foto Filippo Rubin
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Per noi credenti il calendario dell’avvento è un momento importante, un rito che si rigenera di settimana in settimana. Ci sono i praticanti più attivi che ogni domenica, lunedì, venerdì o quando cazzo decide il Vaticano vanno in altre diocesi e recitano i salmi alla signora e combattono contro il male… Alabarda spaziale! Ops, questo forse non c’entra. E niente, come vi dicevo questa nostra propensione alla messa ha la sua fulgida esaltazione nella giornata di festa al tempio. Noi chierichetti attivisti ci incontriamo in preghiera già da prima dell’inizio della santificazione dei colori mariani, prima e meglio di noi ci sono i diaconi che preparano il pulpito coi canti domenicali, e le fanzine ai Corinzi, che poi che cazzo di squadra sono i Corinzi? Io non li ho mai visti, ma questo fa parte della fede, non tutto ciò che si vede è reale e non tutto ciò che non si vede non lo è.

Quando poi inizia la funzione l’odore d’incenso (?) pervade il presbiterio, i nostri seminaristi entrano in campo indossando i colori della signora e la funzione può avere inizio. Ammetto che negli ultimi tempi i nostri seminaristi non abbiano meritato le lodi di noi credenti, ma ieri non è stato così. Ammantati nei colori del cielo hanno cantato e portato la croce contro i degni avversari isolani che li guardavano dall’alto in basso nella classifica delle diocesi. Dai gradoni del tempio sono saliti al cielo i nostri canti, anche se il freddo e i risultati hanno tenuto lontano dalla funzione molti politeisti e molti peccatori che non hanno santificato le feste. Blasfemi!

I canti sono stati continui nell’arco della funzione, si sono levate note contro il male e canzoni ritmate in favore del bene. Lontani sono quei momenti in cui uno sguardo provocava turbamenti… Ops, ho sbagliato di nuovo. Dicevo, lontani sono i tempi in cui le squadre del Vaticano, le compagini cardinalizie si infrangevano contro la forza della chiesa di campagna, colorata del cielo e orgogliosa calamitatrice di fedeli. Erano tempi belli quando le tavole della legge venivano lette da migliaia di credenti.

Piccolo intermezzo pubblicitario: lo sapevi che Cristiano Mazzoni ha pubblicato una raccolta dei suoi scritti? Si chiama “Vista dalla curva: memorie di uno spallopatico, 2016-2019” e raccoglie una selezione, piena di fotografie, che abbraccia il triennio d’oro biancazzurro che oggi sembra assai lontano. Sergio Floccari ne ha scritto la prefazione e anche Luca Mora l’ha apprezzato. Lo si può ordinare online e ritirare, oppure riceverlo comodamente a casa. Pensaci: può essere un regalo di Natale perfetto per un malato di SPAL!

Ma noi siamo missionari per antonomasia, combattiamo contro il male del capitale in ogni campo spelacchiato di provincia, pure nelle comunità ci adoperiamo e chissà che qualche generoso samaritano non accenda un cero a San Patrignano (che rima di merda, però ci stava). Mi accingo a concludere l’omelia, ricordando a tutti quanto siamo fortunati ad avere una fede, ad essere sotto il mantello di nostra signora di Ferrara, noi, fratelli e sorelle siamo una comunità ricca di storia e orgoglio e mai nessun ci fermerà. Sono ateo, ma non agnostico: credo in un sacco di cose, credo nell’amicizia, credo alla storia, credo a quei colori che mi fan morire dalla più tenera età, credo nel capitano, credo al senso di comunità e tradizione, credo alla Curva Ovest, luogo d’incontro e coraggio, mai scontato e spesso contro corrente. Io credo nella Società Polisportiva Ars et Labor, l’essenza di un popolo eletto che se anche perde sempre, basta una punizione deviata a farlo impazzire di felicità. La messa è finita, andate in pace. Forza vecchio cuore biancazzurro.

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