foto Filippo Rubin
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Dopo tre vittorie consecutive che sembravano aver riportato un po’ il sereno in casa SPAL è di nuovo il momento di commentare una sconfitta, probabilmente la peggiore di questa stagione. Ai microfoni della stampa si è presentato esclusivamente il direttore Alex Casella per fotografare quella che è stata la prestazione dei biancazzurri al “Mannucci” di Pontedera.

ANALISI – “Avere tanti giocatori fuori non può essere né una scusante né un alibi perché è da tre settimane che la situazione è questa. Dobbiamo analizzare la gara con grande rammarico e lucidità e se abbiamo fatto un prestazione del genere le colpe partono da me e arrivano fino a chi lavora tutti i giorni al campo. Non siamo riusciti a trasmettere l’importanza di questa partita contro una squadra ferita come il Pontedera, a far capire che serviva lo stesso tipo di mentalità delle ultime tre partite. La colpa è quindi la nostra che non siamo riusciti a dargli di più, non facendo capire ai giocatori quanto potesse essere pericoloso lasciare dei punti qui. È stata una serata negativa sotto tutti i punti di vista, dall’approccio al risultato, della capacità di rappresentare una maglia importante come la nostra. Anzi sono stati fin troppo generosi i nostri tifosi a rimanere fino alla fine. Dobbiamo chiedere scusa per quanto hanno visto perché è stato qualcosa di indecoroso che non si può accettare”.

“Non possiamo permetterci di avere queste due facce della medaglia, dal poter fare risultato con tutti al rischiare di prendere sei o sette gol come stasera. Se non capiamo l’importanza di preparare la partita, viverla come fosse l’ultima della stagione, diventiamo superficiali, facendo della figure colossali. Nel calcio si può perdere, ma non fare figure del genere e non è la prima volta che capita che nella difficoltà finiamo con lo scomparire dal campo. Siamo una squadra che può fare tante cose positive e non possiamo permetterci queste sconfitte perché siamo la SPAL. Oggi il primo colpevole sono io, col mister parleremo in settimana per capire cosa fare per tenere accesa la lampadina. Si può perdere, ma in modo diverso perché non è che preso un gol possiamo andare a casa”.

L’ESPULSIONE DI EL KADDOURI – “Un giocatore come Omar non può fare una cosa del genere. È un momento delicato, ci sta accettare l’errore di un ragazzo più giovane, ma da un elemento cosi importante ed esperto, inserito per ribaltare il risultato, ci aspettiamo una lucidità diversa. Sappiamo che l’agonismo ti porta a voler dimostrare qualcosa e si può finire per eccedere, ma la testa doveva essere rivolta a ottenere il massimo in questa partita pur senza compromettere quella dopo dove, oltre ai tanti infortuni, ora ci ritroviamo senza di lui. Ha l’esperienza tale per sapere di avere sbagliato”.

DIFFICOLTÀ – “Anche con l’Ascoli avevamo ripreso la partita dopo lo svantaggio, ma quando per noi il risultato diventa negativo noi usciamo dal campo completamente. Come ho detto: perdere ci sta, ma bisogna stare in campo e dimostrare di essere squadra. Se tiriamo una linea a oggi c’è il fatto che nella difficoltà ci disgreghiamo. Siamo una squadra esperta, anche se ci mancano tanti ragazzi in questo periodo, ma non può essere una scusante. Chi è in campo qualcosa in più deve farlo e a cascata le colpe sono dell’area tecnica, da me all’allenatore. La settimana scorsa abbiamo fatto una partita di cuore, di livello altissimo, dove non volevamo prendere gol e forse questa è stata una cosa che ha avuto risvolti negativi perché ci ha fatto pensare di aver fatto il salto di qualità, venendo a Pontedera con questo atteggiamento. Chiediamo scusa alla società e ai tifosi che ci hanno seguito fin qui di lunedì”.

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