É stata una domenica pomeriggio all’insegna della festa quella vissuta al Paolo Mazza. Non tanto per la vittoria casalinga – che mancava da novembre – ottenuta contro il Gubbio o per la combinazione di risultati che porta i biancazzurri a scavalcare il Milan Futuro in vista dello spareggio playout, ma più che altro perché all’interno di una stagione sciagurata c’è stato modo di ritagliare la cornice perfetta per l’addio al calcio dell’eterno capitano Mirco Antenucci. Anche se l’ultimo capitolo è previsto nella gara di ritorno dei playout.
Un uomo, un simbolo e soprattutto un pezzo della storia sportiva della città di Ferrara. Capace di essere protagonista della splendida cavalcata della promozione in serie A dopo 49 anni, delle successive salvezze nel massimo campionato e del ritorno nel momento del bisogno. 182 partite e 52 gol con la SPAL che lo innalzano a terzo miglior marcatore della storia dei biancazzurri dietro solo a mostri sacri come Cancellato e Massei. A quarant’anni Antenucci ha deciso da tempo che questo sarebbe stato il suo ultimo anno da professionista, ma forse nessuno era davvero pronto a salutarlo in un clima segnato dall’ansia per il futuro della SPAL.
I tifosi gli avevano già dedicato una splendida coreografia nella partita con il Pontedera, ma dopo il fischio finale della 38^ giornata è arrivato il momento di ringraziamento anche da parte della società che ha indetto una vera e propria cerimonia con la classica camminata tra due ali di persone, accompagnato da un video celebrativo delle sue gesta in biancazzurro. Sono arrivati numerosi tributi da tutto il mondo del calcio a partire da Schiattarella, Marco Silvestri, Tommaso Bianchi, Alessandro Sgrigna, Luciano Zavagno, Valerio Di Cesare, Matteo Darmian, Manuel Lazzari ed Enrico Chiesa fino ad arrivare alle parole della moglie Eleonora e delle tre figlie, comprensibilmente tra le lacrime d’emozione. In tribuna gli amici di una vita venuti da Giulianova e da altri luoghi d’Italia all’insaputa del capitano.
Prima del giro celebrativo di ringraziamento verso il suo pubblico, Mirco Antenucci ha deciso infine di prendere la parola per ringraziare pubblicamente tutti i presenti, non nascondendo la sua commozione: “Sono molto emozionato, non mi aspettavo tutto questo. Sono grato e fiero di quello che ho ottenuto nella mia carriera perché oltre ai campionati vinti e ai gol, sono le esperienze che mi hanno cresciuto. Devo tutto al calcio perché sono partito da un paesino del Molise a quattordici anni per mettermi in discussione. Credo sia stato un sacrificio importante anche da parte dei miei genitori e per questo li ringrazio. Da padre ora lo capisco pienamente. Ho sempre cercato di onorare tutte le maglie che ho indossato, perché alla fine ho avuto la fortuna di costruire legami con città e giocatori. Ho dato tutto, senza sprecare un secondo. Ringrazio mia moglie Eleonora, le mie bimbe fantastiche, i miei compagni di squadra che meritano il nostro supporto nonostante non siano arrivate le soddisfazioni. Ringrazio Ferrara perché il mio sogno era finire qui da calciatore. Ora ci mancano le partite più importanti della mia carriera perché dobbiamo mantenere il patrimonio del professionismo a tutti i costi”.