foto Roberto Manderioli
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Le liturgie della comunicazione applicata allo sport professionistico hanno imposto a Francesco Baldini di parlare in conferenza stampa alla vigilia di Pianese-SPAL, ma il volto, la scelta delle parole e il tono di voce del tecnico hanno sostanzialmente detto che si sarebbe potuto fare tranquillamente a meno dell’appuntamento, per il bene di tutti. Baldini si sta comportando con educazione e professionalità indiscutibili, ma sa che il tempo delle chiacchiere è ampiamente scaduto e che qualunque considerazione rischia di essere un orpello di fronte a uno stato di cose che tende al drammatico.

Ci sono alcuni concetti che l’allenatore della SPAL ha ripetuto con maggior frequenza rispetto ad altri. Tra questi il riferimento alla “situazione complicata” in riferimento alla classifica e al percorso delle otto partite che rimangono nella stagione regolare. La sottolineatura del “problema mentale” che affligge la squadra e che porta a prendere gol con esagerata facilità, senza poi la possibilità di reagire. La richiesta di “compattezza difensiva“, coraggio e combattività a una squadra che sembra per molti versi rassegnata al suo destino. Non siamo ancora ai livelli espressi da Di Biagio nel 2020 e Oddo nel 2023, ma non ci si va lontani. Un risultato negativo a Piancastagnaio porterebbe esattamente in quei territori, con tutto l’armamentario del “finché la matematica non ci condanna“, “dobbiamo rimanere uniti” e “da oggi ci giochiamo N finali“. Roba già sentita troppe volte in poco tempo, al punto tale da rendere superflue (se non dannose) le esposizioni pubbliche dei tesserati, almeno quelli di campo. Anche perché i temi più rilevanti iniziano a essere quelli societari. Marcello Follano è in città da quattro giorni per “stare vicino alla squadra” (testuali parole di chi ha avuto modo di colloquiare con lui), ma questo è l’unico elemento di discontinuità rispetto agli ultimi mesi.

Per quanto riguarda la conferenza stampa in sé, ecco le considerazioni fatte al “G.B. Fabbri” nella mattinata di lunedì.

Non è un periodo semplice – ha detto Baldini con tono dimesso – e forse nella mia carriera non mi era mai successo di trovarmi in questa situazione. Per fortuna il calcio dà sempre l’opportunità di una nuova sfida e quindi io, lo staff e la squadra abbiamo il dovere di ripartire per provare a fare meglio. Non è finito nulla, anche se la situazione è complicata e non stiamo facendo punti. Se vogliamo farli dobbiamo prima di tutto iniziare dal non prendere gol, perché non ci possiamo permettere di andare sempre sotto uno o due a zero. Così la montagna diventa impossibile da scalare. Io sto provando in tutti i modi ad aiutare i ragazzi, ma è chiaro che ci devono mettere tanto anche del loro. Devono fare qualcosa in più. Se guardiamo alle ultime dieci partite siamo ultimi in classifica. Non si può andare avanti così perché le altre squadre non ci aspettano. Ogni tanto ne vincono qualcuna, fanno punti“.

Penso che quello contro l’Arezzo sia stato il peggior primo tempo da quando sono qui. Nella gara precedente mi era sembrato che con l’assetto che avevamo potessimo avere un po’ di compattezza, soprattutto quando ci siamo messi a quattro in difesa. Ho voluto dare continuità in quel modo contro un avversario con caratteristiche simili a livello tattico. Purtroppo tutto cambia quando perdi una marcatura su un calcio d’angolo e poi prendi il raddoppio dopo poco. Pattarello ha fatto un gran gol, ma prima di quello c’è stata una serie di errori avviata da una punizione per noi giocata male e conclusa da un fallo su una situazione che in altre circostanze sarebbe stata molto facile da leggere. Purtroppo alcuni giocatori assorbono tutta la negatività e quindi devo basare le mie scelte anche su questo, evitando di scegliere chi vedo più in difficoltà“.

Qualcosa dovrò cambiare martedì, perché comunque ci sono due squalificati (Mignanelli e Antenucci) e fin dall’inizio ci sono state situazioni che hanno imposto di fare determinate valutazioni. Cambia molto dall’avere Mignanelli oppure no, così come cambia non avere Arena o Molina. Se fossi venuto qui e avessi imposto subito il 433 si sarebbe detto che il mister non cambia mai e si impunta su un modulo. La verità è che dobbiamo trovare la compattezza, la priorità deve diventare quella di non prendere gol. I moduli ormai li abbiamo provati tutti, penso manchi solo il 352. Non è che non ci abbia ragionato, ma mi pare che nel complesso il cambiamento non abbia portato a chissà quali grande cose. Perché ci sono altri problemi. Speravo di poter dare un’impronta di un certo tipo, ma ogni settimana emergono difficoltà. Quello di cui dobbiamo preoccupare maggiormente è di essere compatti, di avere fame di qualcosa di diverso da quanto fatto finora, perché altrimenti la salvezza diventa complicata“.

Martedì i ragazzi devono mettere in campo tutto quello che hanno. Sarà una partita sporca, su un campo piccolo, sintetico, e se dovesse piovere sarà comunque molto pesante. La Pianese fa pressione uomo su uomo e la mette sull’intensità. Noi dobbiamo ragionare da squadra di serie C che si deve salvare. Se andiamo a fare il tiki-taka a Piancastagnaio ci mangiano. Loro la metteranno sulla battaglia e noi dovremo fare altrettanto. Se sapremo controbattere la loro energia allora potremo dire la nostra e portare a casa il punteggio pieno. Ma se mancherà il carattere allora sarà dura“.

Oltre a Mignanelli e ad Antenucci mister Baldini dovrà rinunciare anche agli infortunati Arena, El Kaddouri e Bidaoui.

IPOTESI DI FORMAZIONE (433): Galeotti; Calapai, Fiordaliso, Bassoli (Nador), Bruscagin (Ntenda); Zammarini, Paghera, Awua (Radrezza); Parigini, D’Orazio (Spini), Molina.

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