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Reduce da una settimana assurda, la SPAL dovrà affrontare venerdì il Pescara di mister Baldini, al momento una delle formazioni migliori del girone B di serie C. Tra il poker subito a Campobasso e l’incredibile dietro-front sulla questione ritiro, Andrea Dossena ha voluto chiarire i numerosi dubbi attorno alla società.

DISPONIBILI/INDISPONIBILI: “Fortunatamente l’infortunio di Bassoli si è rivelato meno impegnativo del previsto. Bachini abbiamo deciso di fermarlo per un po’. Da un mese e mezzo, ormai, le sue condizioni non migliorano a causa di quel problema al piede (fascite plantare), quindi per cui abbiamo deciso di dargli un periodo di riposo più lungo. Il recupero di El Kaddouri va molto bene, dunque credo che verrà reintegrato in gruppo con i ragazzi già a partire da lunedì”. 

FINE ANTICIPATA DEL RITIRO: “Dopo la partita c’è stato un confronto con la società, la quale ha deciso di portare la squadra in ritiro. Questa scelta è stata assecondata da parte mia e da tutti i giocatori. In questi due giorni, però, ho visto un grande senso di responsabilità da parte dei ragazzi. Tutti erano consapevoli del momento difficile e con tutti noi, compreso anche lo staff, hanno dimostrato la loro voglia di uscire da questo trend e di reagire, palesando una grande compattezza e una grande unione. Dopo queste 48 ore avevo paura che la squadra potesse andare in burnout e addirittura riempirsi troppo la testa, per cui ho parlato con la società e le ho chiesto di terminare prima il ritiro. Persino i ragazzi sono rimasti sorpresi da questa decisione, ma in questo paio di giorni ho visto quanto avessero lavorato e quindi ho pensato fosse la cosa giusta da fare”

“Se vedi dei ragazzi responsabili che a ogni colloquio ripetono più volte di voler uscire da questo momento tutti insieme, la decisione finale è presto spiegata. Una volta che hai analizzato tutti i problemi su un tavolo e hai lavorato per risolvere ognuno di questi io non credo che il fattore di dormire insieme o dormire a casa sia così rilevante. In passato ho fatto dei ritiri punitivi a causa dello scarso impegno di alcuni giocatori, con l’obiettivo di impedire un certo stile di vita e di migliorare la concentrazione sul campo, ma non era assolutamente questo il caso. Ecco perché poi abbiamo deciso di cambiare”.

ALCHIMIA CON LA SQUADRA: “Con la squadra siamo in sintonia sin dall’inizio. Qualche settimana fa, in occasione delle due sconfitte consecutive, è ovvio che ci siamo chiesti che cosa si fosse inceppato. Io e il direttore (Alex Casella, ndr.) siamo venuti qui per portare una folata di aria nuova: naturalmente c’era voglia di partire bene e di cavalcare quest’onda di entusiasmo, ma invece ci troviamo in una situazione che da queste parti è già stata vissuta. Anche qui, è più che normale che l’entusiasmo si sia affievolito, ma vi assicuro che tutti i giorni io vedo ragazzi che ci provano e che si spendono al 100% per la causa. Fra mille analisi video e tanto lavoro sul campo, io non ho mai avuto la sensazione che qualche ragazzo avesse gettato la spugna”.

ATTEGGIAMENTO: “Secondo anche la mia esperienza da calciatore, ciò che passa per la testa dei ragazzi in questo momento è una sorta di confusione. Il giocatore si ferma e dice: ‘No, un’altra volta? Sta capitando ancora?’. Lo schiaffo ci sta prenderlo, perché chiunque può subire gol. Tuttavia noi non riusciamo a trovare una reazione che ci possa aiutare a ribaltare il risultato. In alcune partite c’è stata, ma ultimamente abbiamo perso questa attitudine e questo spirito combattivo. Se sapessi di preciso quale sia la motivazione di questa mancanza, lavorerei subito per risolvere la cosa. Di certo credo che noi tutti dobbiamo tenere la testa libera e concentrata su ciò che dobbiamo fare. Sappiamo che il Pescara è una squadra forte, ma la partita dura 100 minuti. Abbiamo il dovere di provarci per tutta la durata della gara: se dovessimo andare sotto continueremo a perseverare in quella stessa direzione”.

CAMPANELLI D’ALLARME: “Riguardando poi la partita, questi campanelli d’allarme riguardano perlopiù i numerosi cali di concentrazione durante l’arco della gara. Prendiamo un esempio: Di Nardo tira da 25 metri su punizione, con Melgrati che respinge la conclusione. Su quella palla lì ci sono due attaccanti del Campobasso e i nostri due centrali difensivi che, nel frattempo, sono rimasti lì a guardare. Questi sono segnali importanti, perché una maggiore lucidità avrebbe permesso non solo di vincere un contrasto, ma anche di evitare gol pesanti come questo”.

VICINANZA DELLA SOCIETÀ: “Mi è molto semplice rispondere a questa domanda, poiché durante tutto questo periodo abbiamo continuato a lavorare insieme per uscire da questo brutto periodo quanto prima possibile. Da Campobasso a oggi siamo stati quasi sempre insieme con il direttore, il quale ha il contatto continuo con il presidente. Il nostro lavoro purtroppo dipende dai risultati e qualora il presidente volesse adottare dei cambiamenti, io non potrò far altro che ringraziarlo per avermi dato la possibilità di allenare questa squadra. Al momento, però, sono più che sereno: è vero, non arrivano i risultati, ma vi posso assicurare che stiamo provando in tutti i modi a rialzarci. Tutti abbiamo voglia di dare la gioia meritata che questa piazza merita”.

PESCARA: “Più la sfida è ardua, più la gloria può essere grande. A parte questo, di certo arriverà una squadra giovane che fa dell’alta intensità e della sfrontatezza le sue qualità migliori. Nella zona offensiva del campo sono una delle squadre migliori di tutto il girone, sia per la fase realizzativa sia per la fase di pressing. In questo momento capita di vedere tutto nero, ma è proprio nelle difficoltà che emergono chi sono i veri uomini e gli elementi con più personalità all’interno di un gruppo. Siamo tutti consapevoli che non siamo quelli che avete visto a Campobasso, dove abbiamo dato una brutta immagine. In settimana abbiamo lavorato molto per questa partita, cercando di correggere qualche errore a livello tattico e mentale in modo da non commetterli nuovamente domani sera”. 

FORMAZIONE: “Ho in mente dei cambiamenti a livello tattico, visti i tanti problemi nella gestione dei gol subiti. Non è detto che questi cambiamenti possano risolvere la situazione, ma speriamo per il meglio. Sappiamo che i giocatori in campo sono una coperta, la quale però non può coprire tutto il rettangolo di gioco: in effetti, se inserisci due attaccanti in più rischi di prendere più gol, mentre se invece inserisci due difensori in più rischi di giocare più lontano dalla porta. In linea di massima siamo consapevoli delle scelte che faremo e, quindi, che partita andremo a giocare. Antenucci-Karlsson? Uno lo metteremo in campo, l’altro vedremo”.

 

IPOTESI DI FORMAZIONE (352): Melgrati; Bruscagin, Arena, Sottini; Calapai, Zammarini, Buchel, Awua, Mignanelli; Antenucci, Karlsson.

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