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Dopo un paio di giorni dalla firma sul contratto che lo legherà alla SPAL fino a giugno 2026, mister Francesco Baldini si è ufficialmente presentato alla stampa accompagnato dal direttore sportivo Alex Casella e il direttore generale Luca Carra. Baldini, apparso molto motivato nel proposito di risollevare le sorti di una stagione fin qui molto negativa, ha subito speso buone parole nei confronti di un’esperienza che aspettava da tempo di fare.

“Ringrazio la proprietà, la società e i direttori perché è una piazza a cui sono stato vicino altre volte, ma poi l’opportunità non si è mai concretizzata. Nel momento in cui sabato il Lecco mi ha richiamato ho fatto passare la nottata e ho capito con la mia famiglia di non avere più l’entusiasmo giusto per ritornare. Nel momento in cui ho fatto la risoluzione di contratto lunedì, tutti i direttori erano a Milano, la voce è venuta fuori in fretta e mi hanno chiamato diverse squadre. La telefonata del direttore Casella è quella che però non mi ha fatto tentennare nemmeno per un istante. In questo periodo che sono stato a casa ho visto la SPAL diverse volte in televisione. Non mi sono presentato di persona allo stadio perché reputo che un allenatore che si fa vedere in tribuna manchi di rispetto verso il collega che sta lavorando sul campo. Una volta ho chiesto anche gli accrediti ma poi ci ho ripensato”.

Fatta questa premessa, il mister ha poi risposto alle numerose curiosità dei numerosi cronisti presenti al G.B. Fabbri. 

GRUPPO – “Conosco benissimo i ragazzi e in questi giorni ho avuto una disponibilità importante da parte di tutti. Abbiamo fatto un buon lavoro sia sotto il punto di vista fisico sia sotto quello tattico. Sicuramente le mie idee possono essere diverse rispetto a quelle del precedente mister, ma non ho a disposizione molto tempo e per questo ho fatto subito un allenamento doppio mercoledì. Le sensazioni sono buone, ma è naturale che sia così perché tutti vogliono mettersi in mostra e io ho chiesto espressamente alla squadra che questa sia la normalità per i prossimi tre mesi e mezzo. C’è bisogno di sacrificio, prestazioni di temperamento e una squadra corta, pronta a combattere sulle seconde palle”.

PROSSIMA – “Quando sono arrivato ho detto che questa (con la Virtus Entella, ndr) è la miglior partita da avere se avessi potuto scegliere. Non lo dico per il valore dell’Entella, ma perché è quella giusta per dimostrare il proprio valore. Senza prestazione sappiamo benissimo che si soffrirà tantissimo e per questo dico che tra affrontare l’ultima o la prima, preferisco sempre la seconda opzione in questo momento”.

PUBBLICO – “Ai tifosi ci sentiamo di promettere il massimo impegno. Io arrivo alle otto del mattino al centro sportivo ed esco di qui alle otto di sera. I giocatori ovviamente non possono fare questo, ma possono avere un atteggiamento diverso in campo. Sotto questo punto di vista non transigo su nulla: non guardo alla carriera, al nome o all’età di un giocatore. Gioca chi sta meglio, chi corre meglio e soprattutto che dà tutto sé stesso in settimana. Per esempio ieri ho detto a Zammarini che in questo momento è sotto rendimento e quindi o alza il rendimento o si ritroverà in panchina. Questo deve valere per tutti ed è il mio modo di approcciare con i ragazzi”.

MODULO – “Questa squadra ha giocato con tanti moduli diversi, ma non è quello l’importante. Io devo presentare una squadra messa in un determinato modo in campo, ma non è certo il modulo che ti fa vincere. Questa squadra deve andare in campo pensando e giocando da squadra di serie C di bassa classifica, privilegiando la determinazione e l’atteggiamento. Per quanto riguarda il modulo questa è una squadra che può giocare a tre dietro con i due esterni che possono essere due terzini o due esterni d’attacco. Può giocare con due punte o un sotto punta, ma non voglio dare vantaggi all’avversario e per questo non vi dirò nulla fino a domenica”.

PASSATO – “Sono stato vicino alla SPAL in serie B quando incontrai Giorgio Zamuner in un ristorante a Bologna. Poi non si concretizzò nulla, così come successe nel 2023 in cui incontrai Tacopina prima che venisse scelto Fusco come ds. Il presidente mi conosce da quando ero nel settore giovanile della Roma nell’Under 17, poi fu lui stesso a mandarmi a Catania nonostante le grosse difficoltà di quell’anno perché sembrava interessato ad acquisire il club. Doveva essere questo il momento per venire a Ferrara e non sono spaventato, visto che l’anno scorso a Trento ho ereditato una situazione pressoché identica”. 

