Una SPAL attenta e concentrata vince con merito 1-0 in casa della Pianese, dando un po’ di ossigeno a una classifica che resta ancora tremendamente complessa, e torna così ad assaporare il piacere di una vittoria che mancava da due mesi.
Viste le squalifiche di Antenucci e Mignanelli, Baldini cambia ancora la sua SPAL che scende in campo con il 3-5-2: in porta Galeotti, Nador al centro della difesa con Bruscagin alla sua destra e Fiordaliso alla sua sinistra, Radrezza è il centrale di centrocampo con Paghera interno destro e Zammarini interno sinistro, gli esterni a tutta fascia sono Iglio a destra e D’Orazio a sinistra, Molina è il riferimento offensivo con Parigini a supporto.
La SPAL approccia la partita con la giusta determinazione: la fase di non possesso inizia con la pressione dei due attaccanti sui centrali della difesa toscana e il supporto sui costruttori del gioco da parte di Paghera e Zammarini. A esclusione degli ultimi quindici minuti del primo tempo, la SPAL ha tenuto sempre il baricentro piuttosto alto facilitando il recupero dei palloni grazie alla densità sulla linea mediana e ai raddoppi sui portatori di palla. Gli esterni si sono disimpegnati bene, con ripiegamenti profondi sulle discese sulle corsie esterne da parte dei bianconeri. Quando la squadra di Formisano ha cercato la costruzione del gioco palla a terra la difesa spallina si è mossa con attenzione, dimostrandosi puntuale nelle uscite sui portatori di palla e attenta sui raddoppi, mentre sulla ricorrente giocata lunga il trio difensivo scelto da Baldini non è mai andato realmente in difficoltà.
La grande novità della serata di Piancastagnaio (e della stagione) è stata la fase di possesso: la SPAL ha cercato molto la verticalità, ma a differenza di altre occasioni è sembrato un gioco verticale ragionato. La fase di impostazione è passata principalmente da Radrezza, che ha spesso cercato Molina con giocate rapide a scavalcare il centrocampo. La presenza a ridosso dell’argentino di Parigini e D’Orazio ha quindi consentito alla SPAL il possesso sulla seconda palla e il completamento dello sviluppo offensivo, sia coinvolgendo le catene esterne sia cercando la verticalizzazione in area per gli inserimenti di Paghera e Zammarini. Il baricentro alto ha inoltre dato modo a Fiordaliso di sostenere l’azione offensiva sul lato sinistro lasciato sguarnito da D’Orazio che ha spesso accentrato la sua posizione. Sulla catena di destra Iglio ha dato sostegno continuo, accentrando la sua posizione negli ultimi quindici metri.
Il primo tempo è stato abbastanza equilibrato, sebbene la SPAL sia risultata maggiormente pericolosa rispetto alla Pianese a cui sono state concesse solo un paio di conclusioni dalla lunga distanza. Nella ripresa la SPAL ha alzato ulteriormente la propria pressione e ha collezionato una serie di occasioni da rete nitide, non concretizzate per imprecisione e per la bravura del portiere Boer. Dopo il gol del vantaggio siglato da Molina su calcio di rigore la SPAL non ha cambiato il proprio gioco e in almeno altre tre occasioni è andata a millimetri dal raddoppio.
Cosa ha funzionato:
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L’approccio alla partita della squadra è stato molto buono: squadra corta e aggressiva, baricentro alto, corsa e intensità. Messe in campo queste caratteristiche, anche la scelta di schierare la squadra con il 3-5-2 è risultata vincente: su un campo stretto e contro un avversario alla costante ricerca dei lanci lunghi questo schieramento ha messo la linea difensiva a proprio agio e creato densità in mezzo al campo.
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Finalmente (e per la prima volta in stagione) il pacchetto difensivo ha lavorato bene: Bruscagin ha fornito una prova attenta e badato al sodo, Fiordaliso si dimostra un difensore affidabile: determinato, efficace sia nel gioco aereo sia nel contrastare i fraseggi rapidi, e Nador come centrale di difesa è riuscito a leggere bene le situazioni sui raddoppi o le chiusure esterne.
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Degne di nota alcune prestazioni individuali. Molina ha lottato e ripulito molti palloni, si è reso pericoloso sotto porta, e ha realizzato un calcio di rigore pesante. Iglio è stata una piacevole scoperta (non giocava da quasi un anno): ha lavorato bene sulla corsia di destra, e specialmente in fase offensiva si è fatto trovare presente (e pericoloso). Radrezza è sempre più centrale nella SPAL di Baldini e anche a Piancastagnaio ha guidato la squadra con leadership ed equilibrio.
Cosa non ha funzionato:
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Sotto il profilo tattico deve migliorare la fase di attacco all’area di rigore dei giocatori senza palla: soprattutto nelle situazioni nelle quali la SPAL è in possesso al limite dell’area di rigore avversaria mancano quei movimenti a inserirsi che potrebbero essere premiati con una verticalizzazione, oppure che potrebbero aiutare la rottura delle posizioni avversarie in non possesso e liberare spazio per la conclusione in porta;
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Gli sviluppi su palla inattiva: che siano calci d’angolo (nelle ultime giornate la SPAL ne colleziona molti) o calci di punizione dalla media distanza, gli uomini di Baldini non riescono a rendersi particolarmente pericolosi. Le palle inattive sono un fattore e la SPAL deve necessariamente imparare a creare pericolosità da queste situazioni anche senza Arena.
Non è purtroppo una vittoria a cambiare una situazione che resta sportivamente drammatica, ma è allo stesso modo vero che una scintilla di vita la SPAL la porta con sé da Piancastagnaio. Con una situazione di classifica che resta complessa, lo spettro della retrocessione diretta sempre dietro l’angolo e la salvezza diretta un miraggio, lunedì 17 marzo la SPAL ospiterà la Ternana: una squadra forte, veloce e molto dotata tecnicamente. Pensare che basti ripetere la prestazione vista contro la Pianese per fare punti contro gli umbri sarebbe scriteriato dato l’abisso che separa le due formazioni, ma se scintilla c’è stata ora sta a Baldini e ai suoi uomini trasformarla in fiamma.
— Andrea Coletta, 41 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.