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Nella prima uscita stagionale ufficiale valida per il primo turno di coppa Italia di serie C, la SPAL cade in pieno recupero per 2-1 contro una buona e vivace Atalanta U23 che elimina in questo modo i biancazzurri, ancora in piena fase di costruzione. Difficile fare una valutazione attendibile su una squadra che nel giro dei prossimi venti giorni vedrà cambiare gran parte del proprio organico, ma qualche considerazione generale può comunque essere espressa.

Cominciamo con le scelte dell’undici iniziale di mister Dossena che hanno destato qualche sorpresa. Il solito 433 del mister ha infatti previsto l’esordio del nuovo portiere Melgrati subito attento e concentrato, difesa da destra a sinistra composta da Bruscagin, Arena, Bassoli e il rientrante dall’infortunio Saiani (che non si vedeva in campo da Virtus Entella-SPAL del 14 aprile), a centrocampo il play Radrezza affiancato da Nador e Collodel, e il tridente offensivo con Rosafio (che non aveva preso parte alle ultime due amichevoli con Este e Forlì per vicende legate al mercato), Karlsson e Rao.

Avvio vivace quello che contraddistingue l’afosa giornata di Caravaggio dove non mancano le occasioni: a farsi notare più di tutti nella SPAL è senz’altro il centravanti Karlsson. L’islandese, almeno nel primo tempo, arriva tuttavia al tiro sempre con poca forza, senza riuscire a rendere davvero pericolose sue conclusioni. Gli uomini di mister Dossena cercano con grande costanza la costruzione del gioco dal basso facendo del proprio nuovo play Radrezza l’uomo fondamentale per innescare in profondità i tre attaccanti biancazzurri e in particolar modo lo stesso Karlsson che proprio per questo arriva spesso dalle parti del portiere avversario. L’ex Venezia si è reso prezioso anche come catalizzatore per il gioco dei biancazzurri, con sponde e movimenti molto intelligenti.

Da una prima impressione sicuramente sono positive le prove degli acquisti della sessione estiva, oltre al già menzionato Karlsson. Radrezza, dopo qualche comprensibile difficoltà nella gara con il Forlì, sembra aver preso in mano le geometrie della squadra riuscendo a raccogliere più di qualche applauso per alcune sventagliate a tutto campo. Positiva è anche la prova di Melgrati che offre un’importante voce alla difesa, oltre che compiere due buone parate su Vlahovic e Bernasconi. Incoraggianti le prestazioni dei subentranti Bachini e Zammarini che si fanno notare soprattutto in fase offensiva rispettivamente con un tiro cross che Collodel sbaglia a gestire (provando un difficile colpo di tacco) e un’azione personale che si conclude con una difficile conclusione di controbalzo che finisce alta.  

Qualche difficoltà in più si manifesta in fase difensiva dove soprattutto nel primo tempo i centrali Bassoli e Arena appaiono molto distanti tra di loro, tanto da concedere almeno due situazioni molto pericolose agli attaccanti della Dea. In ritardo sono anche Bruscagin che sbaglia tanto nella fase di costruzione e viene saltato troppo facilmente da Vavassori e l’esterno Rosafio, mai realmente pericoloso con i suoi cross a rientrare dalla destra con il mancino. 

A livello di gioco c’è sicuramente da notare un passo in avanti rispetto alle amichevoli contro Este e Forlì. La squadra inizia ad assorbire il concetto di giocare sull’ampiezza degli esterni per permettere inserimenti da parte delle mezzali e rendere più pericolosa la punta centrale. La condizione fisica inizia a migliorare e finché le gambe girano la SPAL si prende dei rischi, ma allo stesso tempo crea buone situazioni in fase offensiva. Soprattutto nella prima frazione la fase di pressione (richiesta a gran voce da mister Dossena) ha portato i centrali dell’Atalanta a commettere errori grossolani che non sono stati sfruttati, seppur lascino una discreta fiducia sulle possibilità e capacità di un attacco che dovrà sicuramente essere completato con due esterni destri e un centravanti dotato di caratteristiche non dissimili da quelle di Karlsson.