foto Daiano Cristini
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Quella arrivata da Arezzo è stata una sconfitta immeritata per la SPAL. Nonostante la squadra di Dossena abbia offerto una prestazione superiore rispetto a quella dei propri avversari, due conclusioni dalla distanza e una buona dose di sfortuna hanno contribuito ad allungare la serie negativa dei biancazzurri.

Considerate le indisponibilità di El Kaddouri e Arena, e con Bassoli non ancora pronto alla titolarità, Dossena conferma l’undici schierato contro il Pescara, disposto in campo con l’altrettanto confermato 3-5-2: Melgrati in porta, linea difensiva a tre composta da Bruscagin, Sottini e Nador , centrocampo con Calapai e Mignanelli sugli esterni, Buchel, Awua e Zammarini a coprire la zona centrale, Karlsson e Rao in attacco.

In fase di non possesso la SPAL ha lavorato con un pressing offensivo, guidato da Karlsson e Rao ben supportati da Zammarini e Awua, e da Calapai e Mignanelli quando l’Arezzo ha cercato l’uscita sulle corsie esterne. I reparti sono rimasti compatti, la squadra corta e ben distribuita sul terreno di gioco. I centrocampisti, grazie alla buona copertura degli spazi, non hanno sofferto particolarmente la costruzione di gioco aretina. Gli amaranto sono stati costretti a ricorrere a lanci lunghi su Ogunseye, ben contenuto dal pacchetto difensivo. Nel corso del primo tempo le uniche situazioni create dall’Arezzo sono nate da errori individuali dei giocatori spallini, lasciando tuttavia Melgrati inoperoso.

Nel secondo tempo, specialmente nei primi quindici minuti, la SPAL si è abbassata un po’ troppo, consentendo all’Arezzo di avvicinarsi maggiormente all’area di rigore. Il gol del pari è arrivato da una conclusione da fuori area dopo una palla persa a centrocampo con l’errore in appoggio di Nador verso Karlsson, mentre la rete della vittoria è stata una conclusione da fuori che ha beffato Melgrati (non è chiaro se il tiro sia stato deviato da un giocatore o da una delle molte zolle presenti sul terreno di gioco). Non appena la squadra di Dossena ha rialzato il baricentro, il controllo del gioco è tornato in mano alla SPAL.

In fase di possesso la SPAL ha fatto complessivamente una buona gara: è riuscita a muovere palla bene dalle retrovie sfruttando le giocate in impostazione di Nador e la propensione alla ripartenza di Calapai e Mignanelli. La circolazione è stata buona, così come le trame che hanno visto sia lo sviluppo sulle corsie esterne che la ricerca di Karlsson e Rao centralmente. A inizio secondo tempo Buchel è apparso stanco, la linea difensiva ha smesso di costruire sulla trequarti come fatto nel primo tempo, ma è rimasta incollata al limite dell’area di rigore, causando l’abbassamento del baricentro: in questa fase, anche a causa di alcuni errori su costruzioni semplici, l’Arezzo è riuscire a trovare le due reti su situazioni occasionali. Dopo lo svantaggio la SPAL ha ripreso a costruire con un certo ordine, dando la sensazione di cercare l’azione offensiva attraverso sviluppi codificati, piuttosto che da situazioni estemporanee. Il colpo di testa di Sottini e la traversa di Rao avrebbero meritato maggiore fortuna e potevano consegnare un punto meritato.

Cosa ha funzionato:

  • Il nuovo sistema di gioco: mettendo da parte il risultato, ad Arezzo si è vista una SPAL ben superiore agli avversari dal punto di vista tattico, del palleggio, e della forma fisica. I biancazzurri hanno mostrato equilibrio, una manovra di discreta qualità, e sembrano aver dato nuove idee per la fase offensiva. Contro squadre forti e in forma come Pescara ed Arezzo la SPAL non ha del tutto sfigurato, e specialmente contro i toscani avrebbe meritato un risultato ben diverso.

  • La capacità di restare in partita: l’uno-due dell’Arezzo ha fatto temere un nuovo tracollo, ma i ragazzi di Dossena sono stati in grado di rimanere in partita, essere pericolosi e non concedere nulla agli avversari. Ed è sicuramente un segnale di crescita.

  • Il gol di Karlsson: sebbene la prestazione dell’attaccante islandese non sia stata eccellente, il gol può essere un momento decisivo per la stagione di un giocatore che sembra aver sofferto molto l’infortunio patito in avvio di stagione, soprattutto nel ritrovare la migliore forma fisica.

Cosa non ha funzionato :

  • I quindici minuti in cui la SPAL è rientrata in campo troppo bassa: è evidente che la squadra di Dossena non sia in grado di giocare troppo vicina alla propria porta, e soli quindici minuti sono bastati per gettare all’aria tutto quanto di buono fatto nel resto della gara.

  • D’Orazio è forse il giocatore che di più sta soffrendo tatticamente in questa prima parte di stagione: giocando sulla destra non rende al meglio, e la sensazione è quella che se impiegato a tutta fascia sia portato a commettere più errori dovuti alle lunghe corse. Sarebbe interessante vederlo giocare dietro le due punte, soprattutto in situazioni di svantaggio come contro i toscani.

  • La coperta continua a essere corta, basti pensare che l’Arezzo ha operato quattro cambi a inizio secondo tempo e Dossena può oggi contare al massimo su tre cambi che gli consentono di non abbassare eccessivamente il livello della squadra. I rientri di Arena, Bassoli ed El Kaddouri possono essere la svolta che Dossena auspicava nella conferenza stampa del pre-gara, ma è evidente che l’inadeguatezza della rosa sia probabilmente la vera ragione della crisi di risultati che sta vivendo la SPAL.

In conclusione, l’amarezza per l’ennesima sconfitta è tanta, ma oggi più che mai non si può non evidenziare i progressi visti in campo. Nella lavatrice di un calendario fittissimo martedì la SPAL ritornerà in campo contro la Pianese, un altro avversario che viaggia sulle ali dell’entusiasmo e che avrà un giorno in più di riposo.

La speranza è che la squadra riesca a rimettere in campo quanto di buono visto con l’Arezzo, correggere quegli errori che si porta dietro dall’inizio dell’anno, e che il recupero degli infortunati possa aiutare ad aumentare le certezze e le possibilità a disposizione di Dossena.

 

— Andrea Coletta, 40 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.