Una prestazione solida e con un buon indice di pericolosità in attacco purtroppo non è bastata alla SPAL per tornare da Sassari con tre punti in tasca. Lo 0-0 del “Vanni Sanna” contro la Torres lascia tanti rimpianti, ma soprattutto vale il terz’ultimo posto in classifica a causa dello svantaggio negli scontri diretti col Milan Futuro.
Assenze e acciacchi costringono Baldini ad adottare nuove soluzioni per la partita in terra sarda e il tecnico toscano opta per schierare i suoi con il 3-4-3: in porta il rientrante Galeotti, difesa formata da Arena, Bruscagin e Fiordaliso, Calapai, Awua, Nador e Mignanelli a centrocampo, Parigini, Spini e Molina formano il tridente offensivo.
In fase di non possesso la SPAL affida a Molina la prima pressione, con Spini e Parigini in sostegno sulle rare costruzioni dal basso dei sardi i quali, ricorrendo con frequenza alla giocata lunga, portano la squadra di Baldini a giocare la partita uomo su uomo. La linea difensiva spallina tiene la linea aggressiva sugli attaccanti sardi e con buona costanza riesce ad anticiparli. La presenza di Awua e Nador in mediana alza di molto la capacità interdittiva e di recupero della seconda palla, spegnendo di fatto la maggior parte delle azioni della Torres. Sulle corsie esterne Calapai e Mignanelli hanno costituito una linea a cinque, nella quale il laterale ex Juve Stabia è stato severamente impegnato dall’esplosività di Varela. Buono il supporto degli esterni d’attacco, con Spini e Parigini che si sono spesso abbassati sulla linea mediana per creare densità. Se si esclude un quarto d’ora nel primo nel quale la Torres è riuscita a beneficiare di alcuni errori in costruzione della SPAL per ripartire in campo aperto, i sardi non sono mai stati realmente pericolosi dalle parti di Galeotti.
In fase di possesso la SPAL ha affidato la costruzione ai braccetti difensivi Arena e Fiordaliso, i quali hanno cercato di saltare il centrocampo avversario ricercando delle palle lunghe sui tre attaccanti spallini. La precisione di tali giocate è stata buona, consentendo alla SPAL di ricercare la costruzione palla a terra a trenta metri dalla porta. Il lavoro di Molina è stato positivo: l’argentino ha controllato molti palloni e guadagnato diversi falli, utili a garantire alla squadra un corretto riposizionamento, rendendosi pericoloso in almeno tre occasioni. Parigini e Spini sono riusciti ad essere all’interno del gioco e proporsi con costanza: frequenti le discese di Calapai e Mignanelli, con l’ex difensore della Casertana che è riuscito a essere più efficace del solito. Quando il gioco è stato costruito palla a terra Nador è stato il riferimento principale per la linea difensiva, con il togolese che è comunque andato alla ricerca degli attaccanti esterni per gli sviluppi offensivi. L’ingresso di Rao per Spini nella seconda frazione di gioco non ha modificato l’assetto tattico, ma ha aumentato la pericolosità della SPAL. Peccato che questo non sia coinciso con un’adeguata finalizzazione. Sono state almeno quattro le occasioni avute dal giovane attaccante, bravo a farsi trovare libero ma pessimo in conclusione (al netto di un rigore evidente non visto dall’arbitro signor Aldi).
Cosa ha funzionato:
* In casa della terza della classe la SPAL ha fatto una prestazione di grande solidità difensiva: Bruscagin ha guidato bene la difesa agendo da centrale, Arena e Fiordaliso hanno lavorato bene in marcatura e in copertura, spegnendo la pericolosità degli avversari.
* La squadra di Baldini è stata pericolosa in fase offensiva, traendo beneficio dalla presenza di Molina e dalla reattività di Spini/Rao e Parigini, riuscendo a anche sopperire all’assenza di centrocampisti abili negli inserimenti.
* La prestazione di Molina è stata solida: ha conteso e conquistato molti palloni lunghi, ha aiutato lo sviluppo della manovra ed è stato presente sotto porta. Gli è mancato il gol, ma per caratteristiche e attitudine oggi sembra un giocatore imprescindibile per l’attacco della SPAL.
Cosa non ha funzionato:
* In una partita nella quale la difesa ha lavorato bene e l’attacco si è reso pericoloso a più riprese, è proprio la mancanza del gol a rappresentare un elemento fortemente negativo. Che si tratti di poca lucidità, di scelte sbagliate o troppo complesse, in questo frangente bisogna necessariamente essere cattivi e determinati sotto porta, perché quella contro la Torres è solo l’ultima di una serie di partite nelle quali la SPAL non ha raccolto per quanto prodotto. E questo pesa, in termini di punti, al pari delle amnesie difensive.
* Con la salvezza diretta che è ormai sfuggita, la SPAL deve cercare di capitalizzare il massimo dei punti possibili nelle prossime tre gare per cercare di portare a nove i punti di vantaggio sulla penultima e provare, all’ultimo respiro, a evitare i play-out (al momento il vantaggio sul Sestri Levante è di quattro). Questo senza dimenticare che il calendario non gioca a favore della squadra di Baldini e sabato 12 aprile il Paolo Mazza ospiterà il Pontedera. La gara di andata, e le cinque sberle subite, gridano vendetta: la speranza è quella di vedere in campo una squadra che sappia finalmente sfruttare il fattore campo, che dia continuità alla buona prestazione ed alla solidità messa in campo in Sardegna, lavorando per cercare di essere più incisiva sotto porta, inseguendo l’ultima esigua speranza di mantenere la categoria.
— Andrea Coletta, 41 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.