Uno dei principali interrogativi che grava su Francesco Baldini, il nuovo allenatore della SPAL al posto di Andrea Dossena, è senz’altro quello del sistema di gioco. Si proseguirà col 433 dosseniano o si proverà a trovare una soluzione diversa per puntare a risultati migliori?
Il tecnico toscano, che da calciatore era un centrale di difesa molto solido e di grande personalità, ha la fama di essere un estimatore del 433 e delle sue varianti, ma chi ha lavorato con lui lo descrive come un professionista che sa adattarsi e non ha particolari problemi a farlo. Insomma, non un integralista che vuole per forza incastrare i giocatori in un modulo predeterminato e, anzi, spesso lavora con grande determinazione per mettere il gruppo a proprio agio anche sotto il profilo tattico.
Nella stagione in corso, iniziata come allenatore del Lecco, Baldini ha schierato i suoi con il 4312, variante appunto del 433 nel quale si cerca di sfruttare la posizione tra le linee di difesa e centrocampo avversari di un giocatore (nel caso specifico Ilari), a supporto di due punte: Sipos, giocatore di grande fisicità supportato da una seconda punta di maggiore movimento come Galeandro. Un modello replicabile con Karlsson/Molina e Antenucci, seppure a scapito di Rao.
Nella prima parte del 2024, quando era stato chiamato a guidare il Trento, il modulo della formazione trentina è stato il 352, in sostanziale discontinuità da quanto fatto prima da Tedino e poi da Moll, quasi sempre orientati al 433. Fin dal momento del suo arrivo Baldini ha proposto una difesa maggiormente bloccata, inserendo nella linea mediana un paio di giocatori in grado di mettere in movimento le due punte, entrambe fisicamente strutturate (Italeng oggi al Pontedera e Caccavo, in gol contro la SPAL con la maglia dell’Ascoli prima della sosta natalizia). Una scelta dettata soprattutto dalla necessità di ridurre i gol al passivo: prima del cambio il Trento viaggiava a una media di 1,12 gol presi a partita, ridotta a 0,69 dopo le 13 gare col nuovo allenatore. A fronte di questo la produzione offensiva è rimasta praticamente immutata (da 0,88 gol a partita a 0,92).
Nel 2023, alla guida del Perugia, il 433 è stato proposto in entrambe le varianti: 4312 con la mezzapunta Santoro (oggi al Modena), oppure 4-3-3 con due esterni alti (con questo schieramento vinse 2-1 al “Mazza” il 15 settembre 2023). Nell’esperienza a Vicenza Baldini aveva mostrato ancora di più la sua capacità di adattamento agli uomini o alle situazioni: quella squadra, seppure impostata per il 433, era in grado di giocare con il 352 e con il 3421, andando quindi a unire la solidità della difesa a tre con la presenza di due giocatori tra le linee a sostegno di un centravanti di struttura fisica (Diaw).
È quindi lecito interrogarsi su quale SPAL vedremo in campo a partire dalla prossima domenica. Durante la gestione-Dossena il gruppo è stato esposto alle fasi di non possesso e agli sviluppi offensivi del 433 e anche le scelte di mercato sono state fatte per quel tipo di idee. Purtroppo alcune lacune d’organico, gli infortuni e una connessione via via sempre più instabile tra Dossena e i calciatori hanno impedito un funzionamento adeguato se non a tratti, causando uno sbilanciamento davvero troppo netto in termini di gol presi.
L’utilizzo di un modulo con la difesa a tre non è da escludere, sia perché è stato il rifugio temporaneo che ha garantito una maggiore stabilità alla difesa, sia perché Baldini ha già dimostrato in passato di gradire questo schieramento a fronte della necessità di dare equilibrio. Resterebbe tuttavia da capire cosa accadrebbe a due giocatori come Rao e Spini, non facilmente collocabili in contesti diversi dal 433.
La storia recente della SPAL ci insegna che l’interpretazione del subentro è soggettiva tra i diversi allenatori: c’è chi cerca una continuità tattica, confermando modulo e interpreti, lavorando soprattutto sui canali psicologici e motivazionali per arrivare ad una svolta, e chi invece cerca una discontinuità totale rispetto al passato, cambiando il più possibile, anche per far sentire coinvolti calciatori che magari erano finiti ai margini. Ciò che è sicuro è che la SPAL debba cambiare decisamente passo, abbandonare timori e paure, ed essere pronta a scendere in campo indipendentemente dai moduli o dagli interpreti, con la determinazione e la rabbia agonistica indispensabile per uscire rapidamente da una zona di classifica tanto, troppo pericolosa.
— Andrea Coletta, 41 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.