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Dopo giorni di spia rossa della riserva accesa, la meravigliosa macchina della Mobyt ha finito definitivamente la benzina. Il parcheggio a bordo strada non sminuisce un’annata comunque al di sopra di ogni aspettativa. Inutile, nelle righe del commiato, rimestare nel cassetto dei rimpianti, con quel ben di dio – Benfatto, Infanti e Flamini – seduto mestamente a bordo campo anche nell’ultimo atto. La Mobyt di oggi è stata una squadra con meno frecce in faretra, ma con la stessa voglia di giocarsela fino all’ultima stilla di sudore. Anche nel momento in cui va metabolizzata la sconfitta, ciò che rimane negli occhi di tutti è il cuore di un gruppo che ha fatto emozionare per un’intera stagione.

Che servisse un’impresa lo sapevano anche i muri. Anche perché dopo il mini passaggio a vuoto – in gran parte indotto – di gara3, Mantova si è ripresentata al PalaMIT2B con l’adrenalina a mille. Ferrara, finché ha potuto, ha vissuto una serata sul filo del rasoio. Poi ha abdicato. Con onore. Ricoperta dall’affetto del più bel pubblico della Silver (per numeri e calore). La partenza forte di Mantova non stupisce nessuno. I lombardi puniscono sistematicamente con i giochi a due. Anche la Mobyt prova a metterci energia con Amici e Jennings, ma i biancorossi sono indiavolati. Losi si ritrova la palla in mano dopo un flipper, e spara la tripla del +5 (5-10). Nardi all’inizio francobolla Ferri (il biancoazzurro più pericoloso in gara3). Spizzichini ne ha, e schiaccia sull’acceleratore, ma la Dinamica è micidiale con il tagliante sul lato debole. A Ferrara però non entrano i tiri da fuori, anche quando sono ben costruiti (al primo riposo, un terribile 1/10); e vicino al ferro, si sa, bisogna alzare le parabole. Chiamato in causa Casadei, che regala un paio di perle d’esperienza. Però di là Nardi non sbaglia un colpo.

Si riparte, ed è gol di Ferri da tre punti dopo bella circolazione. Gioco a due Jennings-Casadei, ed è pareggio a quota 18. Su Mays continua la marcatura modello Gentile/Zico ai mondiali di Spagna, ma Julius prova comunque a mettersi in partita. Mantova rimette la testa avanti sulle giocate di pura energia di Pignatti (appoggio e rubata con schiacciata). Di contro, l’attacco biancoazzurro ha perso fluidità; un paio di palle lanciate nel nulla per incomprensioni. Riallungo ospite al 15’ (18-26). La Mobyt prova a resistere, con cuore e testa, però arriva il 3° fallo di Amici prima dell’intervallo; brutto affare. Appena Ferri e compagni fanno una cosa buona in attacco, poi Mantova trova un tiro velocissimo; micidiali nel contropiede da canestro subito, e micidiali nel punire ogni minimo errore della difesa (Nardi la mette anche da lontano). L’ultimo squillo di un primo tempo più intenso che bello è però di Casadei dall’arco.

Subito Ranuzzi con la bomba. La Dinamica alza il ritmo al rientro, ma Spizzichini risponde con straordinaria intensità: penetrazione cattiva, poi tripla con fallo aggiuntivo. Anche Ferri, sullo scarico, apre il canestro da tre, ma Losi ricaccia in gola l’urlo dei 2500 del PalaMIT2B. E’ un attimo, perché quell’urlo esplode sul triplone di Julius Mays. Mobyt di nuovo a -2. Mantova però è ancora una volta chirurgica nel riprendere la maniglia del match. La Dinamica resiste dietro, e riallunga con il solito missile di Jordan Losi, da lontanissimo e con la mano in faccia. Stessa sorte per il tiro di Lamma: Mantova vola a +10 (56-46), quando ha seduto in panchina il suo uomo migliore. Bomba del capitano: a Ferrara bisogna vincerla, perché la Mobyt non la regala. Il problema è che la coperta offensiva biancoazzurra è sempre corta: con Mays ai margini del match, non c’è pericolosità perimetrale su più fronti, e in area pitturata Jefferson è un vero intimidatore. Ferrara è ai limiti delle sue possibilità; appena rifiata, la Dinamica punisce. Bomba di Alibegovic, appoggio di Pignatti dopo un rimbalzo offensivo facile facile. A meno di 7’ dal termine partita in pieno controllo dei lombardi: 63-51. Losi sente odore del sangue, e affonda il coltello: tripla da casa sua! Il canestro Mobyt è una bacinella, tutti vi si infilano. Ferri, Jennings e Spizzichini provano a non arrendersi, ma la Dinamica ha troppo vento in poppa. La Mobyt ha raschiato tutto ciò che c’era nel suo meraviglioso barile. Nel finale, teso senza necessità, brilla anche la luce del futuro di Matteo Ghirelli, mentre Mantova vola meritatamente in finale. Il suo 4/4 ai liberi è forse la più bella fotografia di un’annata pulita.

MOBYT FERRARA – DINAMICA GENERALE MANTOVA 63 – 76
(13-18), (30-35), (48-56)

MOBYT FERRARA: Bottioni, Spizzichini 13, Amici 4, Ferri 14, Casadei 7, Andreaus, Pipitone, Jennings 14, Ghirelli 4, Mays 7. All.re Furlani.
DINAMICA GENERALE MANTOVA: Vecchio ne, Jefferson 15, Lamma 6, Clemente 4, Ranuzzi 9, Nardi 16, Alibegovic 3, Pignatti 9, Allodi, Losi 14. All.re Morea.