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Al centro della presentazione del nuovo direttore sportivo Alex Casella c’è stato inevitabilmente il tema del mercato.

RIDUZIONE DELLA ROSA – “Ritengo sia un compito impegnativo ma anche molto stimolante. Ci sono 39 giocatori sotto contratto che sono tanti ed è per questo che anticiperemo il raduno all’8 luglio e inizieremo a lavorare sul campo per dare da subito un certo tipo di mentalità. Prima di procedere a certi innesti dovremo per forza scremare il gruppo perché ora come ora è inallenabile per chiunque. La priorità è quella di liberare qualche spazio per migliorare la rosa in base alle nostre idee”.

VALUTAZIONI – “Non si butta il bambino con l’acqua sporca, chi è alla SPAL oggi è in valutazione. Da molti ci aspettiamo un riscontro sul campo. Lunedì inizia la nostra stagione al centro sportivo. Da lì in avanti serviranno risposte giorno per giorno, proprio per evitare di fare scelte inappropriate. Penso sia inutile fare un’analisi basata esclusivamente sul passato recente, perché ci sono mille dinamiche che influiscono sulle prestazioni dei giocatori. Poi dovremo fare delle scelte e so di avere il ruolo più scomodo nel dover stabilire se il giocatore è idoneo per fare il calcio che vuole Dossena oppure no. Il tempo c’è, ma è breve, per questo mi aspetto che tutti dimostrino coi fatti quanta voglia hanno di giocare nella SPAL”.

I TEMPI DEL MERCATO – “Personalmente sono abituato a vedere la finestra di mercato come un’opportunità che dura due mesi. In una società che viene da risultati importanti il problema della completezza della squadra in ritiro non si pone perché il 90% del gruppo spesso viene confermato. Qui non siamo in questa situazione e ci sono dei problemi a far quadrare i numeri per le regole di iscrizione dei giocatori in lista. Quindi dovremo programmare delle uscite e muoverci per entrate solo di prima fascia per il nostro progetto. Dovremo essere intelligenti e pazienti. Abbiamo uno svantaggio, che è il numero di contratti presenti e la fretta che è cattiva consigliera. Io però non mi faccio mai prendere dall’ansia. Le opportunità si colgono senza andare incontro all’assillo di accontentare la piazza che vuole la squadra fatta entro una certa data. Lo so bene che per l’allenatore sarebbe bello avere l’80% della squadra pronta per il ritiro precampionato. Io e Andrea sappiamo che questo lavoro andrà fatto in un mese e mezzo e quando possibile faremo il possibile per accelerare. Non ci dobbiamo spaventare. L’anno scorso abbiamo inserito dieci giocatori nelle ultime 48 ore di mercato. Alla fine del girone d’andata eravamo quarti in classifica. Per cui non c’è una correlazione scientifica tra il partire con l’organico definito e il raggiungimento del risultato. Chiaro che sarebbe meglio. Ma se così non può essere bisogna rimanere tranquilli e gestire tutte le opportunità. L’obiettivo è di dare a Dossena la squadra più forte che riusciamo a costruire da qui alla fine del mercato”.

CONVOCAZIONI – “Sono qui solo da lunedì e al momento stiamo facendo tutte le valutazioni relative alle convocazioni, ma è chiaro che per dare la possibilità a Dossena di allenare sul campo in modo adeguato il gruppo dovrà essere ridotto a 25-26 giocatori. Altrimenti sarebbero necessarie sedute da 10 ore al giorno. Cercheremo comunque di aggregare qualcuno dei ragazzi che rientrano dai prestiti in serie D e di renderlo disponibile per essere valutati personalmente. Potremmo anche fare un turno in più di allenamento per non perdere opportunità potenziali per la società. Perché la SPAL ha dimostrato negli anni di avere un grosso bacino di settore giovanile e sarebbe un peccato lasciare andare quelli bravi. Anche perché penso che in serie C si debba provare a inserirne tre o quattro ogni anno”.

ANTENUCCI – “Con Mirco non ho ancora parlato, perché voglio dare a tutti la stessa correttezza che meritano. Un gruppo deve essere rispettato e avere da parte mia onestà intellettuale. Lui è senz’altro un giocatore diverso, uno che ha scritto la storia della società. Però sarei disonesto e bugiardo verso il gruppo nel dire che non ci aspettiamo da lui quello che ci aspettiamo da tutti gli altri in termini di impegno e intensità. Tutti da lunedì prossimo devono andare al 110% a prescindere dalla loro storia e dalla loro importanza. Mirco è un simbolo, ma deve dare le risposte come tutti gli altri. Poi nel suo caso c’è l’opportunità di entrare in dirigenza in futuro, ma quello verrà deciso da lui e dal campo. Riportando qui Mirco il presidente ha dimostrato che ci tiene alla storia della società e rispetta i suoi simboli. Sono convinto che nel caso in cui le cose non dovessero andare come speriamo non ci sarà alcun accantonamento. È un giocatore rappresentativo e come tale verrà considerato”.

