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Quella appena iniziata potrebbe essere la settimana giusta per l’arrivo a Ferrara di un sostituto per l’infortunato Daniele Casadei. Da ormai una settimana il direttore sportivo Pulidori è alla ricerca di un giocatore che possa colmare la casella lasciata vuota dal romagnolo, in rientro a giugno. Coach Furlani l’ha detto chiaramente: non c’è un altro giocatore come Casadei sul mercato. Tuttavia sono diversi i giocatori che potrebbero fare al caso della Mobyt e infatti la società sta lavorando su diversi nomi. Quello più caldo è senz’altro quello del trentunenne Simone Flamini. Il marchigiano sarebbe un ottimo sostituto per uno come Casadei: nonostante le caratteristiche tecniche siano un po’ diverse (Flamini non ha il tiro dai tre punti come il romagnolo, ma in compenso è un difensore micidiale), il giocatore di scuola Pesaro ha talento ed esperienza da vendere, ed è abituato a giocare sotto pressione.

Ma chi è davvero Simone Flamini? Nato a Macerata nel 1982 e cresciuto nel florido settore giovanile della Scavolini Pesaro (da cui sono usciti nomi come Daniel Hackett, i due fratelli Cinciarini solo per dirne alcuni), è un ala grande di 202 cm. Dopo aver fatto parte, come aggregato, del roster della prima squadra di Pesaro per due stagioni consecutive (1998/99 Serie A2 e 1999/2000 in Serie A1), compie la sua prima vera esperienza da professionista nella stagione 2000/01 con la maglia della Popolare Ragusa (A2), dove si mette subito in mostra, appena diciottenne, con una stagione da 6,8 punti con il 40% da tre punti. Seguono poi due stagioni consecutive con la maglia di Jesi, per affrontare l’avventura nella neonata LegaDue. Le stagioni con la compagine marchigiana sono molto positive per il giovane Simone, che vede crescere il proprio minutaggio e le sue prestazioni sul campo. Ancora Marche nella stagione successiva, ma stavolta con la maglia di Fabriano dove disputa una stagione eccellente sia dal punto di vista personale (10 punti e 5 rimbalzi di media) sia dal punto di vista della squadra, con la conquista inaspettata dei playoff, nei quali Simone incrementa le sue cifre a 11 punti e 8 rimbalzi di media. Nel 2004 il ritorno a casa: firma un contratto triennale con la Scavolini che lo gira subito in prestito alla Virtus Bologna, in LegaDue, dove si dimostra un uomo chiave soprattutto all’interno dei playoff, conclusasi con la vittoria della squadra bolognese che farà il suo ritorno nella massima serie italiana. L’anno dopo, complice il fallimento della formazione pesarese, Flamini sigla un triennale con Napoli (Serie A): anche i partenopei decidono di inviarlo in prestito per una stagione sempre in LegaDue, ma questa volta a Scafati (6 punti in 22 minuti di media), dove, alla corte di coach Valli, conquista la sua seconda promozione consecutiva in Serie A (terza se consideriamo la promozione con Pesaro nel 1999).
Nel 2006 arriva per lui la grande occasione di incidere in Serie A: con la Eldo Napoli gioca 32 partite mettendo a referto 2,1 punti in 11 minuti di media, ma ha anche l’opportunità di giocare l’Eurolega grazie alle semifinali scudetto conquistate dai partenopei la stagione precedente (2,5 punti di media in 13 partite). La stagione 2007/2008 è abbastanza sfortunata per Simone, diversi infortuni lo tengono fuori dal parquet e condizionano le sue prestazioni; le sue cifre saranno comunque di 2,7 punti e 1,6 rimbalzi in 16 minuti di media. Nel 2008/09 cambia canotta, sempre restando in A1: si accasa prima all’Orlandina e poi, dopo l’esclusione di quest’ultima dal campionato, alla Premiata Montegranaro dove trascorre una stagione difficile dal punto di vista fisico, ancora qualche infortunio, ma strabiliante per le statistiche, 62,5% da due (9° in assoluto), il 33,8% da tre e il 75% ai liberi. Dopo la conclusione dell’accordo con Montegrananro, Simone torna a vestire ancora una volta la maglia della Scavolini Pesaro (di cui è ancora proprietà), con cui gioca un’ultima stagione (2012/13) costellata da dolori al ginocchio e alla schiena, ormai pienamente risolti.

Giocatore molto competitivo su entrambi i lati del campo, capace di difendere contro giocatori molto diversi da lui sia per doti fisiche che tecniche (memorabile una sua partita difensiva, con la maglia di Fabriano, contro un certo Terrell McIntyre, in quel momento playmaker del Basket Club Ferrara). Gli appassionati di basket ferrarese se lo ricorderanno di certo durante i suoi anni in LegaDue, soprattutto con le maglie di Jesi e della super corazzata Scafati (con Jamison, Stanic e Darryl Wilson tra gli altri), come un giocatore solidissimo soprattutto dal punto di vista difensivo e, se così possiamo chiamarla, della tempra morale. Insomma, tanta sostanza nella figura di Simone Flamini che sembra poter diventare, anche per le dichiarazioni societarie, il sostituto ideale di Daniele Casadei.

Altri atleti papabili per il posto di lungo nella compagine ferrarese sono: Donato Cutolo (1987, 198 cm), anche lui vecchia conoscenza di quella che fu la LegaDue italiana (San Severo, Latina e Biancoblù Bologna), è un’ala molto atletica, grande rimbalzista e schiacciatore, ora in forza a Casale Monferrato. Marco Diviach (1988, 202 cm) triestino sia di nascita che di maglia attuale, ha alle spalle importanti presenze e prestazioni in Serie A con la maglia di Cantù: è dotato di ottima mentalità, tecnicamente molto moderno e a detta dei suoi allenatori, uno che parla poco e lavora tanto. Luigi Dordei (1981, 202 cm) anche lui dotato di grandi qualità difensive e di una esperienza maturata in tanti anni con squadre di LegaDue, ora milita in Gold con l’Andrea Costa Imola. Andrea Benevelli (1985, 202 cm), giocatore e capitano dell’Upea Capo d’Orlando, è un ragazzo con grande voglia di lavorare (il posto di capitano se l’è davvero conquistato sul campo), mentre l’ultimo nome sulla lista Mobyt è quello dell’ex Giulio Gazzotti, ora tornato a fare il comprimario alla sua squadra natale, la Virtus Bologna.