Al Pescara basta un pallone ben messo al centro dell’area, su azione di calcio d’angolo, per avere ragione di una SPAL mai pericolosa, che si accontenta di un primo tempo moderatamente ordinato e niente di più più. Gli abruzzesi vincono 0-1 e consolidano il primato in classifica, mentre una SPAL quasi in disarmo sprofonda sempre più tra la sacrosanta contestazione dei tifosi.
VOTO DI SQUADRA 5 – Primo tempo tutto sommato non da buttare, con una squadra che può giovare del nuovo vestito tattico (532) per una maggiore solidità difensiva seppur abbinata a una preoccupante inconsistenza offensiva. Nella ripresa calo vistoso fisico, ma soprattutto mentale: l’ennesimo gol preso da palla inattiva sgonfia totalmente una SPAL che per mettere pezze dietro si è completamente snaturata davanti. A una prestazione alla fine dei conti negativa si aggiunge anche l’ormai fondata consapevolezza dei limiti tecnici di questa rosa. Parlare della prestazione è del tutto superfluo con una squadra psicologicamente troppo fragile.
MELGRATI 5 – Impegnato con tiri centrali nel primo tempo. Uscita a vuoto completamente sbagliata sul calcio d’angolo in cui Brosco ridicolizza lui, Karlsson e Nador.
BRUSCAGIN 6 – Nei tre dietro non ha particolari compiti di impostazione o spinta. Amministra la sua zona senza patemi o errori grossolani: giallo per un fallo pressoché inesistente.
NADOR 6 – Scelta dell’ultimo minuto per rilevare Arena fermato durante il riscaldamento. Da centrale di una difesa a tre non sfigura e inaspettatamente riesce a dare quella solidità che era mancata finora a una squadra che aveva preso diciotto gol. Meno bene con la palla tra i piedi, in più è nella zona del delitto sul gol del Pescara.
SOTTINI 5 – Vale parzialmente il discorso di Bruscagin: il ruolo lo grava di meno responsabilità in difesa potendo contare su un perno centrale. Tanti errori nei passaggi, due dei quali fanno rischiare grosso la SPAL nel primo tempo. Ammonito per un intervento scriteriato in un tentativo di anticipo esageratamente aggressivo. Un po’ meglio nella ripresa, prima di uscire per crampi (dal 26′ s.t. ANTENUCCI 5,5 – Prova a fare a sportellate e lottare, ma la squadra è totalmente allo sbando e non ha modo di dare una mano).
CALAPAI 5,5 – Si abbassa molto in copertura su Cangiano per dar man forte alla difesa. In avvio di ripresa perde l’avversario che grazia la SPAL calciando alto da ottima posizione. Poi spreca una bella apertura di Rao sbagliando il controllo. Manca l’apporto continuo che gli si richiederebbe in quel ruolo.
ZAMMARINI 5,5 – In estate ci era stato raccontato di un giocatore specialista negli inserimenti, ma questo purtroppo è un lontano parente. Si fa notare per un po’ di lotta su palloni sporchi a centrocampo. Bene nel recupero, meno quando c’è da attaccare: con questo schieramento una mezzala come lui dovrebbe garantire un apporto maggiore.
BUCHEL 5 – Dovrebbe essere il riferimento del centrocampo e del gioco. Alterna una gestione discreta e qualche buon lancio (pochi) a lentezza ed errori elementari (tanti). Impreciso in più di un’apertura, generalmente il suo pane. Si spegne già in avvio di ripresa inanellando una serie di errori (dal 34′ s.t. BIDAOUI ng – Non ha occasioni per mettersi in mostra, anche se a dirla tutta non se le crea nemmeno in dieci minuti abbondanti in cui dovrebbe aiutare la squadra alla ricerca del pareggio).
AWUA 5,5 – Il più intraprendente dei tre in mezzo: corre, rincorre ed è sempre nel vivo, nonostante non brilli per bagaglio tecnico. Attento in entrambe le fasi ma un po’ impreciso. Finisce anche lui la benzina a dieci dalla fine (dal 38′ s.t. RADREZZA ng – Minuti finale per rilevare il compagno stanco).
MIGNANELLI 5,5 – Da quinto ha sicuramente più libertà per sganciarsi e trovare il fondo. Partita ordinaria, senza infamia e senza lode. Cala nel finale e perde un pallone da brivido a campo aperto. Sullo 0-1 avrebbe un buon pallone per calciare, sceglie di andare a sbattere su un avversario.
RAO 6 – Schierato in posizione più centrale, va subito vicino al gol con un destro dal limite. Ci riprova con il sinistro su un’imbucata di Karlsson. Cerca di inventarsi qualche giocata, prendendosi anche qualche rischio, ma predica nel deserto e questo lo porta a commettere anche errori nelle scelte (dal 26′ s.t. D’ORAZIO 6 – Trova spazio nella SPAL ultraoffensiva della seconda metà di ripresa e ha anche il tempo di creare l’occasione più interessante dei biancazzurri rientrando e calciando in porta, con Plizzari che respinge con difficoltà).
KARLSSON 4,5 – Riproposto al centro dell’attacco con Rao che gli gravita attorno: la verticalizzazione per lo stesso Rao da una buona ripartenza è l’unica giocata degna di nota in una partita colma di sponde incomprensibili ed errori di posizionamento. Sbaglia ogni pallone che gli capita addosso e culmina facendosi anticipare da Brosco che segna.
DOSSENA 5,5 – Prova il cambio tattico passando al 532 per avere maggiore solidità ed effettivamente la ottiene, perlomeno nel primo tempo. La SPAL difende ordinata senza soffrire più di tanto, ma il problema sorge quando l’impostazione del gioco offensivo si basa sulle sponde di un attaccante che non ne azzecca una. Alla lunga poi i biancazzurri calano vistosamente sul piano fisico. Il nuovo schieramento potrebbe anche essere una soluzione valida, ma con due grandi incognite: la prima è una squadra senza carattere e mentalità, la seconda la sua permanenza, non così scontata. Dopo dieci partite va anche riconosciuto che il materiale col quale sta lavorando è davvero molto modesto.