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E’ stata una prestazione a tutto campo quella offerta da coach Adriano Furlani durante la diretta televisiva di Basket In…, in onda su Telestense nella serata di lunedì. Di fronte alle domande del duo Salvadego-Cavina il tecnico biancazzurro ha ripercorso tutti i momenti salienti – compresi i più difficili – di una stagione complicata, ma anche ricca di grandi emozioni. Di seguito i passaggi più importanti.

IL BILANCIO DELLA STAGIONE – “[…] Abbiamo dato tutto per provare ad andare avanti in questa stagione, senza arrenderci mai. I playoff sono stati davvero intensi. A partire dalla serie contro Ravenna, tutte le gare sono state davvero di un’intensità fuori dal normale, proprio come ci si aspetta da una serie di playoff, e hanno dato un coinvolgimento emotivo molto forte, sia per i ragazzi in campo che per il nostro pubblico, sembra di essere ritornati indietro nel tempo a qualche anno fa. Vorrei fare un grande ringraziamento ai tifosi per il sostegno che ci hanno sempre dato: i numeri parlano chiaro, ma soprattutto li ringrazio per il lungo e sentito applauso che hanno tributato ai ragazzi dopo la sconfitta di Gara 4 contro Mantova. Sintomo che la Ferrara cestistica è sveglia e presente”.

GLI OBIETTIVI DI BULGARELLI – “Durante la scorsa estate Bulgarelli aveva fissato la salvezza come obiettivo, ma poi, visto il potenziale tattico, tecnico e personale di questi ragazzi, il presidente ci ha preso gusto, cominciando a mirare più in alto. Quest’anno ha fatto grandi sacrifici: per permettere di essere e restare competitivi anche dopo i numerosi infortuni accorsi, si è e ha speso molto, investendo su due innesti di cui uno si è rivelato molto importante, mentre l’altro, purtroppo e senza dare la colpa a nessuno, è stato un attimo più sfortunato”.

L’IMPATTO DEGLI INFORTUNI – “Più che fare ipotesi su cosa avremmo potuto fare senza infortuni, vorrei prendere atto di cosa hanno fatto questi ragazzi. Perché senza il valore aggiunto della moralità, molte altre squadre non sarebbero riuscite a fare quello che i miei ragazzi hanno fatto. Questo è un gruppo molto coeso, in cui uno zoccolo duro dello spogliatoio è riuscito a tenere salda la moralità e la compattezza di tutta la squadra. La squadra ha saputo reinventarsi e rialzarsi davanti ad ogni ostacolo, disputando una stagione importante”.

CASADEI – “Nessuno si aspettava un suo rientro, ma durante l’infortunio Daniele è diventato uno psicolabile (ride) e ha sempre detto che sarebbe tornato in campo, operativo, per i playoff. E così è stato, contro tutti i pronostici. La prima volta che ho deciso di metterlo in campo, con lui, avevo detto che non mi sarei aspettato troppo, di non strafare per non rischiare di aggravare le sue condizioni, ma lui, quella sera e tutte le successive, ha dato tutto quello che aveva alla squadra. Forse qualcosa di più, forse oltrepassando il limite, ma questo è Daniele Casadei. Ora però è il momento per Casa di finire il percorso di riabilitazione e di rafforzamento dell’articolazione dopo l’operazione, durante quest’estate.”

FLAMINI – “[…] Era il giocatore che ci avrebbe potuto dare esperienza, intensità e lucidità. Mi ricordo che nella partita di Casalpusterlengo, che io ho visto bene anche perché sono stato espulso, Simone ha regalato un paio di tiri ai compagni con tanti metri di spazio, grazie alla sua visione di gioco superiore. È un giocatore che nei momenti importanti sa giocare per sé, ma soprattutto per la squadra. Le sue capacità difensive sono quasi illegali per questa categoria. Sarebbe stato pronto anche lui per rientrare nelle ultime due partite contro Mantova, ma non abbiamo voluto insistere perché la salute del giocatore viene prima di tutto”.

