foto Filippo Rubin
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Nel post partita di SPAL-Pescara 0-1 ha parlato anche Silvio Baldini, allenatore del Pescara che ci ha tenuto a fare una premessa dedicata a Zdenek Zeman, alle prese in questi giorni con seri problemi di salute: “Ci tengo a dire che i ragazzi e io vogliamo dedicare la vittoria a Zeman, perché quello che raccogliamo sono i frutti del lavoro che ha iniziato lui l’anno scorso. Gli siamo tutti vicini, gli vogliamo bene e lo aspettiamo allo stadio o al campo, che venga a festeggiare con noi”.

Parlando della partita, il mister degli abruzzesi ha sottolineato i meriti soprattutto extra campo di questo Pescara: “Non è una causalità, quando si trova una squadra che fuori campo è un gruppo e in campo è una squadra succede questo. Io a Palermo avevo una squadra che ha fatto i playoff, ha vinto dieci delle ultime dodici di cui sei consecutive fuori casa. La possibilità di incrementare questo bottino c’è ancora, e questo accade quando hai un gruppo vero fuori dal campo, dove bisogna ridere, festeggiare, gioire e fare tutto ciò che renda vivace la squadra. Però in campo i ragazzi hanno dei ruoli e tutti insieme devono essere bravi ad attaccare con la palla e difendere senza. Nessuno è titolare, nessuno è riserva, loro questo messaggio l’hanno recepito e questo può portare a fare risultati nel tempo perché poi anche la fortuna aiuta poi sempre le persone che ci mettono il cuore e la passione, al di là della professionalità che credo tutte le squadre la mettano“.

“Quando sono partito per il ritiro ho fatto la presentazione e ho detto a tutti che desideravo vincere il campionato e portare in serie B e poi in serie A il Pescara. Sicuramente tutti voi avrete pensato che ero il classico lecchino e ruffiano e che la società mi presentava per dare messaggi campati in aria. Le risposte ci sono state dalla presentazione in poi: io sogno e lavoro per realizzare i miei sogni, poi il mondo del calcio è fatto di ipocriti e lestofanti che quando sentono queste parole e questi concetti che cerco di dare, gli stai sui coglioni. Il calcio è talmente monetizzato, tutti vedono solo affari, quindi chi ci mette il cuore e lo dice, e parla di cuore e sogni, non va a genio. Io lo so e tutte le volte lo rimarco perché è una battaglia psicologica che alla lunga perdo io, perché non lo cambio il calcio. Però ci sono periodi della mia vita in cui mi posso divertire a dire queste cose come stasera perché andiamo bene e vinciamo”.

“Non mi interessa pensare se siamo favoriti o meno, a me interessa una partita per volta, gioire da qui fino a domenica per la vittoria di stasera e poi da lunedì pensare alla Lucchese e a nient’altro. Lavoreremo per fare una prestazione per far bene noi e mettere in difficoltà loro. Quando si dice che bisogna vincere e non si può perdere, io non lo accetto: la vita è fatta di tante circostanze e non si sa cosa possa accadere. Dobbiamo cercare di lavorare sapendo che stiamo facendo bene, ma questo periodo può sempre finire per un episodio in un certo momento. Ho la convinzione che i giocatori del Pescara sono un grande gruppo fuori dal campo e una grande squadra in campo. Dopo dieci partite, ne abbiamo giocate nove e i ragazzi hanno dimostrato questi valori”.