foto ufficio stampa SPAL
Dimedia – leaderboard
Dinamica Media – leaderboard

Che sia un cerchio che si chiude o meno, Luca Ghiringhelli è tornato a Ferrara dopo dodici anni per provare a scrivere un epilogo diverso rispetto a quello della disgraziata stagione 2011/202 che lo vide in campo da ventenne agli ordini di mister Stefano Vecchi.

Diversamente da quanto accaduto nelle occasioni precedenti non c’era il direttore Filippo Fusco (impegnato a fare gli onori di casa per le presentazioni ufficiali di Petrovic e del laterale arrivato in prestito dal Sudtirol, per cui è stato proprio Ghiringhelli a prendere la parola per primo:

OBIETTIVI – “I miei obiettivi sono uguali a quelli della squadra. Quando uno cambia spera di giocare più possibile, ma l’importante è mettersi a disposizione, dare una mano finché si può e raggiungere l’obiettivo che è quello fissato. La classifica ci dice che non siamo ancora del tutto spacciati, quindi ci dobbiamo credere: se non ci credessi non sarei venuto qui e nemmeno i miei compagni sarebbero rimasti”.

AMBIENTE – “Sapevo che ambiente avrei trovato perché so che piazza è questa. Tuttavia vedo un bel gruppo di giocatori seri e volenterosi, che vogliono uscire da questa situazione. Inoltre penso che la responsabilità di far bene la sentiamo tutti noi nello spogliatoio. Si sente già dal primo giorno. Chiaro che nel periodo fra ottobre e febbraio puoi solo cambiare l’allenatore, ma noi giocatori la responsabilità la sentivamo già prima e sappiamo che ancora adesso è su di noi. Siamo tutti ragazzi intelligenti e sappiamo che tocca a noi dare tutto sul campo a prescindere dall’allenatore. Poi una squadra può trovarsi meglio con un tecnico piuttosto che con un altro, ma noi dobbiamo solo metterci a disposizione di chi c’è in quel momento”.

DI CARLO – “L’impatto è stato sicuramente buono, soprattutto a livello personale. Chiaro che sul campo sono solo due giorni che lo vedo, ma di base è un allenatore di grande esperienza e sicuramente ci può dare una mano”.

RUOLO E CONDIZIONE – “Principalmente sono un terzino destro, ma posso giocare anche in una difesa a 3 o a 5 facendo il terzo o il quinto di difesa. Fisicamente penso di stare bene: in questi primi 6 mesi ho avuto qualche difficoltà e ho combattuto con un problema che mi ha tenuto fermo per due mesi. Io però mi sento bene: a causa di alcune scelte tecniche ho giocato di meno, tuttavia sono pronto. Ci vorrà un po’ per assimilare i carichi di lavoro, che sono diversi da dove ci allenavamo prima, ma per il resto non credo ci saranno problemi”.

RITORNO A FERRARA – “Sono molto contento di essere qui. Sono rimasto spiazzato dalle notizie di due anni fa: sui giornali continuava ad uscire questa notizia su un mio possibile ritorno alla SPAL legato probabilmente alla presenza di Venturato, ma io non ho mai avuto contatti con la società in quel periodo. La trattativa è stata molto rapida: il direttore mi ha chiamato e mi ha chiesto di venire qui. Io ho chiesto un giorno per pensarci per motivi familiari, ma poi la SPAL è sempre la SPAL: ho capito che al Sudtirol avrei trovato poco spazio, quindi ho pensato che il mio ritorno a Ferrara fosse la soluzione più giusta”.

“Nella mia prima volta a Ferrara la situazione era diversa, perché in quel momento c’era una situazione societaria che non ci aiutava. Siamo stati diversi mesi senza stipendi e abbiamo avuto dei punti di penalizzazione che hanno intaccato la classifica. Ora è un altro mondo. La cosa fondamentale in questo momento è non pensare troppo al futuro, perché ci può distrarre dall’obiettivo. Dobbiamo pensare partita per partita: sappiamo che purtroppo ci ritroviamo a dover fare tanti punti, ma se cominciamo a pensare anche solo 3-4 partite più in là rischiamo di perdere di vista il traguardo finale. L’importante è stare uniti, continuare a lavorare e pensare alla partita che verrà. Posso solo dire che qui c’è un gruppo di ragazzi che è davvero volenteroso di uscire da questa situazione, ma per ora non c’è bisogno di fare promesse, ma solo di dimostrare”.