Il gol che ha deciso Carpi-SPAL ha fatto parecchio discutere fin da subito. Non perché decisivo, non perché arrivato da un giocatore non contrastato fuori area e nemmeno perché Galeotti sia sembrato assai incerto. Ma perché lo ha fatto Nicolò Contiliano, che al Carpi è in prestito proprio dalla SPAL e ha esultato molto animatamente dopo aver visto il pallone entrare in rete nonostante abbia sempre professato di essere un grande tifoso della squadra nella quale è cresciuto.
Il centrocampista ha ricevuto immediatamente cori ostili dal settore ospiti e nei giorni seguenti alla partita ha dovuto fare i conti anche con parole non esattamente di stima da tanti tifosi biancazzurri. Il quotidiano La Nuova Ferrara, nell’edizione di martedì 28 gennaio, ha pubblicato un’intervista proprio a Contiliano per dargli la possibilità di spiegare cosa gli è passato per la testa in quegli istanti decisivi. Questo un piccolo estratto della chiacchierata tra il giocatore e il direttore Francesco Dondi.
Contiliano, andiamo subito al punto: parliamo di quell’esultanza dopo il gol. Racconta cosa ha provato?
“Ci tengo a dire che l’esultanza è stata istintiva. Venivamo da un periodo buio, in cui facevamo fatica a segnare. Quando non fai gol da 4 partite non puoi che viverla come una liberazione, non è stata assolutamente un’esultanza vendicativa, ma di pura adrenalina. Facendo io pochi gol, poi, vivo le poche volte che segno come una crescita personale. Non avrei mai potuta avercela né con la società, né tantomeno con i tifosi della SPAL, che mi hanno sempre supportato e voluto bene a Ferrara. Io, da parte mia, ho ricambiato quest’affetto nei loro confronti nel periodo vissuto lì”.
Qualcuno ci ha visto una mancanza di rispetto verso la sua ex società.
“Mi dispiace che molte persone abbiano interpretato quell’esultanza come mancanza di rispetto nei confronti di tifosi e società, ma come ho detto non l’avrei mai fatto per quello. Mi reputo un ragazzo con dei valori, che rispetta le persone. Un club che mi ha cresciuto non merita vendetta, mi hanno sempre trattato come un uomo a Ferrara e hanno contribuito a farmi diventare quello che sono oggi. Ripeto, mi dispiace che tanta gente non abbia compreso la grande soddisfazione di un 20enne di gonfiare la rete, ma posso ribadire di non averlo fatto per mancanza di rispetto”.