foto Roberto Manderioli
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Il 2025 della SPAL inizia con il pareggio casalingo contro il Perugia: terzo 1-1 consecutivo per gli uomini di Dossena, un risultato che sa di punto guadagnato visto come s’era messa la partita.

Come velatamente annunciato nella conferenza stampa del sabato, Dossena torna al 4-3-3: davanti a Galeotti la linea difensiva a quattro formata da Calapai, Arena, Bassoli e Mignanelli, El Kaddouri in cabina di regia con Zammarini e D’Orazio a completare la mediana, Bidaoui, Rao ed Antenucci in attacco.

Nel corso del primo tempo la fase di non possesso ha visto una pressione blanda mossa da Antenucci sui centrali difensivi umbri, oppure da Bidaoui e Rao sugli esterni: la linea mediana ha seguito la pressione alzandosi senza forzare troppo la ricerca dell’anticipo, anche in considerazione dell’inferiorità numerica nella zona di campo contro i cinque centrocampisti perugini. I raddoppi in zona centrale hanno funzionato bene, portando i tre centrocampisti a recuperare una buona quantità di palloni. Tuttavia sugli errori in fase di costruzione della SPAL gli ospiti hanno spesso goduto di ampi spazi da poter attaccare, costringendo la mediana ad affannose rincorse. La linea difensiva ha lavorato con Arena e Bassoli in marcatura su Montevago, e Calapai e Mignanelli impegnati a controllare le offensive delle mezzepunte esterne avversarie: in questa fase è stata buona la collaborazione di Zammarini e D’Orazio nei raddoppi, mentre meno presenti sono stati gli esterni d’attacco Rao e Bidaoui.

In fase di possesso la presenza di El Kaddouri si è fatta apprezzare per la rapidità nella circolazione del pallone e nella capacità di creare superiorità numerica con il controllo orientato, garantendo a Zammarini e D’Orazio la possibilità di costruire il gioco una decina di metri oltre la linea mediana con una potenziale maggiore pericolosità. I terzini hanno supportato l’azione offensiva (Calapai più presente, Mignanelli più pericoloso), mentre è da rivedere la costruzione dal basso (Arena – Bassoli – Galeotti) che è parsa lenta e imprecisa. Non positiva la prova degli esterni d’attacco: se Bidaoui ha faticato a farsi trovare in posizione offensiva, Rao ha toccato più palloni, ma l’unico spunto concreto è stata la conclusione in porta intorno al quarto d’ora del primo tempo. Antenucci è stato chiamato alla solita partita di grande sacrificio, riuscendo, con il settimo centro stagionale, a garantire un punto prezioso.

Il secondo tempo è stato condizionato dall’inferiorità numerica della SPAL, causata da un doppio giallo a El Kaddouri nel contesto di una discutibile gestione di gara da parte del direttore di gara Maccarini. L’ingresso di Nador per il già ammonito Bidaoui lasciava presagire il ritorno alla difesa a tre, invece il numero 29 si è posizionato in cabina di regia in quello che è diventato un 4-3-2. Dopo il vantaggio degli avversari la SPAL ha iniziato un pressing strutturato che non ha lasciato una costruzione agile alla squadra di Zauli. Da segnalare l’ingresso del neo arrivato Haoudi, schierato come interno di sinistra, che si è fatto apprezzare per quantità e qualità di palloni giocati.

Cosa ha funzionato:

* La squadra non ha voluto perdere ed è riuscita a prendersi un punto grazie ad una prova di carattere, senza rinunciare ad attaccare anche quando, dopo lo svantaggio, la squadra umbra ha cercato il gol del KO;

* La fluidità di manovra del 4-3-3, come evidenziato da Dossena nella conferenza stampa post-gara, è maggiore e consente alla squadra di alzare più facilmente il baricentro e avvicinarsi alla porta avversaria: in effetti, pur con qualche apprensione, la squadra non si è mai eccessivamente abbassata come accaduto in passato ed è riuscita a trovare delle buone tracce verticali, seppure senza la creazione di vere occasioni da gol;

* Contro un Perugia ben disposto in campo la SPAL è riuscita ad essere ordinata e corta, a coprire bene tutte le zone del campo, e ad adattarsi alle variazioni apportate da Zauli: decidere di contrapporre il 4-3-3 a un avversario schierato il 4-2-3-1 è una scelta rischiosa ma sensata considerando la necessità di punti della SPAL, ed averlo fatto bene evidenzia una crescita rispetto a quanto avvenuto in passato in situazioni simili (contro la Virtus Entella la SPAL soffrì tremendamente);

Cosa non ha funzionato:

* La SPAL non contempla le conclusioni da fuori area tra le proprie soluzioni offensive, nonostante annoveri diversi buoni tiratori: anche contro il Perugia ci sono state diverse situazioni nelle quali, a difesa avversaria schierata, si è cercata la circolazione verso gli esterni anziché sfruttare la palla scoperta che avrebbe dato modo ai giocatori spallini di cercare la porta dai 20-25 metri;

* Che sia 4-3-3 o 3-5-2 occorre una chiara gerarchia in cabina di regia. El Kaddouri rende (potenzialmente) bene nella posizione, ma la nuova squalifica e l’età lasciano qualche dubbio sulla sostenibilità della soluzione. Dopo l’espulsione del marocchino, Buchel e Radrezza non sono stati presi in considerazione da Dossena che gli ha preferito Nador. Tuttavia la prova del tedesco-togolese non è stata positiva: lento, macchinoso, sempre al limite del fallo, pare essere più utile sulla linea difensiva che in mezzo al campo;

* Che sia 4-3-3 o 3-5-2 deve essere rapidamente sistemato il reparto offensivo. Gli esterni non incidono: per stessa ammissione di Dossena Bidaoui gioca fuori ruolo (come accaduto a D’Orazio a inizio stagione), che sia in zona gol o come assist-man Rao non riesce ad essere pericoloso, Antenuccisi ritrova a doversi sobbarcare 95 minuti senza avere alternative e quando Karlsson rientrerà in gruppo a pieno regime dovrà necessariamente riprendere il ritmo partita. Come visto contro il Perugia, si possono ottimizzare gli sviluppi in fase offensiva, ma se poi chi deve concludere è – per svariate ragioni – poco concreto , allora tutto il castello si sgretola.

La SPAL tornerà in campo venerdì 10 gennaio a Lucca: i toscani non vivono un momento positivo e la sfida contro gli uomini di Dossena rappresenta una specie di ultima spiaggia. Quindi è lecito aspettarsi di trovare un avversario combattivo. Allo stesso tempo le ultime tre gare hanno in qualche modo contribuito a dare nuove certezze al gruppo di Dossena, e per quanto priva di El Kaddouri è doveroso attendersi una SPAL vogliosa di conquistare tre punti, che eviti quei clamorosi scivoloni già avvenuti in passato quando l’occasione era quella di tirarsi fuori dalla zona play-out (vedi Pontedera). Questo deve essere il cambio di passo auspicato da Dossena, questo deve essere il cambio di passo che deve arrivare dal mercato perché la SPAL, allo stato attuale, resta incompleta e spesso inadatta a lottare alla pari con i propri avversari.

 

— Andrea Coletta, 40 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.

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