Un altro risultato umiliante, una squadra ormai sprofondata nel pieno della zona playout e un’altra occasione di rialzarsi lasciata passare con preoccupante abulia. Questo è quanto rimane dopo la sconfitta casalinga per 3-0 subita dalla SPAL col Rimini, che fa salire il conto a 14 su 27 partite totali.
Per far fronte alle assenze legate a infortuni e squalifiche Baldini apporta qualche cambiamento all’undici iniziale, confermato con il 4-3-3: in porta Galeotti, difesa schierata con Fiordaliso sulla destra e Mignanelli sulla sinistra, con Nador a fare coppia con Bassoli al centro, a centrocampo confermato Radrezza in cabina di regia con Zammarini ed Hadoui ai suoi fianchi, e il tridente composto da Spini, Parigini e Antenucci.
Nel corso della prima frazione di gioco la fase di non possesso ha visto uno schieramento compatto degli uomini di Baldini, con la prima pressione mossa da Antenucci sulla costruzione dei centrali romagnoli, supportato dall’uscita alta degli interni di centrocampo Zammarini ed Haoudi e quella di Radrezza sul play riminese. Spini e Parigini hanno invece lavorato sui “quinti” della squadra di Buscè, andando di fatto a pareggiare numericamente il conto degli uomini sulla mediana. La linea difensiva ha lavorato sui movimenti base della linea a quattro, ossia scorrimenti o uscite sul centravanti con relative coperture. Sulla corsia esterna mancina (quella di Mignanelli) la SPAL ha sofferto tantissimo le discese dell’esterno destro Cinquegrano che andava ad attaccare l’area di rigore lasciando spazio alle sovrapposizioni della mezzala, su cui Haoudi è spesso arrivato in ritardo per l’opposizione al cross. Da questa situazione è nato il gol del vantaggio riminese (molto simile a quello che la SPAL aveva subito da Magrassi contro il Milan Futuro) e anche in questa situazione Bassoli è partito con colpevole ritardo sulla marcatura. Le cose sono andate meglio sulla corsia destra, dove Fiordaliso è stato meglio coadiuvato da Zammarini.
In fase di possesso la manovra spallina è stata buona, soprattutto nel primo tempo. La costruzione è passata con costanza da Radrezza e Haoudi che hanno sviluppato sulle corsie esterne con una certa continuità: Spini e Parigini hanno spesso cercato l’uno contro uno e premiato le sovrapposizioni di Fiordaliso e Mignanelli, o riproposto una circolazione ai limiti dell’area di rigore. Antenucci ha fatto come al solito un grande movimento per rompere la linea difensiva riminese e lasciare spazio agli inserimenti (troppo pochi) da parte delle mezze ali. Il sostegno dei terzini è stato abbastanza buono, anche se la corsia destra ha funzionato meglio di quella mancina. Dopo un primo tempo nel quale la SPAL è riuscita a creare quattro situazioni pericolose che hanno chiamato il portiere riminese a vari interventi, nella ripresa Baldini ha mandato in campo Rao al posto di Spini. L’avvio di frazione ha visto i biancazzurri aumentare la pressione e alzare il baricentro alla ricerca del gol del pari, ma alla prima discesa riminese un altro errore in fase di marcatura di Bassoli è costato il doppio svantaggio. La SPAL è rimasta in campo con un discreto equilibrio, anche se gli errori in fase di costruzione sono aumentati al pari della frustrazionee. La terza rete è arrivata dopo che Rao, lanciato in campo aperto e triplicato in marcatura dai biancorossi, ha provato a dribblare anche sé stesso. Sulla ripartenza dei romagnoli Nador è andato a contrasto troppo poco convinto.
* Lo schieramento e l’interpretazione fornita da Baldini sta dando alla SPAL una maggiore produzione offensiva: la squadra riesce a concludere in porta di più degli avversari e anche il numero di calci d’angolo collezionati dimostra, nei fatti, che la squadra riesce ad arrivare con una certa regolarità nella metà campo avversaria, anche se purtroppo questo non sta garantendo reti che potrebbero dare un indirizzo diverso alle partite. Tolto Antenucci non sembra esserci nessuno realmente abile nella finalizzazione.* Fiordaliso, al rientro dopo una lunghissima assenza, è riuscito a fornire una prova difensiva ordinata e di discreto sostegno alla manovra offensiva. Radrezza, seppure non abbia sfruttato bene una serie di palle inattive che potevano rivelarsi importanti, sembra aver beneficiato del cambio di allenatore ed è stato uno dei più positivi, sia in possesso sia in non possesso. Antenucci, anche se nel primo tempo avrebbe potuto sfruttare meglio un buon passaggio di Fiordaliso, ha fornito una prestazione di grande impegno e dedizione, lottando di tecnica e di fisico contro l’intera difesa riminese.Cosa non ha funzionato:
* Si potrebbe copiare e incollare quanto scritto in almeno altre dieci gare della SPAL di questa stagione, ma il problema è sempre quello: la difesa non sa difendere. Non è un tema di moduli o sistema difensivo: tutte le combinazioni provate finora nel reparto arretrato dimostrano che i difensori di questa rosa non riescono a restare attivi per l’intera gara, e ci sono sempre situazioni in cui la marcatura scatta in ritardo rispetto al movimento dell’attaccante avversario oppure viene colpevolmente lasciato quel metro che non consente più l’intervento. Non aver rimpiazzato Bachini, preso in origine per essere il pilastro difensivo della SPAL, rischia di essere l’errore più grande commesso nel mercato di riparazione;
* Se Rao doveva entrare per dare qualcosa in più rispetto a quanto fatto da Spini, la prestazione dell’attaccante trentino è stata un brutto mix di testardaggine, leggerezze e poco senso di squadra. Tantissimi palloni giocati male verso i propri compagni e sbracciate di disappunto quando a sua volta non servito. La ricerca ossessiva del dribbling anche quando raddoppiato o triplicato. Se vuole ambire ad importanti palcoscenici dovrà cercare di tornare decisivo prima in serie C;
* I calci piazzati: così come a Chiavari anche contro il Rimini la SPAL ha collezionato molti calci d’angolo a favore alcuni calci di punizione dai trenta metri che sono stati gestiti male, principalmente per mancanza di precisione nella ricerca del compagno. Se la squadra riesce a mantenere questa produzione in zona offensiva migliorare sui calci piazzati potrebbe supportare la fase realizzativa.
Anche se qualche cosa si intravede dal punto di vista del gioco, la SPAL comunque perde ancora: è la quarta sconfitta consecutiva, e tre di queste sconfitte sono arrivate in scontri diretti (Milan Futuro) o contro avversari alla portata (Carpi e Rimini). Sabato 22 febbraio, nuovamente al Mazza contro il Campobasso, sarà una vera è propria finale: la SPAL sarà obbligata a vincere per non complicare ancora di più una situazione che già ora pare gravemente compromessa.
— Andrea Coletta, 41 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.