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La SPAL esce dal campo sconfitta per la seconda volta in tre giorni e viene giustamente contestata dai tifosi dopo una prestazione confusionaria non adeguata al cospetto di un’avversaria organizzata, che ha manovrato in modo fluido e rapido, e che è sembrata essere molto più avanti della formazione di Dossena sotto l’aspetto tattico e fisico.

Dossena ha schierato il classico 4-3-3, con Melgrati in porta, Bruscagin, Arena, Sottini e Mignanelli sulla linea difensiva, Radrezza, Zammarini e Awua sulla mediana, Antenucci, Rao e D’Orazio in attacco. La partita dei ragazzi di Dossena è stata disorganizzata. In fase di non possesso la SPAL ha sostanzialmente perso la partita. La squadra ha cercato un pressing offensivo o ultra-offensivo guidato da capitan Antenucci, ma sia gli esterni d’attacco sia la linea mediana hanno seguito il primo movimento con ritardo, rendendolo di fatto inefficace: l’Entella è quindi riuscita ad aggirare la prima pressione spallina con degli scambi rapidi tra le linee di difesa e centrocampo, costringendo la difesa di Dossena ad affrontare l’attacco ligure correndo “spalle alla porta” e il centrocampo a rincorrere. Alla terza partita in sei giorni questa costante situazione ha comportato un dispendio consistente di energie. Nelle fasi di fraseggio dell’Entella il centrocampo della SPAL ha faticato tremendamente nell’affrontare l’avversario con i tempi corretti, trovandosi in difficoltà nel coprire le linee di passaggio e in costante situazione sfavorevole negli uno contro uno. Sulle corsie laterali la densità è stata buona, ma non altrettanto l’efficacia dell’opposizione agli attacchi liguri.

In fase di possesso la SPAL è risultata nuovamente carente nella proposta offensiva: la difesa a tre dell’Entella marcava a uomo i tre attaccanti spallini, allargando i braccetti su Rao e D’Orazio che si sono molto chiusi all’interno del campo piuttosto che cercare di giocare sulle linee laterali, situazione che avrebbe costretto l’Entella ad allargare molto le maglie difensive o a dover abbassare gli esterni di centrocampo. Proprio la libertà di azione degli esterni di centrocampo dell’Entella ha fatto sì che la differenza numerica a centrocampo (3 vs 5) sia diventata ingiocabile per la SPAL, con giocatori costantemente raddoppiati e in alcuni casi triplicati. Quando la SPAL è riuscita a fraseggiare, purtroppo sono subentrati banali errori di tecnica individuali che hanno portato a perdere palla, e quindi a rincorrere di nuovo i liguri. La spinta sulle corsie esterne è stata frammentaria, principalmente quando Dossena con i cambi ha schierato i suoi con un 4-2-3-1. Poche sono state le giocate profonde sugli esterni d’attacco, mentre quelle su Antenucci sono state in genere giocate di alleggerimento che hanno spesso peccato di precisione.

Cosa ha funzionato:

* Nelle fasi in cui l’Entella ha rifiatato, la SPAL è riuscita ad alzare il baricentro della propria azione, mostrando una discreta circolazione della palla, guadagnando dei calci d’angolo o dei calci di punizione da posizioni interessanti, purtroppo non sfruttati a dovere.

* In una prestazione negativa, seppure al cospetto di una buonissima squadra che ha dimostrato di avere più identità e profondità di organico, ci sono stati frangenti in cui la fase di non possesso è riuscita a rallentare o fermare gli sviluppi di gioco avversario.

Cosa non ha funzionato:

* Sebbene l’Entella abbia dominato a centrocampo, la SPAL ha subito il primo gol (autorete di Awua) quando i guantoni di Melgrati erano ancora puliti e il raddoppio alla terza conclusione degli avversari: questa è oramai una costante, pertanto pare evidente che il centrocampo manchi nella sua opera di filtro e protezione della linea difensiva, e che probabilmente senza un livello di brillantezza fisica elevata la squadra sia sostanzialmente sbilanciata e incapace di fornire adeguata protezione alla linea difensiva.

* La sensazione del primo settembre (giorno dopo la chiusura del mercato estivo) era quella di una rosa incompleta: è stato bravo Dossena a oscurare questo evidente problema con un calendario classico di una partita alla settimana, ma non appena gli incontri si sono intensificati ecco che la sensazione diventa certezza e la SPAL non trova nelle rotazioni dei giocatori in grado di interpretare le partite, né tantomeno di incidere. È stato evidente infatti come i cambi operati contro l’Entella abbiano notevolmente abbassato il livello della squadra: Buchel è stato impreciso e meno efficace di un Radrezza completamente oscurato dal centrocampo dell’Entella, Bidaoui ha provato un paio di spunti che non hanno portato a molto in più rispetto ad un D’Orazio spaesato, Karlsson è parso essere ancora alla ricerca della forma migliore e non è riuscito a trarre giovamento dai tre giocatori schierati a suo supporto, Ntenda doveva proporre le sovrapposizioni che Bruscagin non è riuscito a fornire ed è parso fuori contesto, impaurito, incapace di attaccare la fascia quando libera e ricorrendo a disimpegni sommari che hanno causato pericolose ripartenze dei liguri.

* Una squadra spaesata, questa è sembrata la SPAL contro l’Entella: la squadra che lunedì 23 settembre (solo 7 giorni fa) aveva regalato 70 minuti di alto livello contro il Carpi è completamente sparita, e con essa le trame offensive, la compattezza tra i reparti, l’identità che si era sviluppata. Sicuramente la mancanza di ricambi adeguati in numero e qualità, la stanchezza per gli impegni ravvicinati e l’aver affrontato una buonissima squadra come l’Entella hanno amplificato la sensazione che molti giocatori vagassero per il campo senza il concetto di movimento armonico di squadra. Nel post-gara Dossena ha parlato di anarchia mentre Casella ha menzionato il cuore. Forse un paio di prestazioni buone hanno portato qualche giocatore a pensare di poter essere più importante della squadra?

La SPAL tornerà in campo venerdì sera a Rimini e la squadra di Buscè non sarà un avversario semplice. La situazione ambientale è nuovamente pesante e nell’opinione pubblica si invoca già un cambio in panchina. Spesso però ci si dimentica che un progetto calcistico che passa dalla rivoluzione della squadra, dello staff tecnico e societario richiede tempo, pazienza, fiducia e anche dei passaggi a vuoto affinché determini il suo stesso valore. Negli ultimi due anni, proprio nei primi giorni di ottobre, arrivarono gli esoneri di Venturato e Di Carlo, e le stagioni non si sono rivelate delle migliori. Se da una parte Dossena avrà a disposizione quattro giorni per preparare la trasferta in terra romagnola, dove è doveroso attendersi una SPAL maggiormente lucida, bilanciata, e vogliosa di remare tutta di nuovo nella stessa direzione, d’altra parte la speranza è quella che la società mostri coerenza con le decisioni prese a inizio luglio e si adoperi per essere certa di mettere a disposizione dell’allenatore sostegno, fiducia, e intervento sul gruppo laddove necessario.

 

— Andrea Coletta, 40 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.



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