foto Roberto Manderioli
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Il pareggio interno col Legnago tiene la SPAL in una zona pericolosissima di classifica. In conferenza stampa il tecnico spallino Francesco Baldini si dice soddisfatto della reazione della sua squadra vista nel secondo tempo.

PARTITA – “È stata una partita brutta, con tantissima tensione nel primo tempo, così com’è stata diversa nel secondo. Non è facile in questo momento, perché chiunque parta dall’inizio fa più fatica di chi subentra. Capisco però il peso di questo incontro per i ragazzi, perché oggi c’era tanto in palio. Le parole di Bagatti? Non sono d’accordo: l’analisi del primo tempo la posso anche condividere, ma nel secondo tempo non c’è stata partita. Abbiamo ritrovato un giocatore come El Kaddouri, che però deve aumentare il minutaggio. Sull’arbitro è meglio che io sorvoli: ha dato una punizione assurda a metà campo e per colpa di questo per poco non perdiamo la partita. In Lucchese-Legnago ho visto un giocatore della Lucchese che ha spaccato un ginocchio all’avversario ed è stato solo ammonito. Io non posso credere a ciò che vedo ogni settimana da parte degli arbitri. Cosa abbiamo sbagliato sul gol del Legnago? Non credo bisogni essere allenatori per capire che abbiamo perso la marcatura. È vero che la stazza fisica fra Franzolini e Mignanelli è notevolmente diversa, ma ciò non toglie che abbiamo sbagliato”.

MODULO – “Quante partite abbiamo perso con il 352? Dico ancora: fosse stato un problema di modulo avrei risolto il problema il primo giorno in cui sono arrivato. Oggi non c’erano gli uomini per fare qualcosa di diverso. Per caratteristiche mancano due giocatori in grado di coprire bene il campo nel 442. Non sono cieco: vedo anche io a inizio partita i giocatori fanno fatica, mentre chi subentra nel secondo tempo fa molto bene. A Pineto ho fatto entrare Haoudi nella ripresa e ha giocato in maniera eccezionale, oggi ha fatto più fatica partendo da titolare. Aggiungo un’altra cosa: Calapai è un giocatore forte per la serie C, ma era in uno stato mentale che lo affliggeva. Oggi l’ho visto diverso e migliorato, quindi questo evidenzia come un episodio possa cambiare tutto”. 

PLAYOUT – “Io ho una squadra viva e che ha gli attributi, perché nelle difficoltà non mollano di un centimetro. Questa è la cosa positiva in vista dei playout che giocheremo senza paura se quello sarà il nostro destino. La squadra dimostra di essere viva: in queste ultime quattro partite cercheremo di dare il massimo. Nei finali di stagione può succedere di tutto: vedremo cosa faranno le altre, ma in questo momento assicuro che la squadra reagisce ed è viva. Andare sotto in casa non è facile ribaltarla, i ragazzi si sono ricompattati e ripartiti”.

KARLSSON – “L’abbiamo perso purtroppo: non sono pazzo a lasciarlo in panchina nonostante la sua doppietta nella scorsa partita. Sapevo che non si sentiva al meglio e per questo ho preferito farlo entrare nella ripresa. Purtroppo l’infortunio ha presentato il conto”.

TESTA – “Nonostante non avessimo iniziato male, nel primo tempo abbiamo subito il gol e abbiamo concesso qualche cross di troppo. Questo succede quando c’è apprensione e paura, cosa che nei ragazzi vedo ogni giorno. Tuttavia ripeto: questa formazione è viva. Se mi chiedi se il ritiro è servito, io ti dico di sì. Quanto pesa la mia posizione? Tanto, non ho mai vissuto una cosa del genere. Tuttavia se avessi la sensazione di vedere una squadra allo sbando avrei dichiarato le mie colpe e me ne sarei andato. È la prima volta nella mia carriera che dopo un periodo così negativo in termini di risultati sono molto carico all’idea di continuare a lavorare con i miei ragazzi e non vedo l’ora sia martedì per tornare al campo”.

TORRES – “Penso che in Sardegna si possa andare a vincere. Sono i ragazzi che mi danno forza, specie dopo il secondo tempo di oggi. Inoltre la società mi concede questo tipo di scelte: questa settimana faremo un allenamento venerdì e poi la rifinitura la eseguiremo direttamente in Sardegna”. 

FATTORE CAMPO – “Vi dico già che questo aspetto non conta e non deve contare. A Pineto abbiamo avuto un blackout totale ed eravamo fuori casa. Oggi era giusto che ci fischiassero dopo il primo tempo, perché sembravamo degli scappati di casa, ma nel secondo tempo sentivi il vento delle voci arrivare dalla curva. In sintesi, questo fattore non può e non deve essere determinante per noi”. 

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