Una vittoria al “Benelli” di Pesaro poteva addirittura mettere la SPAL nelle condizioni di evitare i playout, ma l’ormai conclamata tendenza a complicarsi la vita ha consegnato la certezza di giocarsi la permanenza in serie C agli spareggi, peraltro con altissime probabilità di dover fare almeno una vittoria contro il Milan Futuro.
Il film della partita giocata nelle Marche ha un copione semplice: svantaggio immediato frutto di un errore tanto ingenuo quanto inaspettato da un giocatore del calibro di El Kaddouri, resto della partita alla ricerca del gol del pareggio che arriva, fortunatamente, in pieno recupero – si può dire con merito almeno per lo spirito dimostrato.
Baldini non apporta modifiche strutturali alla squadra: con la conferma del 3-4-3 gli unici cambi riguardano la sostituzione di infortunati e squalificati. In porta Galeotti, Bruscagin, Nador e Fiordaliso compongono il pacchetto difensivo, Calapai, Awua, El Kaddouri e Ntenda in mediana, Spini, Parigini e Molina completano l’undici scelto dal tecnico toscano.
Dopo solo tre minuti la SPAL è sotto, con il solito omaggio della squadra biancazzurra: El Kaddouri conduce palla all’indietro e nonostante la pressione ravvicinata di due avversari cerca uno scarico orizzontale verso il centro del campo che consente il recupero palla alla Vis Pesaro che con un rapido uno-due trova il colpo del vantaggio. Non irreprensibili nemmeno i tempi di reazione di Bruscagin sull’ingresso in area di Paganini.
In fase di non possesso la Vis Pesaro non cerca molto la costruzione dal basso, pertanto la pressione mossa dagli uomini di Baldini vede Molina, Spini e Parigini impegnati più in disturbo che in un’azione di pressing strutturata. La ricorrente palla lunga dei marchigiani chiama quindi il pacchetto difensivo al contrasto, spesso vincente, sulle palle alte: le seconde palle vedono impegnati principalmente Awua ed El Kaddouri, con il nigeriano più presente e attivo in fase di interdizione rispetto all’ex centrocampista del Napoli. Sulle corsie esterne Calapai e Ntenda si alternano nel ripiego sulla linea difensiva a seconda della corsia utilizzata dalla Vis Pesaro per l’attacco, risultando tuttavia poco impegnati in non possesso. Il baricentro della squadra è stato buono, mentre meno efficace lungo tutto l’arco della gara è stata la distanza tra i reparti, con lo spazio tra linea mediana e linea offensiva che spesso è stato eccessivo. Soprattutto nei primi venti minuti la SPAL ha sofferto due situazioni specifiche: la fase di costruzione del gioco a causa di un’eccessiva lentezza nella circolazione della palla, e la fase di transizione difensiva, con tempi lunghi di riposizionamento dei due mediani dopo i possessi persi.
In fase di possesso la presenza di El Kaddouri ha portato il marocchino a ricevere diverse volte palla in uscita dalla linea difensiva, ma è stato solo dopo la mezz’ora che la sua prestazione è iniziata a diventare maggiormente fluida ed è riuscito a trovare gli esterni per gli sviluppi offensivi. L’alternativa in costruzione è stata affidata alla linea difensiva: Bruscagin e Fiordaliso hanno lavorato bene nell’attivazione delle catene esterne con Calapai e Ntenda, mentre Nador ha composto un triangolo in zona centrale con Awua ed El Kaddouri e le trame sono state principalmente strette. Spini e Parigini sono stati serviti o poco sopra la linea mediana, con possibilità di attaccare lo spazio, oppure in posizione molto esterna, dove però entrambi non hanno vissuto la loro giornata migliore (soprattutto Spini è apparso dinamico, ma molto poco ispirato). Molina, oltre a ripulire una quantità enorme di palloni, è stato molto attivo nel sostenere gli sviluppi offensivi ed in area di rigore.
