La SPAL ripiomba nel baratro dopo appena una partita, confermando che la prestazione lievemente incoraggiante di Pescara era stata un episodio sostanzialmente isolato. L’Arezzo vince 0-2 al “Paolo Mazza” chiudendo la pratica in meno di mezz’ora. Il bilancio a Ferrara dice di punto nelle ultime sette partite, sedici sconfitte stagionali, cinquantadue gol subiti: con numeri del genere si può andare solo a picco.
VOTO DI SQUADRA 4,5 – Nei primi minuti la SPAL sembra potersela giocare alla pari, per quanto la pericolosità davanti sia molto contenuta anche a causa di un Karlsson praticamente assente. Il 442 porta spesso a cercare di sfondare dal lato sinistro, ma è lo stesso lato su cui attacca, molto meglio, l’Arezzo. I toscani si rendono più pericolosi e passano con l’ennesimo gol subito dalla SPAL da calcio d’angolo, con una marcatura inesistente di Nador. Il raddoppio è una prodezza balistica di Pattarello, che chiude la partita già prima della mezz’ora. Nella ripresa la reazione è solo di nervi e limitata ai primi minuti, perché di occasioni vere e proprie non c’è l’ombra. Doveva essere la partita in cui confermare i piccoli passi avanti di gioco e atteggiamento delle ultime due, ma la sconfitta azzera tutto e certifica per la SPAL un finale di campionato che rischia di trasformare i playout in un obiettivo difficile da raggiungere.
GALEOTTI 6 – Chiamato in causa fin dai primi minuti, blocca bene un paio di conclusioni dalla distanza e interviene sul primo palo respingendo un cross che con la deviazione di Mignanelli stava per diventare velenoso. Il colpo di testa di Gilli lo perfora lasciandolo esente da responsabilità, la magia su punizione di Pattarello è forse leggermente lenta, infatti riesce a toccarla, ma con una traiettoria comunque imprendibile.
CALAPAI 5 – Non si vede granché sulla destra, anche perché la SPAL gioca di più sull’altro lato. Va un po’ meglio nella ripresa quando ha occasione per mettere due cross in area, anche se nessuno di questi genera tiri in porta. Un colpo di testa nel finale poco pericoloso, ma che vale comunque la pena citare come uno dei pochi tiri verso la porta dell’intero secondo tempo.
NADOR 4,5 – Ancora una volta un gol al passivo arriva per colpa sua: sul calcio d’angolo battuto Gilli si libera agilmente della sua marcatura distratta e insacca di testa l’ennesimo gol da palla inattiva. Poco conta che nel resto della gara vinca qualche duello, specialmente di testa. Nel finale si lancia anche in avanti uscendo palla al piede e arrivando a conquistare una punizione dal limite. La sua dormita però indirizza la partita.
FIORDALISO 6 – Baldini sfrutta la sua duttilità cambiandogli il terzo ruolo e schierandolo centrale puro di una linea a quattro, dove già aveva ben figurato nella seconda parte dello scorso campionato. Fa il suo e se la cava bene anche quando è ora di impostare. Il più concreto ed efficace della linea dietro (dal 45′ s.t. SPINI ng – Dentro a partita già chiusa, lo era da un po’, solo per rilevare il compagno che accusava la stanchezza).
MIGNANELLI 4,5 – Inizialmente in sovrapposizione per sfruttare gli spazi creati da Parigini. In fase difensiva deve fronteggiare la catena Renzi-Pattarello: il numero dieci ospite è un cliente scomodo e infatti gli porta un giallo che gli farà saltare la trasferta di martedì. Sulla punizione che ne segue, generata da una lettura sbagliata, arriva il raddoppio aretino. Più di un cross lento nel secondo tempo, tutti facile preda della difesa. Parla molto il suo atteggiamento del corpo, quello di un giocatore che partita dopo partita si conferma molto nervoso.
