foto Rubin
Dinamica Media – leaderboard
Dimedia – leaderboard

Dopo una settimana abbondante di critiche e ansie la SPAL è riuscita, inaspettatamente, a tornare alla vittoria, battendo il Rimini a domicilio grazie alla rete allo scadere del primo tempo di Awua. A mente fredda ecco alcuni degli spunti di riflessione più rilevanti per la settimana biancazzurra, con tre punti in saccoccia ma ancora più di un dettaglio da rivedere per tornare sulla giusta strada.

Per ora prendiamoci i tre punti 

Lasciamo da parte per un attimo il pessimismo, la componente analitica, la sensazione più che concreta di non aver pienamente meritato il risultato finale. Fingiamo di non aver visto la partita: se ci limitassimo alla pura consultazione del finale, verrebbe fuori che la SPAL ha vinto 0-1 sul campo di una delle squadre più calde del momento (veniva da tre vittorie di fila) e ha interrotto la spirale di negatività degli ultimi giorni. Dossena nel post partita ha detto esplicitamente che “per come arrivavamo va bene così”: non è chiaro se si riferisse alla forma fisica, alle qualità della rosa senza gli infortunati o alla condizione mentale, fatto sta che racchiude perfettamente quanto si sta cercando di dire. Lo interpretiamo volutamente in maniera diversa rispetto al concetto “in questo momento questa squadra può puntare massimo al pareggio” di Colucci nel post partita di SPAL-Virtus Entella di un anno fa, anche perché a Rimini la SPAL ha vinto. Piaccia o meno, perlomeno fino a gennaio, la SPAL navigherà a vista, e considerando le variabili appena citate, in queste occasioni non è proprio il caso di fare i sofisticati. Morale: prendiamo questi punti e portiamo a casa, che alla fine dei conti è il risultato a fare la differenza e la SPAL è salita a quota sette (più tre sottratti d’ufficio) mettendosi davanti una settimana abbondante di lavoro con più serenità.

Però non si può sempre soffrire così

Se due indizi fanno una prova la SPAL ha un serio problema quando si trova in vantaggio. Ok lasciare da parte il pessimismo, ma oltrepassato il bottino, serve anche riflettere sui 90 (anzi cento) minuti. Contro il Carpi mezz’ora di sofferenza totale e un 2-1 portato a casa con le unghie e con i denti e con la Ovest ad alzare il muro insieme ai biancazzurri in campo. A Rimini una sofferenza diversa, ma con il senno di poi più logorante. Sì, perché avere l’uomo in più per 80 minuti poteva mettere ampiamente in discesa la partita, che è invece rimasta equilibrata nel primo tempo, con i biancazzurri intraprendenti nel cercare di creare occasioni e trovare il vantaggio con Awua. Nella ripresa però, bilancia ampiamente a favore dei romagnoli con il gol annullato per fuorigioco molto contestato e la sola occasione fallita da Rao. Non si sa se sia disabitudine alle situazioni di vantaggio o paura di perderlo, ma Dossena deve decisamente lavorare sulla testa di una squadra che nemmeno in condizioni favorevoli come a Rimini è in grado, se non di chiuderla, almeno di tenere in mano una partita. Un tratto che finisce col lasciare il retrogusto amaro anche di fronte alle vittorie.

Qualche statistica migliora, qualche altra meno

Ci sono due statistiche che emergono dalla partita di ieri. Partiamo da quella negativa e cioè che a Rimini la SPAL ha inanellato la 49esima (!) partita consecutiva senza rigori a favore. L’ultima volta dagli undici metri per la SPAL risale all’ultima giornata di B, il 19 maggio 2023 nell’1-2 di Pisa con rigore trasformato da Moncini. L’ultimo rigore in serie C addirittura alla storica cavalcata del 2015/2016 con la rete di Marco Cellini del 9 aprile 2016 in SPAL-Santarcangelo 3-1. Non può che essere un indicatore delle difficoltà che la SPAL ha avuto negli ultimi anni a riempire l’area di rigore, e anche solo le ultime prestazioni dal rientro di Karlsson hanno sottolineato come i biancazzurri abbiano un serio problema con il reparto offensivo e con l’area di rigore avversaria. L’altro dato, sicuramente più confortante, è che paradossalmente in una partita così sofferta la SPAL ha portato a casa la prima porta inviolata della stagione. Si è discusso tanto delle difficoltà nelle retrovie e di un reparto (molto) ballerino, ma per la prima volta, alla settima partita, Melgrati non ha dovuto raccogliere palloni in fondo al sacco, se non quello messo dentro in posizione di fuorigioco da Lepri. I biancazzurri hanno il secondo migliore attacco (11, dietro la Ternana a 18) insieme ad altre tre squadre, e la seconda peggior difesa, meglio solo del Legnago (che ne ha subiti 19). A viziare la statistica proprio quel Ternana-Legnago 8-0 che ha mandato agli estremi umbri e veneti, altrimenti ci sarebbero state buone probabilità di vedere la SPAL con miglior attacco e peggior difesa in simultanea. Che le squadre di Dossena fossero propense a subire tanto e segnare (se va bene) di più già si sapeva, ma la serata anomala in cui si segna solo un gol e non se ne subiscono è una base forse un po’ più equilibrata da cui poter ripartire.