CONTI DA FAR QUADRARE – “Abbiamo dei parametri da rispettare in base al confronto quotidiano che abbiamo all’interno. La SPAL al momento ha dei costi superiori a quelli che ci si aspetterebbe da un club di serie C, per quanto ambizioso. A oggi questa categoria non è sostenibile e tutto deve essere ponderato attentamente, perché altrimenti la gente si stufa. La proprietà fa investimenti e nel mio ruolo ho un limite di decenza che cerco di identificare. Come se facessi una spesa coi soldi miei. Gli asset nel calcio sono i giocatori e se arriva un’opportunità per una cessione vantaggiosa va valutata. Lo fa la Juventus, lo fa il Napoli, noi non possiamo essere esenti da questa logica. Nell’azienda calcio non fai solo show con le partite, di qualcosa bisogna vivere e non ci si arriva solo con biglietteria e magliette. Allora bisogna creare valore coi giocatori. Nel mio trascorso mi è stato spesso chiesto di portare risorse con le cessioni. Qui non mi è stato chiesto, ma se c’è l’opportunità di vendere a 10 un giocatore che oggi vale 8 io lo vendo, perché domani il giocatore si può far male e non valere più quei soldi. I proventi li reinvestiamo e ripartiamo così. Quindi se arriverà un’opportunità vera la sottoporrò al direttore (Carra) e al presidente e poi si vedrà. Ma non mi è stato chiesto di svendere nessuno, né di incassare una determinata cifra per coprire i costi che abbiamo. Però ho l’obbligo di fare il bene dell’azienda in cui lavoro”.

RICHIESTE – “Ce ne sono già per Rosafio, Dumbravanu, La Mantia e Thiam, più altre situazioni in evoluzione. Non è semplicissimo trovare una sistemazione a un giocatore quando viene da una stagione negativa, ma ci sono altre 59 squadre in categoria e tutti hanno bisogno di qualcosa. Perché ogni stagione è diversa e spesso è il giusto contesto a fare la differenza”.

PRIORITÀ – “Cerchiamo una punta centrale con caratteristiche particolari. Che sappia giocare spalle alla porta, ci aiuti a costruire, vada a fare la prima pressione e ovviamente a concludere. La Mantia ha queste doti, ma escluderei possa essere lui la nostra scelta vista la situazione di mercato che lo riguarda. Il nostro centravanti dovrà correre molto, soprattutto in fase di non possesso. Stiamo anche valutando il profilo di un attaccante esterno che partendo da destra possa entrare verso il campo col sinistro”.

EX PRO VERCELLI – “Non sto prendendo in considerazione alcun giocatore che ho avuto a Vercelli, compreso Comi. Gianmario è molto forte, ma ha caratteristiche diverse da quelle che ci servono. Se sbaglio l’attaccante la colpa è mia perché poi al mister viene a mancare il terminale per fare il calcio che ha in mente”.

ZILLI – “Può essere un giocatore che può darci qualcosa, ma secondo me deve ancora crescere sotto alcuni aspetti. Non è pulitissimo nel primo controllo e non ha quell’accelerazione nei primi passi che mi piacerebbe ci fosse. Senz’altro è un elemento di prospettiva, bisognerebbe capire dove può arrivare cambiando il lavoro, con più forza e più sforzo aerobico”.

PORTIERI – “Ne abbiamo sei a contratto e il preparatore deve capire come gestirli. Evitiamo gli equivoci: Thiam, a prescindere dai precedenti a Ferrara, è un portiere di prima fascia che ha fatto una grandissima stagione alla Juve Stabia. Penso sia tra i primi tre in serie C e può giocare anche al piano superiore. Non mi è stato chiesto di venderlo. Se arriverà l’offerta giusta la presenterò alla mia società, altrimenti Thiam è il portiere cu sui la SPAL punta per il posto da titolare. Se il mercato dirà altro ci muoveremo di conseguenza. Se qualcun altro in rosa poi vuole dimostrare di ambire a quel posto lì c’è solo un modo: lavorare sul campo per modificare le gerarchie”.

MAISTRO – “Fabio da lunedì deve dare un’accelerata al motore. Ha qualità, fisicità, corsa, colpo di testa, gol. Cos’altro serve per essere un giocatore di serie B? Però c’è chiaramente qualcosa che non funziona se le prestazioni non sono state quelle attese in base al suo livello di talento. Quindi vale lo stesso discorso fatto per Antenucci: da lunedì ha la possibilità di dimostrare quanto vuole essere un giocatore della SPAL. Io penso che per qualità lo possa essere, se non di più. Però la chiave la deve girare lui. Da lui ci si aspetta tantissimo perché ha troppe qualità per buttare via una carriera”.