D’ORAZIO 5 – Memore del gol di Pescara, cerca la porta in avvio con una punizione da posizione defilata. Per il resto non riesce a incidere, sbagliando diverse scelte quando è ora di giocare e creare qualcosa sulla destra, optando spesso per giocate verticali difficilmente tramutabili in qualcosa di concreto. Spreca anche lui palloni al limite con un paio di conclusioni rimpallate o deboli. Male anche sui corner.
RADREZZA 6 – Bravo a districarsi in situazioni anche complicate per evitare l’appoggio facile all’indietro. Si prende anche discreti rischi, ma nel complesso se la cava quasi sempre. Certo, a volte gli manca qualche copertura, ma il suo lo fa.
PAGHERA 5 – Ammonito dopo quindici secondi con un intervento che rischiava anche qualcosa di più. Ci prova due volta intorno alla mezz’ora: il primo tiro è murato dalla difesa, il secondo non centra lo specchio. Partita compromessa immediatamente che costringe Baldini a lasciarlo negli spogliatoi all’intervallo (dal 1′ s.t. HAOUDI 4,5 – Al solito sembra giocare largamente sotto ritmo. Non sale mai in cattedra e si limita al compitino. Più di una volta il suo posizionamento lascia spazi rischiosi per le ripartenze dell’Arezzo).
PARIGINI 5 – Tatticamente deve abbassare il suo raggio d’azione, ma ciò non gli impedisce di essere cercato con insistenza e creare superiorità numerica anche con l’ausilio di Mignanelli, almeno in avvio. Mette a referto un completamente fuori giri che si spegne in curva in chiusura di primo tempo. Perde efficacia nella ripresa, tardando il passaggio per Molina dopo un suo stesso buon recupero palla (dal 20′ s.t. ZAMMARINI 5 – La prova positiva di Pescara rimane una parentesi. Non aggiunge nulla e anzi, sbaglia diversi appoggi non offrendo nessun tipo di apporto in entrambe le fasi).
ANTENUCCI 5 – La presenza di Karlsson dovrebbe agevolargli il lavoro, consentendogli di fare ciò che gli riesce meglio, ma il gioco della squadra non passa più di tanto dai suoi piedi. Gli manca la lucidità di saltare Trombini in avvio di ripresa. Quando passa a riferimento centrale torna ad uscire tra le linee per cucire il gioco, ma non combina più di tanto. Ammonito, salterà anche lui la Pianese come Mignanelli (dal 14′ s.t. MOLINA 5 – Rientra dalla squalifica. Subito in guerra con Gilli e Chiosa, fa a sportellate ma alla fine dei conti anche lui ne prende ben poche, anche perché i cross che arrivano sono tutto tranne che sfruttabili).
KARLSSON 4 – Ritorno da titolare per spalleggiare Antenucci, viene cercato con palloni lunghi ma ne azzecca veramente pochi. È lento quando ha la possibilità di girarsi e puntare la porta palla al piede, mentre con le sponde di testa non va mai a segno. Serve bene Paghera a rimorchio su un contropiede alla mezz’ora, ma è l’unica giocata riuscita della sua partita che termina più che comprensibilmente all’intervallo. Quasi più deleterio che utile (dal 1′ s.t. RAO 5,5 – Accelera e cerca il tiro al primo pallone toccato. Un suo cross deviato rimbalza sulla riga e non entra per centimetri a Trombini beffato. Finisce però presto la verve, e si affievolisce anche lui come tutta la squadra).
BALDINI 5 – Si era intuito che volesse cambiare assetto tattico, e infatti mette in campo un 442 a trazione decisamente offensiva in stile Di Carlo. Tante scelte però non ripagano: Karlsson è un fantasma, Paghera condiziona la sua partita con un intervento scriteriato dopo pochi secondi, e alla fine il gol arriva sul solito calcio d’angolo a sfavore. Sconfessa la sua stessa idea in avvio di ripresa ritornando al 433, ma non cambia il risultato, perché la SPAL rimane inconcludente e il gioco che prova a sviluppare sulla fasce sfocia in una gran quantità di cross regalati all’Arezzo. Quattro sconfitte in cinque partite, un punto su quindici disponibili: ai punti, ruolino da retrocessione diretta da quando è arrivato.