Nonostante la buona prova complessiva, la SPAL non infrange il tabù del Paolo Mazza e impatta 1-1 contro il Pontedera: il vantaggio di Spini siglato sul finire del primo tempo dura solo un paio di minuti, prima che un errore in marcatura su calcio d’angolo finisca col premiare un Pontedera che prima e dopo la rete non si è praticamente mai reso pericoloso.
Baldini decide di confermare sostanzialmente le scelte di Sassari: squadra schierata con il 3-4-3, con Galeotti in porta, linea difensiva con Bruscagin centrale, Fiordaliso e Arena ai suoi lati, Calapai, Nador, Awua e Ntenda (al posto dell’acciaccato Mignanelli) in mediana, Spini, Parigini e Molina a formare il tridente offensivo.
In fase di non possesso è Molina ad attivare la pressione sul possesso palla dei difensori toscani, con Nador a schermare il regista del Pontedera, e Spini e Parigini ad alzarsi sui laterali. L’azione è ben coordinata e costringe il Pontedera a ricorrere a lanci lunghi su Italeng, su cui lavorano in azione di anticipo Fiordaliso e Arena quando l’attaccante cerca di allargare la propria posizione, oppure Bruscagin sulle giocate centrali. I due mediani Nador ed Awua, come a Sassari, riescono a essere sempre presenti in zona palla e riescono a lavorare bene in fase di interdizione, sia a ridosso della linea difensiva spallina sia sulla linea di centrocampo. Sulle corsie esterne Calapai e Ntenda hanno ripiegato in maniera costante sulle rare incursioni toscane e anche Spini e Parigini hanno supportato la fase di non possesso della linea mediana. Buone le transizioni degli uomini di Baldini, veloci ed efficaci.
In fase di possesso la costruzione è passata sia da Arena e Fiordaliso, sia da Nador e Awua, garantendo una buona fluidità in avvio della manovra, specialmente nella prima frazione di gioco. Spini e Parigini sono riusciti a farsi trovare con costanza sulla linea di centrocampo e hanno costantemente puntato la linea difensiva toscana. Il supporto degli esterni di centrocampo è stato continuo, in particolar modo Calapai ha confermato quanto di buono messo in mostra nelle ultime settimane fornendo un sostegno continuo all’azione di Spini. Nador e Awua hanno garantito una buona circolazione della palla, al netto di qualche leggerezza in fase di impostazione: il nigeriano è riuscito anche ad andare alla conclusione in un paio di circostanze. Molina ha, come al solito, fornito una prova di grande lotta ma non è riuscito a farsi trovare pronto sui diversi cross arrivati in area di rigore. Nel corso della seconda frazione di gioco l’ingresso di Rao ed El Kaddouri prima, e D’Orazio ed Antenucci poi hanno modificato l’assetto tattico della squadra di Baldini, che si è schierata con un 4-2-4: sebbene il pallino del gioco sia rimasto costantemente tra i piedi dei biancazzurri, solo in un paio di circostanze la SPAL è riuscita a rendersi pericolosa.
Cosa ha funzionato:
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Nelle ultime settimane la SPAL sembra aver acquisito una buona stabilità: è una squadra che non subisce particolarmente le azioni avversarie ed è in grado di rendersi pericolosa con una discreta costanza, mostrando una buona forma fisica ed un coinvolgimento del gruppo maggiore rispetto a quanto visto fino a qualche settimana addietro;
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La linea mediana senza registi di ruolo sembra essere una soluzione interessante, perché accresce la densità sui venticinque metri difensivi e garantisce la copertura di molti palloni che non possono essere giocati con libertà dagli avversari;
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Il tridente, più della soluzione a due punte, garantisce un ventaglio di soluzioni offensive maggiori: Spini e Parigini riescono a puntare l’uomo, attaccare l’area e cercare la conclusione, e Molina è comunque un giocatore che richiede una marcatura attenta da parte degli avversari.
Cosa non ha funzionato:
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L’unico vero errore della partita della SPAL ha prodotto la rete del pareggio ed è stato l’elemento che è costato la vittoria. Il gol subito su palla inattiva è purtroppo una costante nel corso di questa stagione (siamo a quota 20);
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A inizio secondo tempo la SPAL ha un po’ faticato a riprendere il controllo della partita: il baricentro si è abbassato, è cresciuto il numero di palloni giocati con approssimazione, e la situazione è migliorata solo con gli ingressi qualitativi di El Kaddouri e D’Orazio;
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Rao è un calciatore chiaramente in difficoltà: non riesce a saltare l’uomo, quando ha la palla buona dalla sua mattonella la calcia in curva, ed è superficiale in costruzione. In un momento delicato della stagione non sembra in grado di aggiungere valore.
Ancora una volta una discreta SPAL non riesce a trovare i tre punti, restando impigliata in una scomoda posizione di classifica: se da un lato le prestazioni danno riscontro di un gruppo presente e vivo, la grande difficoltà realizzativa è purtroppo un limite enorme nel raggiungimento della vittoria. Lunedì 21 la SPAL sarà ospite della Vis Pesaro, una delle squadre rivelazione del girone ed in piena zona play-off: sarà una partita complessa contro una squadra ostica e in salute, l’ultima prova contro una big che potrebbe risultare un test dal riscontro morale importante, forse decisivo, in vista
dello sprint finale dei playout.
— Andrea Coletta, 41 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.