foto Tim Nwachukwu – FIFA/FIFA via Getty Images
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Si interrompe a pochi metri dal traguardo il sogno mondiale di Matteo Prati e dei suoi compagni della nazionale Under 20: nell’atto finale di La Plata l’Uruguay ha battuto 1-0 l’Italia, aggiudicandosi così il trofeo.

Gli azzurrini del ct Carmine Nunziata migliorano comunque il risultato del 2017 quando, in una squadra che contava tra gli altri Barella e Orsolini oltre agli ex SPAL Sernicola, Vido e Ghiglione, si erano dovuti accontentare del terzo posto conquistato in finale proprio contro l’Uruguay, e possono in parte consolarsi con la scarpa d’oro vinta da Casadei (Chelsea), miglior marcatore della competizione con sette gol in altrettante partite.

Primo tempo di sofferenza per gli azzurrini che subiscono un Uruguay straripante che ci prova principalmente con la soluzione da fuori area. La migliore occasione dei primi 45 minuti capita però sulla testa di Duarte sugli sviluppi di corner: formidabile riflesso di Desplanches a respingere in angolo. Prati è stato schierato inizialmente mezzala destra con Faticanti davanti alla difesa. Il centrocampista spallino ha giocato una prima parte di gara per forza di cose di contenimento, in una zona di campo in cui doveva badare soprattutto alle scorribande offensive di un intraprendente Alan Matturro (2004, Genoa). Partita comunque pulita la sua, con svariati tentativi di mettere ordine a una manovra non sempre fluida (anche per un campo conciato malissimo) con la consueta sapienza tecnica e tattica nel far girare la squadra con passaggi corti o lanci lunghi. In un primo tempo sofferto e falloso (15 i falli fischiati, ben 10 quelli commessi dall’Italia), Prati si è distinto per l’efficacia anche nei contrasti (4/9 vinti).

Nella ripresa, in virtù delle difficoltà del primo tempo, il ct Nunziata ha optato per un cambio prevedibile inserendo Zanotti (terzino, 2003, Inter) per Faticanti (centrocampista, 2003, Roma). Con l’uscita del centrocampista della Roma si è dunque assistito al consueto tema tattico che ha riportato Prati davanti alla difesa con Giovane ad alzarsi nella posizione di mezzala e Zanotti ad occupare la corsia destra di difesa. Il cambio tattico è stato seguito anche dagli ingressi in sequenza di Pio Esposito (Inter) e Montevago (Sampdoria) al posto di Ambrosino (Napoli) e Pafundi (Udinese) in attacco. Ingressi che hanno alzato la fisicità del reparto avanzato e hanno dunque permesso all’Italia di tentare di più la giocata della palla lunga: solo uno a segno (su quattro) per Prati, sintomo dell’imprecisione generale che ha contraddistinto la serata azzurra.

Con l’Uruguay sempre aggressivo, Prati ha abbassato ulteriormente il suo raggio d’azione, alternando buoni recuperi che hanno dato il via a una manciata di azioni, a errori elementari che hanno regalato il pallone in zona pericolosa alla Celeste. Sliding door importante al minuto 80: Prati interviene con il piede alto sul ginocchio di Diaz, per l’arbitro Nyberg è cartellino rosso. Dopo essere stato richiamato al VAR e un breve consulto al monitor, il direttore di gara però opta per la revoca del rosso limitandosi ad ammonire il centrocampista spallino. Decisione giusta considerando che nel contrasto a velocità normale l’intervento era effettivamente pericoloso, ma nella concretezza dell’azione il tocco sulla gamba non c’è stato.

Cinque minuti dopo però, altro momento decisivo: calcio d’angolo per l’Uruguay, serie di rimpalli con il pallone che si alza sul secondo palo e colpo di testa vincente di Luciano Rodriguez che fa 1-0. Nella zona del misfatto si ritrova proprio Prati che, nella confusione generale, era forse l’incaricato alla marcatura dell’autore del gol. La distrazione difensiva, sicuramente unita ad una difficoltà nella creazione di palle gol pericolose (si ricorda solo un tiro in porta velenoso di Pafundi nel primo tempo, respinto di testa da Boselli), è costata la finale all’Italia, che deve rendere merito però ad un Uruguay che ha senz’altro meritato di avere la meglio nell’arco dei novanta minuti.

Il Mondiale di Matteo Prati si conclude dunque con un secondo posto, sette presenze e un gol nella partita d’esordio. Adesso per lui ci sarà il rientro in Italia in attesa di capire dove proseguirà la sua carriera con il calciomercato alle porte e tante squadre tra serie A e B interessate.