Seconda sconfitta consecutiva per la SPAL, ancora una volta a causa di un gol subito dagli sviluppi di palla inattiva. Contro la Vis Pesaro non c’è stata la reazione che tutti si aspettavano e che era stata invocata anche da Dossena dopo i cinque schiaffi di Pontedera. Di questo e di cosa riserva il futuro della SPAL ha parlato il tecnico nella conferenza stampa post-partita.
LA PARTITA – “Abbiamo fatto una prestazione non positiva. Dopo il gol abbiamo avuto qualche minuto di rassegnazione. In casa e davanti al nostro pubblico bisogna dare qualcosa di più, anche se sul finale ho visto qualcosa. Dobbiamo capire l’importanza del momento e sta a me farlo capire ai giocatori, ma essendo contati è più difficile. Sono sicuro che ci tengano, anche se ognuno lo manifesta in modo diverso. Non è una questione di modulo: a Pontedera eravamo a cinque in difesa e abbiamo preso cinque gol, è questione di atteggiamento. In questo momento facciamo anche fatica a tenere palla, a essere fluidi. Se lanciamo arriviamo dopo anche sulle seconde palle. Dobbiamo essere più efficaci, non possono bastare un paio di occasioni per fare gol. Ho optato per giocare con le palle lunghe pur sapendo che probabilmente non ci saremmo arrivati per primi, sperando però di arrivare prima sulle secondo palle. Credo però ne abbiano prese di più gli avversari. Noi siamo stati due o tre volte pericolosi nella loro area, loro invece con dei semplici traversoni ci creavano pericoli, dovevamo essere più aggressivi per impedirgli di crossare con tranquillità. Il gol? non l’ho ancora rivisto”.
FRUSTRAZIONE – “Non mi sono mai lamentato, questi eravamo e questi siamo, nessuna frustrazione. Dobbiamo prendere esempio da chi queste situazioni le ha già vissute e ne è uscito In settimana siamo anche andati su un modulo diverso, concedendo un po’ di più la palla agli avversari. Qualcosa di buono si era visto dal punto di vista dello sviluppo nelle ultime partite, ma tra Pontedera e oggi abbiamo fatto dei passi indietro. Lavoreremo cercando di non perdere quell’equilibrio che pensavamo di aver trovato”.
EMERGENZA – “Sarebbe semplice per me venire qui e dire che non ho i giocatori. Ho anche dei bravi giovani in Primavera, ma non è facile per loro. Una cosa è se entrano mentre tutto va bene, ma se non è così è difficile che siano loro a tirarti fuori dai guai. Tra poco c’è la pausa natalizia e vedremo come saremo messi dopo, ma prima abbiamo ancora due partite da disputare. Ora dobbiamo prepararci al meglio per Gubbio”.
RADREZZA – “Nella mia testa c’era già l’idea di fare il cambio, anche perchè Buchel ci dà più filtro. In quel momento Igor non stava sviluppando nel modo in cui avevamo preparato e avendo Buchel a disposizione l’ho messo in campo”.
LE ALTRE – “Non ci sarà mai una squadra di due categorie superiori, non ci sarà mai un’Inter in serie C, così come non ci sarà mai una squadra di Seconda categoria. La cosa fondamentale sono la testa, il lavoro e la voglia. Guardate l’Atalanta: fa capire che tutti possono andare oltre i loro limiti. Per noi non è facile perché siamo arrivati ad avere undici giocatori contati in campo e gli allenamenti ne risentono, perché dobbiamo gestirli alla perfezione”.
GUBBIO – “Non sta facendo il campionato dell’anno scorso, ma è una signora squadra. Torno però a dire che tutto sta nella nostra testa. Quando tutto va male è facile farsi prendere dalla rabbia e dai pensieri negativi. Ma dobbiamo trasformare ciò in forza positiva, una cattiveria interna che ci fa andare più forte per portare a casa il risultato”.
BASSOLI – “È quel giocatore che mette tranquillità ai giocatori vicino e li aiuta, la sua mancanza si è sentita. Ora è squalificato anche Nador, vedremo come mettere giù la difesa per il prossimo incontro”.
LEADERSHIP – “Un giocatore è credibile e dà tranquillità se però fa anche le prestazioni, non ho mai visto un leader che offre prestazioni pessime. Servono sì leadership e personalità, ma anche le prestazioni”.
ARENA e POLITO – “Polito è uscito per crampi, Arena ha preso solo una botta sul gluteo, ma tocchiamo ferro”.
CALCI PIAZZATI – “Abbiamo iniziato con la zona, poi siamo passati alla zona mista, poi a uomo, siamo ritornati a zona e ora di nuovo a zona mista. Ho parlato anche coi giocatori per capire come la pensavano, e abbiamo deciso di andare a zona, anche se non sta dando i frutti sperati. In settimana lavoriamo, cerchiamo di capire i punti deboli e di forza degli avversari. Probabilmente, per struttura, soffriremo tutto l’anno in queste situazioni, ma non deve essere una scusante”.