foto Filippo Rubin
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La suggestione del ritorno alla SPAL di Mirco Antenucci (1984) non è campata per aria, ma potrebbe servire ancora un po’ di tempo per capire se potrà diventare realtà. L’attaccante molisano è formalmente libero da ogni vincolo dopo la scadenza del suo contratto col Bari e si sta godendo l’ultima parte di vacanze prima di prendere una decisione sul suo futuro. In ballo c’è l’ultimo ingaggio di una carriera gloriosa, fatta di 209 gol tra i professionisti in 697 partite.

La SPAL c’è, è interessata, e ha aperto un canale di comunicazione già da tempo. Sia col presidente Tacopina, sia col direttore dell’area tecnica Fusco. Il progetto sarebbe quello di fare di Antenucci il leader tecnico e morale della squadra che dovrà affrontare il prossimo campionato, lasciando aperta la prospettiva di un suo ingresso nell’organigramma societario una volta che avrà deciso di chiudere con la carriera da calciatore. Non c’entra granché la componente sentimentale, o il favore che il ritorno dell’ex capitano genererebbe nell’opinione pubblica. In via Copparo si ritiene che ci siano pochi calciatori del suo valore da schierare in serie C. Allo stato attuale una vera e propria offerta contrattuale non è stata messa per iscritto, ma sono stati delineati i contorni del percorso che si vorrebbe compiere assieme.

Il Bari però non ha intenzione di rinunciare alla possibilità di allungare di un altro anno una storia iniziata nel 2019, proprio con l’addio ai colori biancazzurri. Negli ultimi tempi i contatti tra Antenucci e il club pugliese si erano un po’ raffreddati, principalmente a causa delle incertezze che incombevano sulla programmazione del Bari. Solo lunedì 3 luglio è infatti arrivata la certezza della permanenza del direttore sportivo Polito e il dirigente si è subito messo al lavoro non solo per confermare Michele Mignani in panchina, ma anche per rimettere a disposizione del tecnico alcuni dei veterani della rosa 2022/2023. Tra questi: Pucino, Botta e appunto Antenucci. Il difensore Di Cesare (1983) ha già accettato di continuare per un altro anno con l’esplicito proposito di ritentare l’assalto a una serie A svanita a pochi secondi dal traguardo nella finale playoff col Cagliari. È il genere di motivazione sulla quale sta provando a fare leva il Bari con Antenucci: una sorta di Last Dance per un gruppo che è andato vicinissimo al doppio salto di categoria. Tra le altre cose Antenucci è attualmente il secondo miglior marcatore dell’intera storia del Bari con 62 gol e gliene mancherebbero “solo” 9 per superare Luigi Bretti che detiene il record assoluto addirittura dal 1958. Nell’ultima stagione i centri sono stati esattamente 9 in 32 partite (23 da titolare).

Anche la SPAL ha le sue carte da giocare. Non è un mistero che Antenucci sia andato via con grande amarezza nell’estate del 2019 (lo ha detto lui stesso) e già nel 2021 Walter Mattioli parlò – forse in maniera un po’ avventata – di un suo possibile ritorno in biancazzurro. Dell’affetto ancora intatto tra il numero sette e il pubblico ferrarese si è avuta dimostrazione anche nel drammatico 3-4 dello scorso 4 febbraio, quando Antenucci passò in sala stampa nel postpartita per ribadire il suo legame con la città e la sua gente. Ricominciare (e poi concludere) dalla SPAL sarebbe una grande motivazione e rappresenterebbe un’altra sfida intrigante dal punto di vista sportivo vista la depressione post-retrocessione e la voglia di riscatto che serpeggia tra i tifosi. C’è poi da soppesare la componente personale: Antenucci e la sua famiglia sono stati bene a Ferrara e sono proprietari di diversi immobili in centro storico, a testimonianza della volontà di mettere radici come hanno fatto altri colleghi passati da queste parti in passato.

Dal punto di vista tecnico Antenucci sarebbe senz’altro un titolare nella SPAL di mister Di Carlo, anche se bisognerà prestare attenzione alla sua gestione perché non è realistico pensare che a 39 anni (li compirà l’8 settembre) possa sobbarcarsi 38 partite dal primo minuto più eventuali playoff senza rischiare affaticamenti o infortuni. Nell’ultima stagione il centravanti è sceso sotto i 2.000 minuti d’impiego per la prima volta in quattordici anni (era la stagione 2008/2009) e questo è senz’altro un indicatore da tenere in considerazione. Ma se sarà Antenucci-bis non sarà per fare da “uomo-spogliatoio” come qualcuno ipotizza.

Né col Bari né con la SPAL è una questione di soldi, ma di progetto. Sportivo e di vita. Certo, l’ingaggio non sarà da ragazzino alle prime armi, ma l’accordo non sarà poi difficile da trovare. Chi saprà illustrare il proprio con maggiore chiarezza e convinzione, facendo sentire importante Antenucci anche alle porte dei quarant’anni, si aggiudicherà i suoi servizi. Tacopina e Fusco non vogliono farsi scappare quest’occasione e ci proveranno senz’altro.