposizione per le domande della stampa locale.

RESPONSABILITÀ – “È un piacere essere qui. Credo sia doveroso partire dai ringraziamenti: naturalmente ci tengo a ringraziare il presidente e il direttore per avermi scelto e voluto qui alla SPAL. Sono orgoglioso di essere il primo acquisto: ringrazio anche il mister Dossena, perché se sono qui è anche per merito suo. Sono positivo, felice ed orgoglioso di far parte della SPAL. Se posso un po’ presentarmi, sono un ragazzo a cui piace prendersi le proprie responsabilità. Penso di avere personalità e amo farmi giudicare sul campo. Di solito non sono un tipo che parla troppo, ma che preferisce dimostrare sul campo”.

INSERIMENTO – “L’unico ex compagno che ho incontrato qui a Ferrara è Rosafio, con il quale ho avuto il piacere di giocare alla Reggiana. Per il resto tutti i ragazzi esperti sono giocatori che ho più volte incontrato da avversari. Più o meno ho avuto modo di conoscerli tutti, anche i più giovani. Sono davvero felice di far parte di questo club: per me è una grande opportunità peraltro nel livello più alto della mia carriera. So che punteranno molto su di me e io cercherò di ripagare questa fiducia”

Con i compagni mi trovo molto bene, così come con mister Dossena. Sono entrato da poco in ritiro, dunque devo recuperare, ma mi sto concentrando nella conoscenza del mister e dei compagni che ci sono. Sono felice per tante cose: Dossena mi ha fatto una buonissima impressione. Già parlando con lui ho potuto constatare che molti concetti si sposano perfettamente con il mio pensiero. Quando hai un allenatore che ti mette nelle migliori delle condizioni è la cosa più bella che ci sia. Io cercherò di dare il mio contributo quando verrò chiamato in causa. Voglio farmi conoscere per le mie gesta sul campo: non sono un giocatore che ha fatto molti gol in carriera, perché mi piace mettere a suo agio il compagno e aiutarlo a segnare. Come ha detto il direttore: la palla inattiva è una mia qualità che ho sfruttato molto in questi ultimi anni. Spero di battere il mio record e di migliorare ancora”.

CONDIZIONE – “Sicuramente sono un po’ in ritardo rispetto ai miei compagni che vengono da 15 giorni di ritiro. Io ho lavorato un po’ a parte a casa con un preparatore, ma spero di poter mettere qualche minuto nelle gambe. Per la partita di sabato (contro il Forlì, ndr) spero anch’io di fare qualche minuto, ma sono cose che vanno chieste all’allenatore. Io sono a disposizione: mi sto allenando un po’ con la squadra e un po’ individualmente, ma ho tanta voglia di cominciare. Questo potrebbe accelerare i tempi di inserimento”.

foto Filippo Rubin

RUOLO – “Quando ero più giovane ero più offensivo. Nel calcio moderno fra rotazioni e cambi repentini mi reputo un giocatore duttile. Posso trovarmi anche venti metri più avanti come vertice offensivo e poi tornare ad un ruolo maggiormente difensivo. Negli ultimi tre anni ho arretrato il mio raggio di azione, ricoprendo il ruolo del playmaker in un centrocampo a tre. Che sia un 352 o un 433 come partiremo qui, mi piace dettare i tempi di gioco della squadra, mi piace dare qualità e toccare più palloni possibili. In generale adoro far giocare la squadra in maniera pulita e, perché no, mandare in gol i miei compagni di squadra. Queste sono le mie caratteristiche, ma se devo inserirmi in un centrocampo a tre mi vedo più playmaker che mezzala, ma sono un giocatore che si adatta bene”.

LA SCELTA DELLA SPAL – “Di certo quando ti arriva una chiamata dalla SPAL è abbastanza scontato accettare subito. Per storia, per blasone e per esperienza personale ho sempre pensato che anche solo il nome stesso della SPAL ti conduca a scegliere questa meta. Avevo volontà di proseguire un certo tipo di percorso: sono venuto a Ferrara specialmente da avversario, ma ora che sono qui sono davvero orgoglioso di vestire questa maglia. È chiaro che questa società non c’entra molto con la serie C per molti aspetti, e io sono un giocatore che ha voglia di vincere. Ho avuto altre richieste, ma ho sempre detto che per me venire a Ferrara era la priorità”. 

SERIE C – “È un campionato complicato: la serie C è un po’ una categoria strana, perché non ti perdona. Noi partiamo per far bene e per vincere ogni partita, specie perché siamo la SPAL. Conosco molto bene il girone B, fino a tre anni fa ci giocavo con la Reggiana. Se devo fare una previsione, penso che i gironi B e C siano più robusti rispetto al girone A. Anche quest’anno nel girone B ci sono almeno 6-7 squadre che puntano a vincere il campionato, oltre a qualche sorpresa come il Milan Futuro. Sarà un girone complicato, ma siamo la SPAL e come tale dobbiamo farci rispettare dappertutto”.



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