foto Luca Pagliaricci
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Con il 4-1 di Terni la SPAL si ritrova a fare i conti con l’ottava sconfitta in tredici partite. Un andamento da retrocessione e che rischia di valere l’ultimo posto nel girone B al termine della giornata in corso. Sotto il profilo sportivo la situazione è tragica, sebbene la partita debba essere analizzata nella sua interezza e complessità.

Come preannunciato nella conferenza stampa del venerdì, al confermato 3-5-2 vengono apportate delle variazioni negli uomini: confermato Melgrati in porta, linea difensiva composta da Bassoli, Nador e Bruscagin (Sottini era destinato ad una maglia da titolare ma si è infortunato nel riscaldamento, terzo caso nelle ultime cinque partite), a centrocampo Calapai, Zammarini, Radrezza, Awua e Mignanelli, Karlsson e Bidaoui in attacco. Dopo soli due minuti di gioco l’infortunio di Awua (sostituito da Buchel) ha portato la SPAL a variare leggermente le caratteristiche della linea mediana, perdendo un uomo di sostanza e aggiungendo un palleggiatore.

La fase di non possesso è stata caratterizzata da una certa aggressività, con Karlsson e Bidaoui a muovere la prima pressione sulla linea difensiva ternana, velocemente accompagnata dal centrocampo con Radrezza e Zammarini. Calapai e Mignanelli hanno lavorato da difensori aggiunti salvo poi alzare la propria linea quando lo sviluppo della Ternana si è appoggiato sugli esterni. Questa situazione ha consentito agli uomini di Dossena diversi recuperi palla lungo tutto l’arco della gara. La Ternana è spesso ricorsa al lancio lungo su Cianci, ma la difesa ha letto questa giocata con apprensione e conseguente difficoltà. In linea generale nel primo tempo la Ternana è stata poco pericolosa. Nel secondo tempo, complice l’inferiorità numerica, la SPAL ha mantenuto l’assetto tattico con una difesa a cinque più stretta e ha confermato le due punte per tutta la gara (usciti Karlsson e Bidaoui sono entrati Antenucci e Rao): la Ternana, grazie ai cambi, ha modificato il proprio assetto, iniziando a creare maggiori pericoli a una SPAL che con il passare dei minuti e con l’accumularsi della stanchezza ha iniziato a faticare nel contrastare le sortite offensive umbre.

In fase di possesso la manovra della SPAL non è stata particolarmente fluida: sicuramente la caratura dell’avversario ha in qualche modo limitato la buona circolazione vista nelle precedenti gare, ma si è avuta la sensazione che la squadra abbia impiegato una ventina di minuti ad assorbire i nuovi elementi impiegati sulla catena di sinistra (Buchel – Mignanelli – Bidaoui), e le posizioni in campo di Radrezza e Buchel. Tuttavia con il passare dei minuti Mignanelli e Calapai hanno aumentato i giri, ma la precisione dei cross è sicuramente da rivedere. Non sono stati capitalizzati i tanti recuperi palla sulla linea difensiva e mediana della Ternana, con gli uomini di Dossena che hanno preferito amministrare e ripartire piuttosto che cercare una verticalizzazione verso la porta avversaria. La costruzione dal basso è stata lenta, alle volte cercata con ostinazione anche in situazione di potenziale rischio o servendo Buchel e Radrezza in situazione di pressione avversaria.

Cosa ha funzionato:

* Zammarini ha fornito una prova di grande spessore: chiamato ad essere l’unico uomo di corsa e sostanza nella zona nevralgica del campo si è disimpegnato bene in fase di interdizione, e nel secondo tempo è riuscito a proporre delle ripartenze non capitalizzate al meglio dai suoi compagni.

* Viste le circostanze, la sensazione è che la squadra abbia quello che poteva: la Ternana ha impiegato 72 minuti (di cui 30 in superiorità numerica) per riuscire a pareggiare la partita, dilagando poi quando la SPAL ha finito le energie a disposizione.

Cosa non ha funzionato :

* Melgrati è arrivato con l’obiettivo di dare certezze al reparto difensivo, ma la prestazione di Terni lascia ancora una volta molte perplessità: compie un paio di interventi importanti, poi buca clamorosamente un’uscita, sembra almeno compartecipe nella terza e quarta rete, e le impostazioni che passano dai suoi piedi sono lente e prevedibili, oppure finiscono in fallo laterale.

* L’infortunio di Sottini in riscaldamento arriva dopo quelli di Arena e Bassoli nelle settimane scorse: questi episodi devono essere analizzati per capire se sono legati all’intensità del riscaldamento o ad aspetti mentali. L’infortunio di Awua, l’infortunio di Bidaoui, le indisponibilità di Arena ed El Kaddouri rendono ormai la rosa della SPAL quella di una squadra di calcio a 7.

* Oltre che a essere una squadra gravemente incompleta (lo era anche in partenza) e falcidiata da problemi fisici a raffica, la SPAL è anche una squadra debolissima a livello mentale. Il pareggio della Ternana poteva essere una ragione per serrare ancora di più i ranghi e portare a casa un punto soffertissimo, che almeno avrebbe aiutato a coltivare un po’ di fiducia. Invece è arrivata puntualmente la “sbragata” in stile Campobasso, quasi come in un segnale di resa incondizionata.

Domenica 10 novembre la SPAL affronterà in casa il Pineto: squalifiche e infortuni peseranno terribilmente su una gara che avrà un valore enorme, in termini di classifica e morale, per il resto della stagione.

— Andrea Coletta, 40 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.