Che l’esordio di Francesco Baldini sulla panchina della SPAL potesse non essere dei più agevoli era noto, ma la sconfitta per 2-1 rimediata a Chiavari non porta esclusivamente cattive notizie. Nonostante i tre giorni di preparazione si sono visti alcuni spunti che potrebbero risultare utili nelle dodici gare che restano da giocare.
Per il suo esordio il nuovo tecnico schiera in campo i suoi con il 4-3-1-2. Galeotti in porta, linea difensiva formata da Calapai, Bruscagin, Bassoli e Mignanelli, a centrocampo Zammarini, Paghera e Awua, Antenucci libero di svariare alle spalle di Karlsson e Molina. L’approccio della SPAL alla partita è il peggiore possibile: vengono concessi due gol nei primi sette minuti, il primo su una palla persa in impostazione e il secondo su una marcatura persa da Calapai. Dopo solo sette minuti la strategia preparata per la partita è completamente saltata.
Nel primo tempo la fase di non possesso vede i due centravanti Molina e Karlsson muovere pressione sui centrali difensivi liguri, supportati da Antenucci o Paghera quando la palla è in possesso del regista ligure. Sulle corsie esterne, punto di forza della capolista, il supporto a Calapai e Mignanelli è dato da Awua e Zammarini: purtroppo il risultato è tutt’altro che sufficiente, e se sulla catena destra Zammarini riesce almeno a mettere in campo una prova di quantità, la catena di sinistra vede un Awua in grande difficoltà e in costante ritardo nei raddoppi. Buona la prova di Paghera (uscito per infortunio nel corso del primo tempo) in fase di interdizione, sia come supporto agli interni sia nel ripulire palloni al limite dell’area di rigore. In fase di possesso il centrocampista bresciano è stato costantemente nel vivo dell’azione, sebbene sia Zammarini sia Awua abbiano ancora una volta mostrato imprecisione nel costruire, con il nigeriano probabilmente peggiore in campo tra i biancazzurri. Con lo schieramento fatto da due punte di prestanza fisica sono aumentate le giocate lunghe, con Antenucci impegnato nel sostegno sulla seconda palla e pericoloso con un palo e una gran conclusione da fuori area che ha colpito il palo esterno. In difficoltà Bassoli e Bruscagin in fase di impostazione. Il sostegno delle corsie esterne alla fase offensiva è stato piuttosto limitato, in un primo tempo un po’ confuso. Nella ripresa, con gli ingressi di D’Orazio per Awua e Rao per Karlsson, la SPAL si è schierata con un tridente asimmetrico nel quale Rao si è posizionato largo a sinistra, con Molina leggermente spostato sulla destra e Antenucci centrale, mentre D’Orazio è stato impiegato come interno di centrocampo. La prestazione degli uomini di Baldini è cresciuta, sia dal punto di vista del dinamismo, sia nella proposta offensiva (alternata tra sviluppi con palla manovrata e ricerca rapida della profondità), che della personalità, con un baricentro costantemente alto e alla ricerca della rete (arrivata al 91’ su azione d’angolo con il neo entrato Parigini).
Cosa ha funzionato:
* Nonostante un avvio pessimo la SPAL è riuscita a rimanere in partita e per larghi tratti della gara, soprattutto nella seconda frazione di gioco, ha messo in apprensione la Virtus Entella, come testimoniano le maggiori conclusioni verso la porta ed i calci d’angolo collezionati. Baldini ha inoltre variato diverse volte l’assetto della squadra, inserendo giocatori offensivi e sbilanciando la squadra alla ricerca del pareggio.
* L’ingresso in campo di Radrezza è stato positivo: subentrato a freddo all’infortunato Paghera, ha toccato un grande numero di palloni con pochi errori, garantendo inoltre una buona fase interdittiva. Può ritrovare fiducia col nuovo tecnico dopo il periodo buio.
Cosa non ha funzionato:
* Che la SPAL abbia un problema con gli approcci alla gara è risaputo, ma al cospetto della capolista ci si sarebbe aspettato un livello di attenzione molto maggiore: invece in una manciata di minuti due amnesie hanno compromesso la partita e vanificato la strategia impostata dall’allenatore. La linea difensiva deve trovare gerarchie e leader per acquisire certezze che finora sono mancate. Baldini ha già toccato con mano l’aspetto critico della SPAL di questa stagione.
* Sebbene pregiudicato dal doppio svantaggio, lo schieramento del primo tempo ha lasciato qualche dubbio. Si è manifestata una chiara difficoltà della squadra nelle due fasi (e nelle transizioni) derivanti dalle difficoltà degli interni di centrocampo, con una sofferenza particolare in fase di possesso dove, con Paghera schermato, lo sviluppo è risultato problematico e ha spesso portato a perdere il possesso (la situazione è migliorata nella ripresa sul lato sinistro con l’ingresso di D’Orazio). Lo schieramento offensivo con tre punte “pesanti” è sembrato svuotato dell’imprevedibilità e degli strappi che potevano portare elementi come Rao, Spini o Parigini, e per quanto Antenucci sia stato molto coinvolto e pericoloso, Molina e Karlsson non sono mai riusciti a trovare lo spazio per attaccare la profondità negli ultimi venti metri.
Domenica 16 febbraio la SPAL ospiterà il Rimini. Senza gli squalificati Molina, D’Orazio e Awua, senza l’infortunato Paghera e con le condizioni di El Kaddouri tutte da valutare, Baldini dovrà preparare un’altra sfida complessa: i romagnoli sono in uno stato di forma e fiducia buona e i punti in palio si fanno sempre più pesanti alla luce di una classifica che vede la quota salvezza lontana quattro punti. Sarà necessario ripartire da quanto visto nel secondo tempo contro l’Entella, così come ci vorranno coraggio e grinta per portare a casa punti decisivi nella corsa salvezza.
— Andrea Coletta, 41 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.