La seconda vittoria consecutiva conseguita sul campo del Legnago per 3-0 permette alla SPAL di guardare con minore preoccupazione la classifica e soprattutto di continuare a cavalcare l’onda di maggior serenità della settimana precedente. A mente fredda ecco alcuni degli spunti di riflessione del giorno dopo.
Stavolta la concentrazione è durata 95 minuti
Alla quindicesima partita di campionato la SPAL ha chiuso la seconda partita senza gol al passivo. Un dato condiviso con Ascoli e Milan Futuro. Peggio hanno fatto solo Pontedera (1) e lo stesso Legnago (0). Un dato che certifica le difficoltà difensive della prima parte di stagione, ma che va opportunamente confrontato con quanto di buono raccolto nella partita di Legnago. Salvo il palo di Demirovic in avvio di gara, Galeotti e compagni non sono mai stati impegnati realmente dalle iniziative offensive dei padroni di casa, amministrando i ritmi della partita e gestendo le fasi della gara grazie a una difesa puntuale, un centrocampo esemplare nel fornire da schermo ai tre centrali di difesa e due attaccanti sempre pronti ad aggredire nella fase del primo possesso avversario. Non è infatti casuale che al di là del valore dell’avversario, la SPAL abbia fatto registrare uno dei dati di xG subiti (0,33) più basso del proprio campionato. Sarà un caso ma è uguale a quello fissato nella trasferta di Rimini. Per una volta tanto la SPAL, pur favorita da avversari modesti, è rimasta allo stesso livello di concentrazione per tutta la gara e ha azzerato i rischi anche sulle situazioni di calcio piazzato, uno dei punti deboli più evidenti palesati da settembre a oggi.
La qualità fa sempre la differenza
Nei momenti di difficoltà non sono gli automatismi o le consegne tattiche a trascinare la squadra, ma la fantasia dei giocatori di maggiore qualità che con una giocata riescono a indirizzare la partita a tuo favore. In casa SPAL questa dote non manca. Dall’eterno capitano Antenucci (già autore di cinque gol) a Rao (quattro gol in stagione e due assist) che durante questa stagione sta trovando la consacrazione definitiva. Meglio goderselo, non rimarrà in serie C molto a lungo. Tradotto in numeri, dei diciannove gol realizzati dalla SPAL ben undici derivano dalla coppia d’attacco, per un dato pari esattamente al 58% dei gol realizzati, che può arrivare anche a 12 (equivalente al 63%) se consideriamo che il primo gol di giornata più che dall’assist di Zammarini per Mignanelli deriva da una vera e propria invenzione con il tacco di Antenucci.
Pregi e difetti di una preparazione d’assalto
Quando le cose vanno male in termini di risultati e di assenze uno dei tanti luoghi comuni è quello di catalogare la preparazione atletica come sbagliata. Era successo l’anno scorso quando dopo i pesanti infortuni di Arena, Siligardi e Dalmonte si era puntato il dito contro lo staff di mister Colucci ed è successo di nuovo complici i numerosi problemi occorsi anche durante i riscaldamenti dei prepartita. Al di là delle situazioni di Fiordaliso, Bachini, Kane e Parravicini che hanno ben poco a che vedere con l’allenamento, non si può negare che presentarsi con una rosa quasi ai minimi termini possa indurre a sollevare più di qualche interrogativo. A Legnago però si sono visti i benefici del lavoro sulla forza che Dossena aveva impostato come prioritario. Rao, Nador, Radrezza e D’Orazio sembrano in crescita continua e vanno menzionati anche Calapai e Zammarini che sul settore di destra sono stato il vero fulcro del gioco nelle due fasi. Insomma, in un calcio moderno in cui i cambi rappresentano la più grande risorsa da cui attingere, Dossena ha risposto dando dimostrazione che il lavoro fisico paga sempre, permettendo di affrontare tutti i novanta minuti con intensità anche senza reali alternative.
La tentazione dello sguardo alla classifica
Alzi la mano chi, dopo il raddoppio di Mignanelli, non è andato a sbirciare la classifica in tempo reale del girone B per capire quanto sarebbe migliorata. Con i tre punti di Legnago la SPAL ha messo la testa fuori dalla zona playout per la prima volta in assoluto in questa stagione e se non fosse per la penalizzazione potrebbe persino avere una distanza di sicurezza dal vagone dei playout. Purtroppo così non è, e la zavorra continuerà ad alimentare i “se”. In attesa di capire come se la caverà il Milan Futuro con i recuperi – ne deve giocare due – è comunque bello vedere la SPAL fuori dalle sabbie mobili. La speranza è che questa sensazione dia una spinta ulteriore al gruppo per un altro scatto in avanti. Da qui e per un po’ di settimane il micro-obiettivo sarà quello di guadagnare quanto più terreno sulle ultime cinque in attesa di vedere cosa riserverà gennaio.
La Torres non farà sconti
Dopo le due vittorie consecutive conseguite contro avversari che presentavano un organico oggettivamente inferiore, la partita di sabato pomeriggio del Mazza può assumere le vesti di un vero e proprio esame di maturità per la SPAL di mister Dossena che si troverà di fronte ad una delle grandi candidate alla promozione in serie B. Sarà questo il momento di capire se, per quanto le assenze saranno ancora molto numerose (visto che dagli squalificati recupererà solamente Buchel, in quanto Bidaoui sarà out per almeno altri venti giorni per infortunio), la SPAL sarà in grado di rimanere compatta all’interno del suo 352 e colpire con il cinismo manifestato nelle partite contro Pineto e Legnago sulle poche occasioni che concederanno gli ospiti. La Torres è una macchina che funziona bene e in trasferta non ha ancora perso. Arriverà a Ferrara molto arrabbiata per la sconfitta interna con la Virtus Entella, un’altra formazione ambiziosa che al “Mazza” ha fatto ciò che ha voluto. Una prestazione sopra le righe può davvero infiammare il pubblico e mettere le basi per un finale di girone d’andata realmente all’altezza del nome della SPAL.