Qualche appunto sparso, a mente fredda, a margine dell’ottava sconfitta stagionale della SPAL, arrivata col 4-1 di Terni.
Una squadra a pezzi (letteralmente)
La SPAL è abituata a far registrare record (negativi) tendenti all’assurdo, ma a quello degli infortuni prepartita non ci aveva mai pensato nessuno. Con il forfait preventivo di Sottini – che era stato inserito in distinta da titolare – si arriva a tre cambi di formazione last-minute a causa dei malanni fisici e a questo punto viene spontaneo chiedersi dove stia la natura del problema. Preparazione sbagliata? Psiche debole? Riscaldamento troppo intenso? Fragilità muscolari congenite? La risposta soffia nel vento (cit.), nel senso che alla prima conferenza stampa utile ci verrà detto che i dati a disposizione dicono che tutti stanno bene ed è solo malasorte. Dai pur. In una situazione del genere, in cui alla lista degli infortunati/acciaccati vanno ora aggiunti anche Awua e Bidaoui, non possono che tornare in mente le parole pronunciate in estate dal preparatore atletico Franzetti dal ritiro di Mezzana: “La forza è una delle qualità più trascurate in ambito calcistico. Però può dare grande vantaggio ai giocatori: previene gli infortuni e permette di avere maggiore resistenza nell’arco dei novanta minuti. Attui un lavoro di prevenzione: se elevi le qualità di forza a un giocatore automaticamente migliora la sua esplosività e la sua velocità, per cui allenando una componente di base ti ritrovi un giocatore più veloce e più reattivo“. Qualcosa deve necessariamente essere andato storto.
Si prosegue con Dossena
Nonostante sempre più tifosi ne chiedano la testa, Andrea Dossena rimarrà l’allenatore della SPAL almeno fino a domenica prossima. È comprensibile che un bilancio di 8 sconfitte su 13 partite (9 su 14 contando anche la Coppa Italia) possa valere un esonero, ma nel tirare dritto la dirigenza sta adottando (apparentemente) un approccio all’insegna del realismo: un altro allenatore – almeno tra quelli che la SPAL potrebbe permettersi oggi – non sarebbe in grado di tirar fuori molto di più da un gruppo che ha seri problemi di assortimento, di integrità fisica e qualità tecniche. La versione molto benevola invece può essere: con Pescara, Arezzo, Pianese e Ternana qualcosa in più si è visto rispetto alle gare precedenti e quindi la strada – al di là dei risultati – è quella giusta. Certo, cambiare guida tecnica è l’unica mossa potenzialmente disponibile per modificare qualcosa da qui a (fine) gennaio, ma le scarse risorse a disposizioni probabilmente contribuiscono a tenere la SPAL sul percorso già impostato.
Tacopina in un vicolo cieco
I risultati sempre più drammatici di questa stagione e il quadro d’insieme dei tre anni della disastrosa gestione-Tacopina stanno contribuendo a esasperare sempre di più una comunità che non vede l’ora di trovare una via d’uscita. Una di queste è la storia del presunto interessamento della cosiddetta “cordata Moratti”, ormai rilanciata in lungo e in largo da vari media, ma senza che vi fossero elementi aggiuntivi o conferme credibili. Il problema vero è che l’avvocato di Brooklyn è in un vicolo cieco e con esso tutto l’ambiente biancazzurro. Non può lasciare che la SPAL salti per aria perché questo intaccherebbe la sua reputazione e soprattutto potrebbe chiudergli le porte del calcio inglese (dove chiaramente aspira a entrare). Non può nemmeno continuare a reperire dai 10 ai 15 milioni di euro all’anno per sostenere gli attuali costi di gestione, perché nessuno in serie C regge ritmi del genere, soprattutto quando la squadra è nei bassifondi della classifica e lotta per evitare il dilettantismo. Non può, o forse è meglio dire non vuole, scendere a patti con chi potrebbe essere disposto ad accollarsi la società così com’è – debiti compresi – per fare spazio a qualcun altro. A meno che davvero non arrivi qualcuno di folle con un’offerta irrinunciabile, si navigherà pericolosamente a vista.
La teoria del grande reset ha un (ulteriore) problema
Se Ferrara piange, Birkenhead non ride
In un periodo nel quale occuparsi della SPAL è mediamente frustrante, avere una qualche distrazione collaterale può aiutare a sentirsi un po’ meno zavorrati. Una di queste è leggere i commenti sui social dei tifosi del Tranmere Rovers, la squadra che in teoria potrebbe essere rilevata da un gruppo di cui fa parte anche Joe Tacopina. Da quando la notizia di un possibile cambio di proprietà è diventato di dominio pubblico i Rovers hanno iniziato una preoccupante discesa in classifica che li ha portato dal 10° fino al 19° posto di 24 in League Two, grosso modo l’equivalente della nostra vecchia serie C2. Il rendimento recente in campionato (1 vittoria, 3 pareggi, 5 sconfitte) e l’eliminazione in FA Cup stanno inducendo sempre più tifosi del club inglese a invocare il subentro di Tacopina, ASAP Rocky e chi per loro, in modo da dare nuova linfa (e un nuovo allenatore) a una squadra in grosso affanno, che è nelle mani di un proprietario stanco, che ha chiuso i rubinetti in attesa di uscire di scena. È plausibile che nessuno di loro abbia allargato lo sguardo al di là del Merseyside, perché se dovessero scoprire cos’è accaduto finora a Ferrara le loro speranze verrebbero presto ammantate da un forte senso di angoscia.