Quello che era un sospetto è diventato una certezza col trascorrere dei giorni: Joe Tacopina ripartirà per gli Stati Uniti al termine della settimana in corso senza fare dichiarazioni alla stampa locale e quindi senza esporre nel dettaglio quali sono i piani per la stagione 2023/2024. Da via Copparo viene fatto sapere che una fitta agenda di incontri e riunioni ha pesato sulla decisione di non organizzare una conferenza come accaduto in passato. Ma per forza di cose non può essere l’unica motivazione. Fatto sta che ogni considerazione accessoria rispetto a quelle già fatte altrove potrebbe essere rinviata addirittura a inizio agosto, quando il presidente della SPAL tornerà di nuovo in Italia dopo un lungo soggiorno sull’altra sponda dell’Atlantico. Ovviamente al netto di interventi su altri media che periodicamente riescono a strappare qualche dichiarazione significativa.
Nel frattempo Tacopina confida di tenere contatti costanti con il nuovo direttore sportivo Filippo Fusco – il cui incarico verrà ufficializzato a breve – e con quello che sarà l’allenatore scelto dallo stesso Fusco per sovrintendere il nuovo progetto tecnico. Nella migliore delle ipotesi le presentazioni ufficiali alla stampa verranno fatte col presidente in collegamento dagli Stati Uniti, un po’ come accaduto a ottobre 2022 col primo giorno a Ferrara di Daniele De Rossi. La differenza sostanziale è che quello fu un cambio in corsa con tempi strettissimi, mentre nella scorsa estate Tacopina fu un prima fila sia per la presentazione di Fabio Lupo sia per buona parte del ritiro precampionato a Mezzana.
Quella impostata da Tacopina è una strategia rischiosa e come minimo impopolare in una fase in cui una fetta consistente dell’opinione pubblica reclama trasparenza non solo sui piani relativi alla squadra, ma anche sull’integrità di una struttura aziendale inevitabilmente sproporzionata per gli standard della serie C. Di fatto Tacopina sta scegliendo di controllare la narrazione con le sue regole, senza curarsi di appelli e richieste provenienti dal tifo organizzato. A voler semplificare all’osso la questione in maniera benevola, la linea attuale di Tacopina sembra essere quella del “più fatti e meno parole“. Il che non sarebbe necessariamente un male dopo tanti proclami andati a vuoto e quando in ballo c’è la ripartenza di una società che guardava al ritorno in serie C come a un incubo da scongiurare con tutte le forze. L’iscrizione alla serie C regolarmente formalizzata – seppure con una piccola componente d’ansia e di fatica – è lì a testimoniare che lo scenario distruttivo della sparizione del club non conveniva a nessuno (a Tacopina per primo), malgrado fosse stato evocato proprio dall’avvocato nell’ormai famigerata conferenza stampa post SPAL-Parma. Ma è innegabile che qualcosa sia cambiato nella gestione di certe situazioni e non è ancora del tutto chiaro se questo cambiamento derivi da un calcolo esclusivamente personale o da una strategia complessiva che potrebbe progressivamente allontanare Tacopina dalla società che ha acquistato nel 2021 dalla famiglia Colombarini. Qualche spiffero qua e là è stato registrato, ma troppo poco per parlare di indiscrezioni fondate. Anche perché l’impegno economico profuso da Tacopina col suo gruppo di anonimi finanziatori sta per toccare (se non addirittura superare) quota 30 milioni di euro entro la fine del 2023. Non proprio il genere di investimento che si lascerebbe andare a cuor leggero.
Mettendo quindi da parte la teoria del disimpegno è il caso di ragionare sull’attualità. Complici anche i tempi dilatati della serie C (si inizierà a fine agosto) al momento il presidente pare non avere interesse a rendere conto pubblicamente delle sue idee e delle logiche alla base delle sue prossime mosse – se non in maniera abbastanza sommaria – né d’aver intenzione di fare un passo in direzione di una tifoseria che più di un mese fa aveva aperto a un confronto per discutere del futuro a breve termine. Per quanto alcune persone vicine a lui avessero lavorato per un riavvicinamento, Tacopina non è mai sembrato realmente intenzionato a sedersi al tavolo per una qualche sorta di riappacificazione. Di certo il parziale silenzio di Tacopina non deriva da una qualche forma di contrizione nei confronti di un pubblico abbattuto dalla retrocessione e in totale apprensione per gli sviluppi futuri, bensì da un moto d’orgoglio che gli suggerisce di andare avanti per la propria strada senza preoccuparsi granché di ciò che verrà detto sul suo conto, almeno in questa fase di riassestamento. Si tratta di un atteggiamento abbastanza comune tra i proprietari stranieri di squadre dei nostri campionati (es.: Krause, Knaster, Niederauer, Hartono), ma anche tra diversi presidenti italiani meno avvezzi al compromesso col pubblico (es.: Cellino, Bandecchi). Insomma l’epoca dei trenini in centro storico e dei bagni di folla è andata definitivamente in soffitta e probabilmente non tornerà più, forse neanche con una pronta risalita in serie B.
Pur se esposto alle critiche, anche molto aspre, nel complesso Tacopina ritiene di aver fatto il suo dovere di proprietario e presidente e di continuare a farlo, non solo con la regolare iscrizione al campionato. La scelta di Filippo Fusco a capo dell’area tecnica sembra suggerire la volontà di ripartire senza compromessi al ribasso – se non quelli fisiologicamente imposti dalla categoria – perché il ds napoletano viene definito dagli addetti ai lavori come un professionista di primo livello per competenza e varietà di contatti importanti. Senz’altro più esperto e inserito dei più giovani Collauto e Scala, gli altri due candidati che avevano sostenuto un colloquio con Tacopina. Fusco peraltro ha la fama non solo d’essere un abile ri-costruttore di squadre in disgrazia (es.: Bologna 2014/2015), ma anche il tipo di dirigente scarsamente tollerante verso le interferenze sul proprio operato.
Questo lascia pensare a una possibile inversione di tendenza rispetto a quanto accaduto nelle gestioni Zamuner/Tarantino (2021/2022) e Lupo (2022/2023), contraddistinte da svariati interventi sulle scelte tecniche da parte del presidente. In altre parole Fusco potrebbe davvero essere il plenipotenziario (o quasi) che avrà carta bianca per rifare la SPAL. Un primo indizio arriva dal processo di scelta dell’allenatore, che è stato davvero delegato integralmente allo stesso Fusco. Che ha fatto più chiacchierate con Francesco Baldini (una alla presenza di Tacopina) anche in nome di un’amicizia quasi trentennale, ma si sta riservando di esaminare diversi altri profili compatibili con la costruzione di una squadra mediamente giovane, ma comunque dotata di alcuni elementi d’esperienza con trascorsi in serie C. Una volta messo sotto contratto il tecnico (probabilmente tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio) inizierà il via-vai di mercato. Da lì si avrà qualche indicazione in più su ambizioni ed effettive possibilità economiche della SPAL, in attesa che Tacopina decida quando e cosa comunicare.