PRESIDENTE – “Io sono molto permaloso e da quando Tacopina decise di prendere Fusco come direttore e si andò su un allenatore diverso, io non l’ho più sentito fino a lunedì sera. Tra l’altro è stato lui a mandarmi un messaggio. Non avevamo avuto più contatti proprio perché quella scelta mi ha fatto molto male. Poi sono andato a Perugia nonostante avessi detto inizialmente no, ho avuto la mia rivincita ad inizio campionato al Mazza ma ripeto sono stato molto deluso dal non venire qui”.

MERCATO – “Sono stato molto contento che il direttore mi abbia chiamato a mercato finito. Io vivo per il campo. A me il calciomercato sta antipatico (ride, ndr) perché distrae. I nuovi arrivi li ho trovati come tutti gli altri: si sono messi a disposizione e hanno portato entusiasmo all’interno dello spogliatoio. Vedo situazioni positive in tutti i sensi. Martedì siamo stati in campo due ore e quaranta, mercoledì abbiamo fatto il doppio per un totale di quattro ore senza alcuno sbuffo. I giocatori sono buoni, ma ora sta a me metterli in campo”.

RADREZZA – “Radrezza è uno che deve toccare centottanta palloni a partita, me lo immagino mediano a due o play davanti alla difesa. La prima cosa che ho detto ai ragazzi è che con il cambio allenatore si azzera tutto, comprese le frizioni e i problemi di varia natura. Io faccio la squadra in base a quello che penso, ma soprattutto a quello che vedo. Radrezza non so cosa abbia fatto fino a lunedì sera, ma io l’ho visto bene. Non lo immagino mezzala, ma accentratore di gioco. Se dovessi giocare con il trequartista non è il mio trequarti ideale, però sono delle valutazioni che avrò modo di fare, anche perché questa è una squadra che giocherà con il 433 o il 352″.

DIFESA – “Voglio una squadra che faccia la fase di non possesso in cui ognuno con le sue caratteristiche deve aiutare. La squadra si deve compattare, deve occupare meglio il campo e stare più stretta. Cercherò di alzare la linea difensiva con coraggio, ma il lavoro deve esserci anche in fase di prima pressione degli attaccanti per tenere la squadra in 35 metri”.

ASPETTO FISICO – “Abbiamo analizzato tutti i dati. Non mi passa per la testa giudicare il lavoro su chi c’è stato, ma so cosa ci serve da qui alla fine e ho già visto dove si può migliorare. Abbiamo avuto già dati diversi, anche se servirà massima prudenza ad alzare i carichi di lavoro perché ci sono da prevenire gli infortuni. Non c’è tanto tempo e servirà alzare alcuni valori in maniera tattica con esercitazioni a tema sul campo”.

ANTENUCCI – “Io e Antenucci abbiamo litigato in un Bari-Catania in cui ero in panchina e per questo lo manderò in tribuna (ride, ndr). A parte gli scherzi, la sua storia dice tutto e il suo ruolo rimane tale. Devo essere bravo io nella gestione del ragazzo, ma al di là di questo è molto facile avere un buon rapporto con lui. Ha tanta voglia di continuare a dare il massimo e prova ne é che ieri volevo risparmiargli la partita finale, ma lui si è imposto perché voleva farla a tutti i costi. Non sto a guardare che ha quarant’anni, ma quanto può essere importante”.

SCELTA – “Non sono uno che sta tanto a ragionare sulle situazioni. Avevo altri diciassette mesi di contratto con il Lecco e potevo stare benissimo a pescare nel fiume per un bel po’ di tempo, ma la mia volontà è stata di venire qui perché mi immagino la SPAL da un’altra parte. Lavorerò per cercare di fare in modo di uscire da questa situazione poi giustamente a fine anno tireremo le somme”.

PORTE APERTE – “Io non ho problemi a mantenere le porte aperte nei primi giorni della settimana, poi più si avvicina il weekend è più è giusto essere un po’ più riservati proprio perché si provano determinati schemi o situazioni da palla inattiva”.

STAFF – “Ho sempre lavorato con determinate persone non perché non mi fidi, ma perché non voglio allenare uno nuovo staff. Gemignani è il preparatore atletico, Bertaccini è quello dei portieri, Mularoni è l’allenatore in seconda e Claiton è un mio collaboratore. Io non ho detto al direttore di mandare via le altre persone presenti ma ho fatto in modo che i due staff si integrassero”.

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