A inizio secondo tempo l’ingresso di Antenucci per l’ammonito El Kaddouri porta alla modifica dell’assetto tattico, che diventa un 4-2-4 (che rimane tale anche con i successivi ingressi di Bidaoui, D’Orazio, Radrezza e Zammarini). La SPAL la pareggia al minuto 91, quando Nador (alzato in mediana con il cambio di modulo) è bravo a sfruttare un ottimo cross di D’Orazio. Gol che evita la beffa, poiché oltre alla rete la Vis Pesaro non si è mai resa realmente pericolosa, mentre gli uomini di Baldini hanno creato almeno quattro nitide occasioni da rete (di cui due fermate sulla linea di porta).
Cosa ha funzionato:
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Le ultime quattro partite raccontano di una SPAL che sembra aver trovato un proprio equilibrio tattico: il 3-4-3 con due incontristi è al momento la soluzione che garantisce protezione difensiva e toglie qualche pensiero difensivo agli esterni, maggiormente liberi di attaccare. I punti racimolati sono stati solo quattro, ma di certo con un conto aperto con la sorte;
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Anche contro la Vis Pesaro la prova complessiva di squadra è stata buona: nonostante il gol regalato la squadra è restata in partita, ha difeso con ordine, costruito gioco con costanza ed è riuscita a rendersi pericolosa a più riprese;
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Fiordaliso, Nador e Molina sono stati i migliori nella squadra di Baldini, ma anche la prestazione di Ntenda merita una menzione: la fase difensiva è stata precisa, ma anche in fase di attacco è finalmente riuscito a mettere in mostra delle giocate finora mai viste, utili a saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Considerato che Mignanelli non sembra essere vicino al rientro, il francese potrebbe rappresentare un’inattesa risorsa.
Cosa non ha funzionato:
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Occorre partire, per gravità e ordine cronologico, dal gol regalato. Dopo 37 partite non ci si può aspettare che questo aspetto svanisca improvvisamente, ma vedere con costanza partite affrontate in salita con l’intero piano gara stravolto a causa di leggerezze, tanto banali quanto pesanti, è quasi irreale (oltre che sanguinoso per la classifica);
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La SPAL gioca, crea, ma fa una fatica tremenda a segnare. Molina lavora tanto per la squadra ed è un giocatore che richiede l’attenzione della difesa avversaria, ma purtroppo per caratteristiche e sfortuna non riesce a realizzare con costanza. Discorso simile per gli esterni, molto coinvolti nel gioco, ma poco lucidi o imprecisi in fase di conclusione. La soluzione del doppio centravanti non aumenta la pericolosità offensiva e l’area di rigore sembra sempre vuota. Senza l’apporto realizzativo dei centrocampisti tutto il peso offensivo ricade sull’attacco. Forse la ricerca delle conclusioni dalla distanza o una maggiore concretezza sulle palle inattive potrebbero portare qualche gol in più alla squadra di Baldini.
Per la SPAL la certezza di disputare i play-out sancisce ufficialmente il fallimento totale del progetto sportivo stagionale. Il fatto di doversi giocare la salvezza contro il Milan Futuro, al di là delle dichiarazioni di Casella, inquieta parecchio sia perché la SPAL è riuscita a perdere entrambe le partite contro i rossoneri, sia perché, inutile negarlo, il peso politico del nome Milan avrà un ruolo. Sarà pertanto necessario che la SPAL affronti l’ultima di campionato (domenica 27 aprile) contro il Gubbio con l’obiettivo di conquistare una vittoria, importante per provare a prendere una posizione di vantaggio proprio sul Milan Futuro, e per trovare una vittoria casalinga che manca da cinque mesi. E cercare di essere pronti in tutto e per tutto per le sfide più importanti della stagione, quelle che determineranno il futuro stesso della SPAL come club.
— Andrea Coletta, 41 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.