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La prima vittoria stagionale della SPAL in casa del Sestri Levante può rappresentare il primo punto di svolta della stagione. A mente fredda ecco alcuni degli spunti di riflessione più rilevanti per la settimana biancazzurra dopo la trasferta in Liguria.

Magari il campionato della SPAL inizia ora

Si tratta senz’altro di un luogo comune tra i tanti di cui abusano i giornalisti, ma è bello pensare che la vittoria di Sestri abbia davvero permesso di ingranare la marcia dopo un mese (Coppa Italia compresa) un po’ allucinante e contraddistinto da distrazioni di ogni genere. È lecito pensarlo soprattutto perché dopo quattro partite la SPAL si è finalmente tolta di dosso la “scimmia” di quel segno meno in classifica che rendeva tutto più grigio. Per quanto il Sestri Levante sia sembrata una formazione molto fragile il peso specifico di un successo in trasferta è elevato per il morale, specialmente dopo una settimana complicata come quella che ha seguito la brutta sconfitta casalinga con la Lucchese. Scrollata via l’ansia del risultato pieno, ora la SPAL ha davanti sette giorni pieni per migliorare ulteriormente gli automatismi e ripresentarsi davanti al suo pubblico che non vede l’ora di prendere nota dei progressi. Nota a margine: la vittoria di Sestri dello scorso anno fu una delle pietre angolari della salvezza costruita da Mimmo Di Carlo, chissà che anche quest’anno non possa rappresentare un buon punto di partenza per risalire.

Dossena aveva ragione, ora lasciamogli tempo

Il Dossena visto nel post partita di SPAL-Lucchese era quanto di più vicino si possa immaginare a un uomo disarmato. La preoccupazione era doppia, perché in queste situazioni, con una prestazione come quella, affidarsi all’allenatore è una delle poche cose che i tifosi possono fare. Il mister però ha smaltito in fretta la delusione (e forse anche un po’ di sconcerto) riprendendo subito in mano le redini, con lucidità: aveva ragione quando diceva che non era tutto da buttare e che bisognava lavorare molto sulla fase difensiva, tenendo però quanto di buono fatto in attacco. È bastata una partita per continuare a creare tanto (e segnare), subendo meno, registrando la difesa, che pur ha ancora bisogno di tanto lavoro, ma che intanto un primo passo nella giusta direzione lo ha fatto. “Tempus edax rerum” dicevano i latini, “Il tempo divora le cose”: Venturato e Di Carlo a esempio. Se riconosciamo che Dossena aveva ragione riconosciamo anche che sa quello che sta facendo e ha coscienza della situazione. Diamogli tempo di lavorare e trasmettere le sue idee, e diamo il tempo (anche) ai giocatori di assorbire i carichi di lavoro: lo ha detto anche Radrezza dopo Sestri, di essere soddisfatto per aver retto tutta la partita. Sono passate quattro partite, la SPAL ha lavorato molto sulla forza in ritiro e ciò comporta che i carichi di lavoro hanno bisogno di tempo prima di dare i frutti: se abbiamo imparato qualcosa dalle ultime stagioni, aspettiamo.

Due trascinatori, due generazioni

Sono due i giocatori che più degli altri hanno trascinato la SPAL e che in queste prime giornate hanno dimostrato di averne di più, per un motivo o per un altro: Rao e Antenucci, i due migliori in campo nella vittoria di Sestri. Quando Rao nasceva, il 28 marzo del 2006, Antenucci aveva già all’attivo tre stagioni tra i professionisti, in serie C. Sono attualmente loro i migliori marcatori della SPAL nonostante l’esiguo numero di partite giocate, ma ciò che conta è più nelle fondamenta. La partita del “Sivori” ha dimostrato in maniera lampante il canovaccio del sistema di gioco dei biancazzurri: sfruttare le corsie, in modo particolare quella di sinistra. Contro la Lucchese era sembrato più un “palla a Rao e speriamo combini qualcosa”, in Liguria invece c’è stato del metodo, anche perché lo stesso Rao ha alzato la qualità delle sue giocate e l’azione del gol è stato un saggio di tecnica da vedere e rivedere. Si aggiunga il sostegno costante di Mignanelli ed ecco che lo sfogo sull’out di sinistra potrà rappresentare un’arma molto interessante per questa SPAL, soprattutto se il numero undici biancazzurro riuscirà a fare quel salto di qualità anche nella ricerca della porta una volta rientrato sul piede forte. Chi la porta la trova al primo tentativo è ovviamente Antenucci: il capitano è al terzo gol in due gare e dalla sua parte c’è un atteggiamento da leader indiscusso che non scopriamo certo alla 150esima presenza in biancazzurro. Dopo aver annunciato questa come la sua ultima stagione sui social lo scorso luglio, proprio sui social ha condiviso una storia che ci ruba perfettamente le parole di bocca: “standing in the Hall of Fame”.

A volte fare un passo indietro è una cosa positiva

Ammettere l’errore e fare un passo indietro è qualcosa di complicato, in ogni ambiente e per chiunque, ma molte volte rappresenta la soluzione migliore. Lo hanno fatto la SPAL e Fusco richiamando Di Carlo a febbraio, lo hanno fatto Casella e Dossena reintegrando un Buchel messo fuori dal progetto fin dal primo giorno. All’indomani della sconfitta con la Lucchese era un tema che in tanti avevano sollevato: le ragioni sono sempre state di natura tecnico-tattica ed economica, ma perché impuntarsi in maniera così ostinata? Soprattutto nei confronti di un giocatore che in sei mesi aveva comunque dimostrato di avere qualità di gran valore per la categoria, soprattutto se rapportate alle difficoltà evidenziate dal reparto di centrocampo nelle prime uscite. La SPAL se n’è resa conto, forse un po’ in ritardo, anche perché per quanto Buchel si sia allenato da solo, ha comunque saltato l’intera preparazione, sempre per una questione di principio e forse per una convinzione troppo ottimistica di riuscire a piazzarlo nel mercato estivo. Ora Buchel è stato reintegrato: sarebbe stato del tutto illogico lasciarlo fuori rosa, con un contratto come il suo e con un reparto in difficoltà numerica e tattica. I 25 minuti di Sestri hanno ripresentato un giocatore disciplinato e potenzialmente: non sorprenda se nel giro di qualche partita riuscirà a riprendersi anche il posto da titolare. Errore o necessità, la SPAL se n’è resa conto in tempo.

In teoria col Carpi ci saranno due opzioni in più

Il ritorno, per certi versi inaspettato, di Buchel ha ampliato le possibilità di Dossena a centrocampo e se tutto andrà come previsto lunedì 23 settembre tornerà anche Awua tra gli arruolabili. Il nigeriano rappresenta una risorsa preziosa perché potrebbe consentire al tecnico sia di dare sostanza extra al 433, sia di mettersi col 4231 come aveva fatto nel finale di gara contro l’Ascoli. Non solo: il posticipo della 5^ giornata potrebbe segnare anche il rientro di Karlsson. Se da un lato la notizia non farà troppo piacere a un Antenucci on fire, dall’altro può fornire un’alternativa validissima nel caso si rendesse necessario far rifiatare un po’ il capitano o cambiare il piano di gioco. Il tutto in attesa che Bidaoui trovi la condizione per rendersi utile al di là di brevi spezzoni.