foto Filippo Rubin
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La SPAL partirà sabato mattina in direzione Campobasso e questo ha indotto la società ad anticipare di un giorno la classica conferenza stampa della vigilia riservata all’allenatore. Davanti ai microfoni mister Andrea Dossena è tornato sui temi della gara di Rimini e ha fatto il punto della situazione in vista della trasferta in Molise.

DISPONIBILI / INDISPONIBILI – Non ci sarà Buchel impegnato con la nazionale del Liechtenstein. Rientra Sottini dalla squalifica, ma il centrale non è nelle migliori condizioni: “Edoardo ha avuto un piccolo risentimento al tendine d’Achille – ha spiegato Dossena – e quindi dovrò fare delle valutazioni. Mi prenderò la rifinitura per decidere”. Nel corso della settimana Bidaoui ha dovuto fare i conti con una sindrome influenzale, ma la sua salute non desta preoccupazioni. El Kaddouri potrebbe anche essere convocato, ma solo a onor di firma: “Ci sta che possa essere convocato per stare con noi, ma realisticamente lo avremo a disposizione dopo la partita col Pescara. Se invece riuscirà ad accelerare il recupero potremmo anche vederlo in campo venerdì prossimo. Ma la sua età e i precedenti problemi avuti al flessore ci suggeriscono di procedere con cautela“.

DUBBI – “L’assenza di Buchel impone di cambiare qualcosa e in settimana abbiamo provato due diverse soluzioni sulla base di ciò che potrebbe fare il Campobasso a livello tattico. Ho a disposizione la rifinitura per fare le ultime considerazioni al riguardo. In difesa posso contare sull’esperienza di Bassoli ma anche sul vigore atletico di Sottini, seppure Edoardo non sia al meglio“.

ANALISI E PREPARAZIONE – “In genere sono uno che tende ad andarci giù pesante coi giocatori e dopo la partita di Rimini ho voluto analizzare col gruppo cosa abbiamo sbagliato. Ma nei quattro giorni di lavoro ho voluto sottolineare anche le cose che sono state fatte bene. Perché sì, ci deve essere autocritica, ma il messaggio deve diventare: ‘Se abbiamo delle difficoltà troviamo il modo di venirne fuori’. Se passiamo la settimana a dire ai ragazzi che non sono idonei e sbagliano questo o quello poi la testa diventa pesante. Subentra la negatività che poi incide sugli allenamenti e sulle partite. Per questo sono dell’idea che col lavoro se ne viene sempre fuori. L’analisi dev’essere equilibrata: per 60 minuti la SPAL ha fatto un’ottima prestazione a Rimini, senza concedere un tiro in porta e proponendo gioco nella metà campo avversaria anche quando la situazione era di parità numerica. Questo nonostante il Rimini venisse da tre vittorie e avesse molto entusiasmo. Nella mezz’ora finale non siamo stati organizzati a sufficienza, qualcuno ha voluto dare una mano ai compagni ma senza ragionare di squadra e questo ha portato anche a letture sbagliate di certe situazioni. Però se continuiamo a martellarci con quello che non va ci scaviamo la fossa da soli. L’autocritica è opportuna, ma non deve portare a disintegrarci. Siamo tutti d’accordo sul voler dare soddisfazioni alla società e ai tifosi. In questi giorni ho visto grande impegno e allenamenti fatti bene. Facciamo in modo di mandare via le nuvole e non di andare a cercarle“.

CRITICHE – “Non mi dà fastidio ricevere delle critiche. Anzi, queste ci permettono di crescere e di avere le spalle larghe. Se però andiamo sempre e solo a vedere i difetti che abbiamo non ci facciamo un favore. Certo, la classifica non è buonissima e anche in campo non siamo ancora quelli che vorremmo essere, ma continuare a sottolinearlo non ci farà migliorare automaticamente. Anch’io coi ragazzi uso più spesso il bastone che altro, ma devo anche farli respirare e dargli fiducia. Il nostro obiettivo è fare sì che i 60 minuti fatti bene diventino 90 e di conseguenza fare in modo che i risultati siano migliori. Per il resto sono dell’idea che se si vuole fare questo lavoro ed evitare i giudizi degli altri è meglio cambiare lavoro“.

SECONDI TEMPI – “A volte subentrano dei limiti fisici, a volte psicologici. Per esempio a Rimini avevamo Buchel che attorno al 65′ ha avuto un crollo e di fatto non ha più corso. Se inizi a calare fisicamente, anche con l’uomo in più, ci possono essere delle difficoltà nel tenere gli avversari lontani dall’area. Anche se onestamente non mi ricordo interventi di Melgrati e sui traversoni pericolosi ci sono state due chiusure importanti di Bassoli. Poi senz’altro può subentrare la paura di non farcela o di prendere gol. Lì possiamo senz’altro migliorare, perché ogni libro di psicologia ti dice che se entri in campo sconfitto mentalmente poi la partita finirà in quel modo. Non dobbiamo portarci la sconfitta in casa con un atteggiamento di quel tipo“.

CAMPOBASSO – “Affrontiamo un mister di grandissima esperienza, che propone un gioco ben definito. La carriera parla per lui. Il Campobasso tende più ad aspettare che a costruire, perché è bravo ad aggredire e ripartire in contropiede. Probabilmente faranno questo tipo di partite anche con noi, lasciandoci il possesso. Hanno un centravanti di grande struttura e anche in difesa sono solidi“.

 

IPOTESI DI FORMAZIONE (433): Melgrati; Calapai, Arena, Bassoli (Sottini), Mignanelli; Zammarini, Radrezza, Awua; D’Orazio, Rao, Antenucci (Karlsson).