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Il campionato della SPAL è terminato venerdì 19 maggio con l’inutile vittoria di Pisa, ma da allora la società non ha ancora ordinato il classico “rompete le righe” nei confronti di giocatori e staff a causa delle disposizioni fornite dal presidente Joe Tacopina.

Nelle due infuocate conferenze stampa seguite a SPAL-Parma l’avvocato di Brooklyn aveva annunciato e poi confermato di voler tenere l’intera squadra a Ferrara fino alla scadenza naturale dei contratti, ossia il 30 giugno. Una misura chiaramente di stampo punitivo per i protagonisti principali della retrocessione in serie C, che però si scontra con regolamenti, clausole contrattuali e pure consuetudini del nostro calcio. Chi tra l’opinione pubblica si aspettava lunghe settimane di allenamenti è destinato a rimanere deluso, visto che la direttiva di Tacopina è stata interpretata con senso di realismo da parte di chi è chiamato a gestire l’operatività quotidiana.

Dopo aver vinto all’Arena Garibaldi il gruppo guidato da Massimo Oddo ha avuto quattro giorni consecutivi di riposo e si è ritrovato al centro “G.B. Fabbri” per tre sedute tra il 24 e il 26 maggio. Quindi è stato decretato un altro mini-periodo di riposo e il programma verrà ripetuto con analoghe modalità tra mercoledì e venerdì della settimana in corso. Verosimilmente varrà lo stesso principio per quella compresa tra il 5 e l’11 giugno. Semplificando: si tratta di un modo come un altro per “diluire” piano piano i ventuno giorni residui di riposo che devono essere garantiti da contratto all’interno dell’annata sportiva in corso. Ammesso che la SPAL li stia effettivamente considerando di ferie, cosa che attualmente non c’è modo di verificare.

A prescindere da quest’ultimo dettaglio, superata la data dell’11 giugno sarà interessante capire cosa accadrà. Teoricamente la SPAL avrebbe facoltà di proseguire con la linea dura, ma a condizione di accettare un’impennata nelle spese di gestione e al tempo stesso di ritrovarsi al centro di contenziosi legali complessi e senz’altro antipatici.

L’11 giugno infatti è in programma la finale di ritorno dei playoff di serie B, partita che sancirà la chiusura definitiva della stagione agonistica 2022/2023, aprendo al tempo stesso il periodo di pausa. In base all’accordo collettivo stipulato tra AIC (Associazione Italiana Calciatori), Figc e Lega di serie B la società può trattenere i propri tesserati anche all’interno di questo periodo, ma con degli aggravi notevoli:

La scelta del periodo di godimento del riposo annuale spetta alla società, che decide in relazione alle esigenze dell’attività sportiva. Il riposo annuale ha normalmente carattere continuativo. Qualora il calciatore venga richiamato in sede durante il periodo di riposo annuale, la società è tenuta a rimborsargli le spese di viaggio sia per il rientro in sede sia per il ritorno alla località ove trascorreva detto riposo. Il calciatore ha diritto di usufruire, in altro periodo dell’anno, dei giorni di riposo annuale non goduti a causa del richiamo in sede“.

In altre parole: se dopo l’11 giugno qualche giocatore deciderà di trascorrere tre o quattro giorni alle Isole Seychelles o in qualche altro luogo esotico, la SPAL dovrà accollarsi i costi per il volo di rientro in Italia e quello di successivo di ritorno nella località di villeggiatura. Uno scenario che non solo avrebbe del surreale, ma che esporrebbe la società a spese completamente senza senso quando sarebbe più opportuno concentrare le risorse per altre esigenze.

Tra le altre cose non tutti sono tenuti a presentarsi alle sedute programmate in questo periodo. Brazao è già stato liberato in base agli accordi presi a gennaio con l’Inter e infatti si è già fatto ritrarre sorridente mentre trascorre il suo tempo libero alle Maldive. Stessa sorte potrebbe teoricamente toccare anche agli altri elementi in prestito (Dalle Mura, Varnier, Moncini, Rauti) nel caso le rispettive società d’appartenenza decidessero d’intervenire e a un certo punto potrebbero venir meno anche i giocatori che vedranno il loro contratto scadere il prossimo 30 giugno (Pomini, Almici, Zuculini, Nainggolan, Ayoub Abou, Rossi). Alcuni tra questi hanno già avviato le pratiche per la risoluzione anticipata, anche se per ora tutti hanno risposto alle convocazioni del club.

La responsabilità di gestire questo sgangherato gruppo di giocatori scontenti e demotivati tocca a Massimo Oddo e al suo staff, a meno che il tecnico – pure lui col contratto in scadenza il prossimo 30 giugno – non decida di dimettersi, lasciando così alla SPAL l’onere aggiuntivo di incaricare (e stipendiare) un allenatore dotato dell’abilitazione necessaria per le squadre di serie B. Insomma sembra esserci una lunga lista di ragioni valide per staccare la spina e chiudere definitivamente questa balorda stagione. Non ultima quelle dei professionisti (fisioterapisti, massaggiatori, magazzinieri) che continuano a prestare servizio nel contesto di allenamenti completamente inutili e svolti senza alcun entusiasmo.