Alla SPAL non è bastata una delle prestazioni più convincenti della stagione per invertire la tendenza di questo inizio 2025 terribile: un Campobasso cinico e un po’ fortunato espugna il Paolo Mazza per 2-1, costringendo la SPAL alla quinta sconfitta consecutiva, terza su tre incontri con Baldini in panchina. La tentazione di buttare nel cestino il lavoro del nuovo allenatore è comprensibile, ma la prestazione merita attenzione.
Il tecnico toscano apporta diverse modifiche all’undici titolare: cambia il modulo, che diventa un 3-4-3 di partenza, con Galeotti in porta, i tre difensori sono Arena, Nador e Bassoli, la linea mediana è composta da Fiordaliso, Radrezza, Awua e Mignanelli, Spini, Parigini e Antenucci formano il trio d’attacco.
Dopo tre minuti il Campobasso è già avanti: un passaggio in profondità dritto per dritto vede Arena uscire in ritardo su Bifulco, e Nador leggere con altrettanto ritardo il movimento di Di Nardo alle sue spalle che deposita in rete dopo aver dribblato Galeotti. Con la partenza a handicap e il piano-gara già compromesso, la SPAL gestisce la fase di non possesso con il pressing delle tre punte, supportate da Awua nelle uscite alte e Radrezza in costante pressione sul mediano molisano. Nella prima parte del primo tempo il Campobasso è riuscito a eludere questa prima fase di pressione ed è riuscito ad attaccare frontalmente la linea di difesa spallina, spesso un po’ troppo distante sull’uscita in pressione della linea mediana. Sulle corsie esterne Fiordaliso e Mignanelli sono stati impegnati nei ripieghi bassi per formare la linea a cinque, soffrendo in avvio le ripartenze del Campobasso. La linea difensiva a tre, dopo l’errore in avvio, ha faticato a prendere le misure alle due punte molisane, che specialmente con Bifulco che agiva alle spalle di Di Nardo ha costretto Arena a dover rapidamente capire come lavorare sull’anticipo. Macchinoso Nador, che ha preso maggiore sicurezza solo nella seconda frazione di gioco, mentre buona è stata la prova di Bassoli. In mediana, positiva e di grande sacrificio la prova di Radrezza, autore di diversi recuperi palla in situazione di potenziale rischio per la difesa, mentre ancora una volta insufficiente la prova di Awua in interdizione.
In fase di possesso la manovra della SPAL è stata fluida e parecchio produttiva. Lo confermano anche i dati di WyScout: con un valore di 2,96 xG (Expected Goals) la squadra ha stabilito un nuovo record stagionale. Eppure è arrivato un risultato negativo. Gli uomini di Baldini sono riusciti a sviluppare il gioco con grande costanza sulle corsie esterne, specialmente a sinistra, dove Parigini si è dimostrato molto efficace sia nella collaborazione con Mignanelli e Antenucci, che nelle iniziative in uno contro uno. Sulla corsia destra sia Spini sia Fiordaliso hanno spesso attaccato la porta stringendo sugli sviluppi della corsia mancina, con Spini che nella prima frazione di gioco ha avuto tre occasioni da gol limpide, fallite per imprecisione e sfortuna. Apprezzabile il lavoro di raccordo svolto da Antenucci, che ha garantito la circolazione della palla al limite dell’area molisana. Radrezza ha giocato un grande numero di palloni in fase di costruzione, cercando spesso l’ampiezza verso gli esterni di attacco. In grande difficoltà Awua anche in costruzione, spesso a causa di errori già in fase di controllo.
Il raddoppio dei molisani su calcio di rigore nel recupero del primo tempo ha permesso loro di abbassare di molto il proprio baricentro nella ripresa. Da lì l’undici di Prosperi ha cercato le punte con lanci lunghi senza creare praticamente nulla. Baldini, già da inizio ripresa, ha cercato di alzare ulteriormente il tasso offensivo e la SPAL ha mantenuto possesso e baricentro alti, continuando a rendersi pericolosa ma riuscendo ad accorciare le distanze solo al 91′ con Antenucci, al suo undicesimo centro stagionale. Tra i subentrati, discreta la prova di Haoudi e parzialmente quella di Karlsson, mentre sono stati molto poco incisivi Rao e D’Orazio.
Cosa ha funzionato:
* Alla terza gara con Baldini in panchina, la SPAL offre una tra le prestazioni più convincenti di una stagione ai limiti del dramma sportivo. La manovra è stata apprezzabile, le soluzioni offensive hanno offerto un alto tasso di imprevedibilità e pericolosità, e la squadra ha lottato fino alla fine per cercare di raddrizzare la partita;
* Interessante la proposta del 3-4-3 come via di mezzo tra un modulo a difesa a tre maggiormente difensivo e tridente per sfruttare le caratteristiche della rosa. Il risultato è stato positivo per tre quarti: la fase offensiva ha confermato le aspettative come testimoniano le cinque nitide occasioni da rete create, le due traverse, e i tanti corner collezionati, mentre la fase difensiva ha commesso due errori, che ancora una volta si sono rivelati fatali, in un resto del pomeriggio di relativo controllo.
Cosa non ha funzionato:
* Tanto auspicato da parte dell’opinione pubblica e da una parte della critica, il ritorno alla difesa a tre si è dimostrato non essere la panacea di tutti i mali della SPAL. Un diverso assetto difensivo può aiutare laddove ci siano errori di reparto, ma quando si tratta di errori dei singoli il numero di giocatori schierati in un reparto è ininfluente su questi black-out. Per la quinta partita di fila la SPAL è andata sotto alla prima vera occasione creata dagli avversari (o al massimo alla seconda) e questi approcci stanno costando un prezzo altissimo.
* Per la terza partita consecutiva la SPAL si conferma più pericolosa del proprio avversario di giornata, ma purtroppo per la terza volta i biancazzurri non raccolgono punti. Gli episodi dimostrano che anche questa non è una stagione nella quale la fortuna ha deciso di posare i propri occhi su Ferrara, ma allo stesso tempo è necessario aumentare la cattiveria sotto porta, perché con questa caratteristica la SPAL avrebbe potuto (e meritato) di ottenere decisamente di più dalla gara contro il Campobasso.
La gara del “Mazza” era una vera e propria finale per gli uomini di Baldini, e purtroppo ancora una volta tutto il mondo spallino deve fare i conti con una sconfitta, difficile da metabolizzare sia per come si è realizzata, che per come allontana la SPAL dalla quota della potenziale salvezza diretta.
Per quanto complesso è ora più che mai necessario attaccarsi alla prestazione, perché con questa produzione offensiva devono per forza arrivare risultati migliori. Baldini dovrà essere psicologo molto attento per dare un senso alle gerarchie che si stanno definendo e mandare in campo chi gli sembrerà più attrezzato a sopportare le crescenti pressioni. Sarà durissima, ma crederci ostinatamente è un atto dovuto per ciò che rappresenta la SPAL.
— Andrea Coletta, 41 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.