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Simone Rabbi (2001) ha rapidamente voltato pagina dopo il suo approdo al Cittadella, ma non ha rinunciato a dire qualche parola su cosa non è andato nella sua esperienza a Ferrara. L’attaccante lo ha fatto nel contesto di un’intervista realizzata dal collega Diego Zilio e pubblicata sull’edizione del 3 agosto de Il Mattino di Padova.

È stata una trattativa veloce: ero legato alla SPAL da altri due anni di contratto, ma appena ho saputo che c’era la possibilità di venire qui l’ho colta, rescindendo. A Ferrara ho trascorso un paio di stagioni in cui ho faticato a esprimermi e questa per me è un’opportunità di rilancio grandissima. Non vedo l’ora che arrivino le partite ufficiali“.

Il direttore Marchetti cosa le ha detto per convincerla?
Ho bisogno di ritrovare fiducia e serenità nel mio lavoro e lui mi ha subito descritto l’ambiente granata, facendomi capire che qui c’è ciò di cui avevo bisogno“.

Cosa non ha funzionato a Ferrara?
È stato un periodo complicato per via dei tanti cambi di allenatore e della necessità di adattarsi velocemente a ogni nuovo staff. Vale a livello personale, ma credo che i sei cambi in panchina si siano riflettuti sul rendimento di tutta la squadra. Personalmente sono abbastanza soddisfatto del mio primo anno e per niente del secondo. Ora ho la possibilità di ricominciare e voglio ripagare la fiducia che mi è stata concessa“.

Alla SPAL ha lavorato anche con Venturato, di cui Gorini (attuale mister del Cittadella) segue le orme.
E devo solo ringraziarlo, perché arrivavo da un anno in serie C a Piacenza e lui mi ha dato spazio in B, nonostante ci fossero giocatori molto forti in rosa. All’inizio non era nemmeno sicura la mia permanenza, lui mi ha aiutato a integrarmi e a crescere. Credo che aver lavorato con lui possa essere un piccolo vantaggio, qui“.



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