L’ultimo degli eventi proposti nel programma delle giornate di festa della Curva Ovest ha coinvolto in maniera abbastanza diretta proprio LoSpallino. Sul palco infatti è salito Cristiano Mazzoni, autore di “Vista dalla Curva – memorie di uno spallopatico, 2016-2019”, insieme a Daniele “Pedro” Vecchi e Sergio Fortini del Collettivo L.A.P.S.. Ospite per l’occasione Eros Schiavon, uno dei giocatori a cui la Ovest si è più affezionata grazie alle sue prestazioni e soprattutto per l’attaccamento dimostrato in tanti anni di militanza. La presentazione ha ripercorso alcuni dei momenti più gloriosi della storia recente spallina attraverso le parole di Mazzo, tra l’emozione dei presenti e quelle dei relatori che hanno ripercorso alcune delle tappe del libro.
Cristiano Mazzoni, autore del libro edito da Pentagona ETS, ha aperto così: “Ho iniziato a scrivere per LoSpallino quando Alessandro Orlandin si innamorò di me ai tempi del forum degli Spallinati. In quel periodo iniziai a sputare veleno contro chi calpestava il prato del Mazza e contro chi utilizzava quello stesso stadio come un bivacco. Poi periodicamente i miei scritti si sono trasferiti su LoSpallino e normalmente i miei articoli arrivano a valle di una vittoria della SPAL, anche perché quando la vedo perdere difficilmente potrei scrivere cose diverse da blasfemie. E Orla probabilmente non le pubblicherebbe”.
“Scrivere di SPAL mi viene molto facile: si tratta di parole che riesco a buttare giù nel giro di 15-30 minuti e che rappresentano tutto quello che provo allo stadio, mentre sono in curva Ovest. Scrivere delle sconfitte è difficile proprio perché nei miei testi ci sono le mie sensazioni e non sempre, visto che si perde abbastanza spesso purtroppo, è semplice ordinare le idee quando lo stato d’animo è negativo“.
Sergio Fortini ha poi proseguito nella presentazione del volume cercando di sottolineare il legame tra le parole di Mazzo e i pensieri e le sensazioni che ogni tifoso spallino ha sicuramente provato nel corso degli anni: “Penso che non abbia senso entrare troppo nel merito del contenuto del libro o divulgare alcuni dei suoi contenuti per diverse ragioni. La prima è perché probabilmente la maggior parte del pubblico sa benissimo di cosa stiamo parlando e avranno letto e riletto gli scritti di Mazzo nel corso degli anni. Penso che la cosa più interessante sia andare oltre le mere parole scritte e approfondire quel legame che si percepisce con la città e con la gente che la popola. Perché ognuno di noi ha un rapporto intimo con la SPAL, con la Curva Ovest e di conseguenza con la città. Questo libro è una costante epifania: non c’è differenza nelle pagine e nelle parole tra quello che si è vissuto in una partita contro il Trapani o una contro la Juventus. Il libro è inoltre uno spaccato della nostra città: visto che ogni racconto è intriso del vissuto di ognuno di noi di Ferrara, degli anni Ottanta e per chi c’era proprio della Ferrara degli anni Ottanta“.
Daniele “Pedro” Vecchi ha ulteriormente ribadito l’importanza dell’opera per il legame indissolubile tra tifoso e città: “Io e Mazzo ci conosciamo fin da bambini, siamo cresciuti nello stesso quartiere e questo ci ha permetto di portarci dietro un certo tipo di bagaglio emozionale che ho ritrovato in queste pagine. Gli spaccati che si figurano con le sue parole portano entusiasmo e visceralità al di là del risultato: questa cosa è fondamentale a livello comunicativo perché il lettore prova lo stesso trasporto indipendentemente dal risultato. E questo ci lega tutti indissolubilmente alla vita da tifoso e da Curva Ovest: indipendentemente che tu sia ultras o che non lo sia. Ogni volta emerge una rappresentazione perfetta di ciò che tutti provano e tutti riescono ad immedesimarsi nelle tue parole“.
Se nella prefazione Sergio Floccari ammette di aver pensato ironicamente che Mazzo fosse un matto alle prime letture dei suoi elaborati, Eros Schiavon ha avuto modo di raccontare in prima persona il suo rapporto con l’approccio alle riflessioni dell’autore. “Ricordo che rimanevo a leggere più volte i testi perché le parole avevano un certo peso. Belle, forti, e dopo una sconfitta ammetto che sono spesso servite come motivazione ulteriore per dare quel qualcosa in più che serve per superare le difficoltà e gettare il cuore oltre l’ostacolo. Il libro devo ancora leggerlo e sono molto curioso: penso che cambierà spesso di significato e sarà da leggere più di una volta per assimilare tutte le emozioni di un triennio fantastico“.
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Dopo l’introduzione, ampio spazio ad un irriverente botta e risposta tra i vari relatori in cui si sono letti alcuni passaggi del libro per avere riscontro diretto di chi ha vissuto quei momenti in campo e fuori dal campo, dalla serie C alla serie A. Infine i più classici palleggi tra Mazzo e Schiavon, in quello che è ormai un rito per la festa della Ovest.