I migliori che non ti aspetti 

Dossena aveva fatto intuire alla vigilia che ci sarebbe stato qualche cambio. In primis Buchel per Radrezza, addirittura in panchina per tutti novanta minuti. Non una bocciatura, ma la sensazione è che il mister biancazzurro non abbia paura di metterci la faccia e cambiare senza riguardo nei confronti di nessuno. Awua in mezzo al campo è stata una conferma, anche perché soprattutto lì in mezzo non ci sono poi tutte queste soluzioni. Bassoli scelta obbligata vista la squalifica di Sottini. Eppure, l’uomo della provvidenza è sempre quello che non ti aspetti: il gol del nigeriano è bello, forse non stilisticamente, ma sicuramente per il risultato finale con la palla colpita di controbalzo (di piatto!) e spedita nel sette. Con Zammarini ancora in difficoltà nell’offrire prove concretamente tangibili ed El Kaddouri ai box per almeno altre due settimane, l’ex Atalanta si è dimostrato attualmente quel giocatore fondamentale per garantire equilibrio a un reparto cruciale nelle richieste di Dossena. Al di là del gol, Awua è stato protagonista anche nell’altro episodio fondamentale del match, il rosso a Bellodi, e ha offerto al solito una prestazione fatta di corsa e sostanza. L’altro migliore in campo è stato Bassoli: lungamente invocato quando la SPAL faticava dietro (a dir la verità fino alla scorsa giornata), al ritorno da titolare ha offerto una prova più che positiva, attenta in marcatura e anticipo. Pare evidente che Bassoli non sia proprio il centrale preferito di Dossena per via delle sue caratteristiche, ma per migliorare dietro serve anche saper oltrepassare certe convinzioni e affidarsi all’esperienza.

Visti i cambi.. ci sarà da fare gli straordinari

La SPAL tornerà in campo domenica 13 a Campobasso per la seconda trasferta consecutiva di questo girone di andata. Verosimilmente ci arriverà con quasi tutti gli effettivi fatta eccezione per i lungodegenti Fiordaliso e Parravicini, El Kaddouri per cui i tempi di recupero sono stimati per “tre settimane più che due” come detto da Dossena in conferenza stampa, e i giocatori ai margini del progetto Iglio, Saiani e Boccia. Venerdì le sostituzioni sono state Antenucci, Nador, Polito, Bidaoui e Kane. Tralasciando il capitano, che pur rilevava un Karlsson in grossa difficoltà, gli altri quattro meritano un minimo di attenzione. Nador ha mostrato una condizione atletica lontana dall’accettabile per i ritmi in campo e forse non rappresenta il tipo di giocatore ideale per il calcio di Dossena. Di sicuro non da mezzala in un centrocampo a tre. Polito non ha combinato granché, ma già nei pochi spezzoni giocati si è dimostrato ricambio non proprio affidabile; per Bidaoui vale il discorso di Nador, a cui si aggiungono però le aspettative perché uno come lui si porta dietro un curriculum per il quale è lecito avere pretese; Kane è un 2005 alla prima stagione tra i professionisti, ha gamba e personalità ma (per ora) non si può certo contare su di lui in situazioni delicate, non per sfiducia ma per evitare di gravarlo già di responsabilità che non gli spettano. In panchina nella serata del ‘Romeo Neri’ rimanevano dunque i due portieri, Bruscagin, Radrezza, Ntenda, Bachini (che sta facendo i conti con una fastidiosa fascite plantare) e Camelio (2006 che ha all’attivo zero minuti con i senior). Il discorso del navigare a vista vale anche e soprattutto nell’ottica di una rosa che, si può dire senza offendere nessuno, è parecchio ristretta fatto salvo per quei 12-13 titolari cui Dossena si affida infatti con continuità.

 

ha collaborato Tommaso Vissoli

Lascia un commento


Leaderboard Mazzo