foto Filippo Rubin
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Arriva la prima gioia da tre punti per la SPAL di Dossena, che sbanca Sestri Levante per 3-1 tenendo la partita in completa gestione per tutti i 90 minuti. I biancazzurri hanno reso praticamente inoffensiva la squadra ligure e al tempo stesso hanno gestito bene un campo sintetico molto insidioso, zittendo così il brusìo che si era creato dopo le ultime due sconfitte.

Dossena manda in campo la squadra ipotizzata nel corso della conferenza stampa pre-gara, schierata con il 4-3-3: Melgrati in porta, confermata la linea difensiva titolare contro la Lucchese (Calapai, Arena, Sottini, Mignanelli), a centrocampo ai fianchi di Radrezza hanno agito Zammarini ed El Kaddouri (al suo esordio dal primo minuto in maglia spallina), e tridente abituale con Antenucci, Rao e D’Orazio.

La partita di ragazzi di Dossena è stata attenta e di qualità. In fase di non possesso la SPAL ha alternato un pressing ultra-offensivo portato dai tre attaccanti ed El Kaddouri, ben seguiti dalla linea di centrocampo, che ha garantito soprattutto nei primi 60 minuti di gioco molti recuperi palla nella metà campo dei liguri, ed altrettanti errori in costruzione dei rossoblù. I diversi reparti hanno lavorato bene, mostrando finalmente una buona sinergia sulle catene laterali dove D’Orazio e Rao hanno raddoppiato e creato densità a sostegno di Calapai e Mignanelli.

Buono anche il lavoro della linea mediana, con El Kaddouri sul centro-sinistra e Zammarini sul centro-destra che hanno interagito bene sia con le catene laterali sia con i difensori centrali, tenendo sotto controllo i tentativi di sviluppo di gioco del Sestri Levante. I difensori centrali hanno lavorato bene sulle giocate alte in anticipo, mentre è emersa ancora qualche incertezza nella marcatura uomo su uomo in area di rigore, situazione da cui è scaturito il fortunoso gol del pareggio ligure e altre tre situazioni pericolose nell’arco della gara. Da segnalare anche alcune leggerezze in fase di costruzione sulla linea di centrocampo, che così come le situazioni precedenti, hanno rischiato di rimettere in discussione una partita a tratti a senso unico.

In fase di possesso la SPAL ha giocato con qualità: è riuscita ad alternare fasi di gestione palla a fraseggi a intensità più alta, ha lavorato molto bene sulle catene esterne (soprattutto a sinistra Mignanelli e Rao sono stati costantemente pericolosi) e sugli sviluppi rapidi centrali con Radrezza ed Antenucci, ha ricercato i cambi gioco sugli esterni e la ricostruzione dal basso ad avversario schierato. Il gol di Antenucci e quello di Rao nascono proprio da sviluppi offensivi di qualità.

La presenza in campo di El Kaddouri amplia le possibilità in fase di costruzione del gioco, perché a Radrezza marcato il centrocampista marocchino si fa carico della prima impostazione o viceversa, e proprio Radrezza sembra beneficiare di questa soluzione in quanto riesce ad ampliare di molto il suo raggio di azione e avvicinarsi maggiormente alla porta avversaria. Interessante la posizione di Mignanelli, che in fase di costruzione dal basso offre spesso una possibilità ulteriore di gioco accentrando la propria posizione. Una menzione anche per il gol di Radrezza, che finalmente ricorda che il tiro da fuori area è consentito e deve essere una soluzione ulteriore.

Con il rientro in campo di Buchel la SPAL ha variato leggermente l’assetto, schierandosi con il 4-2-3-1 con Radrezza in posizione di trequartista e Zammarini e Buchel come mediani: questa potrebbe rivelarsi una soluzione di gioco interessante, perché proprio Buchel nella seconda metà della stagione scorsa si era disimpegnato molto bene agendo con un altro centrocampista accanto (in quel caso Carraro).

Cosa ha funzionato:

* La personalità della squadra: dal fischio di inizio a quello finale i ragazzi di Dossena sono stati in campo con attenzione, ordine, intensità e presenza fisica. Anche dopo il fortunoso pareggio degli avversari hanno continuato a produrre gioco, arrivando al meritato raddoppio, e hanno gestito con grande intelligenza la seconda frazione di gioco.

* La catena di sinistra. Rao ha ricevuto e controllato diversi cambi di gioco, limitando l’eccessiva ricerca dell’uno contro uno e della ricerca ossessiva del tiro, mettendosi più a disposizione della squadra: ne è nata probabilmente la sua più bella prestazione da quando è professionista, impreziosita da un gol che è un vero gioiellino. Mignanelli, ancora una volta, ha arato la sua corsia: innumerevoli le sovrapposizioni e i cross, si è messo in mostra anche per alcuni recuperi palla sulla linea mediana.

* Mister Dossena: se è vero che la SPAL ha fatto due passaggi a vuoto contro Perugia e Lucchese, è altresì vero che contro Ascoli e Sestri Levante si è vista una squadra che sta lavorando su un’identità di gioco che va oltre il risultato della singola partita, dando priorità al progetto, alla crescita, alla valorizzazione ed all’unità di intenti, mettendo il proprio credo tattico a disposizione delle caratteristiche dei singoli.

Cosa non ha funzionato:

* Ancora una volta la SPAL concede gol alla prima vera occasione avversaria: in linea generale si percepisce della disattenzione nelle situazioni difensive in area di rigore e qualche incertezza di troppo nella lettura delle palle profonde, a cui i liguri erano “invitati” quando la SPAL alzava l’altezza del proprio pressing.

* Gli errori in disimpegno, che tecnicamente possono capitare, ma in fase di uscita -soprattutto quand’è semplice – devono essere evitati: dalla partita di sabato si deve imparare che tali errori hanno portato a tre ripartenze liguri e due ammonizioni. La crescita della squadra deve passare attraverso la progressiva riduzione di queste incertezze.

* L’equilibrio. Anche a Sestri ci sono stati momenti della gara in cui la squadra è parsa sbilanciata in avanti, situazione chiaramente legata ad uno sviluppo offensivo in corso intercettato dagli avversari, con i due centrali spesso affiancati ed in difficoltà.

* Se guardiamo alle ultime stagioni alla SPAL è spesso mancata la capacità di confermarsi dopo prestazioni convincenti: è qui che ora è lecito aspettarsi dalla squadra di Dossena un cambio di rotta. Ci saranno ancora le difficoltà previste dal percorso, ma infilare risultati positivi aiuta a cementare le proprie certezze. Questo gruppo, pur incompleto in alcuni reparti, può divertire ed entusiasmare con le sue qualità.

 

— Andrea Coletta, 40 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.