GLI AMERICANI – “Il primo anno all’estero, per un giocatore uscito dal college, è sempre molto difficile per tutta una serie di ragioni. Posso dire che questi due ragazzi hanno qualità molto diverse: Mays è un grande conoscitore di pallacanestro, forse limitato da un fisico non eccezionale, ma è un giocatore tutto da scoprire nel ruolo di playmaker. D’altro canto Jennings ha delle doti fisiche, un’esplosività e una coordinazione fuori dal normale, ma è sicuramente più acerbo di Julius. Entrambi, comunque, hanno fatto un percorso di crescita enorme insieme a tutta la squadra. Mays è partito alla grande fin dall’inizio, ma si è spento nel finale, rimanendo totalmente fuori dalla serie contro Mantova; Jennings, invece, nonostante tutte le parole non certo lusinghiere che sono state spese in alcune occasioni durante l’anno, si è dimostrato efficacissimo nella seconda parte della stagione diventando una pedina fondamentale per la buona riuscita delle cinque partita contro Ravenna”.

L’APPORTO DEI GIOVANI(SSIMI) – “Come già detto più volte nelle interviste scorse mi sembra doveroso fare un enorme ringraziamento ai ragazzi che hanno sempre dato la loro disponibilità pur venendo anche da fuori Ferrara e in questo caso ringrazio anche le società di Argenta e la 4 Torri. Il loro apporto è stato fondamentale per continuare, nonostante il roster ridotto, a fare degli allenamenti seri e di intensità. Per quanto riguarda le soddisfazioni sul campo, io ho dato la possibilità ad un ragazzo come Ghirelli di dimostrare le proprie capacità giocando qualche minuto in campionato e direi che il ragazzo ha risposto piuttosto bene. L’anno scorso non era riuscito ad integrarsi nel suo gruppo giovanile, ma quest’anno a seguito della nostra telefonata, lui ha risposto ‘Ci provo’ e ha dimostrato ampiamente di essere un ottimo prospetto. Fisicamente è tutto da costruire, ma ha doti tattico-tecniche da tenere in considerazione. A questo proposito vorrei spendere due parole su un argomento che mi sembra molto importante: il settore giovanile di una squadra serve a far crescere dei giovani che vengano poi utilizzati dalla prima squadra, o comunque da lanciare nel mondo della pallacanestro vera e propria. Questo è possibile solamente se il settore giovanile è solido e, soprattutto, unitario, altrimenti si vengono a creare inutili attriti e invidie che non vanno nella direzione giusta. Continuare ad avere tante società di settore giovanile e continuare ad iscrivere le squadre a campionati zonali, non forma dei giocatori con le caratteristiche che servono ad un campionato semi o professionistico”

IL FUTURO  – “Per quanto riguarda il futuro, lo staff tecnico è praticamente del tutto confermato. Cioè, le firme sui contratti ci sono già, ma questi sono pezzi di carta che possono essere stracciati in ogni momento. La cosa fondamentale per guardare al futuro è se, le varie parti, vogliono perseguire un’idea comune. Quest’anno è andato bene e per dare continuità a ciò, bisognerebbe mantenere certi standard, anche per continuare ad avere il pubblico di quest’anno. Per fare questo però è necessario che anche la città si attivi: oltre al pubblico, infatti, si sta cercando di trovare degli sponsor che possano affiancare Fabio Bulgarelli nella gestione economica della squadra, visto che quest’anno ha speso davvero tante risorse, sia monetarie sia fisiche e psicologiche. La prossima annata sarà probabilmente un anno di transizione: la Lega ha avanzato una proposta per cui, tra due anni, non ci sarà più la divisione tra Gold e Silver, ma tornerà la vecchia LegaDue storica, tanto cara al Basket Club Ferrara. Ora dovrà passare al vaglio della Federazione la quale, vista la situazione economica nazionale di questo periodo storico, sta aspettando la fine di tutti i campionati per vedere quali squadre avranno le possibilità economiche necessarie ad iscriversi nei prossimi anni, prima di deliberare in merito a ciò. L’anno prossimo quindi, in base a tutti i fattori elencati prima, bisognerà scegliere sull’intraprendere due strade diverse: o fare una squadra con un budget basso per salvarsi, non finire nelle ultime tre posizioni e passare in LegaDue unica; oppure spender un pochino di più in termini economici e puntare più in alto. Per adesso ci sono già alcuni giocatori che hanno il contratto firmato per l’anno prossimo e rispondono al nome di Benfatto, Ferri, Casadei e Bottioni, che saremo quasi sicuri di vedere per un altro anno a Ferrara. Spizzichini è un giocatore cresciutissimo in queste ultime stagioni, che io stimo molto e che vorrei tenere. C’è però un problema: l’anno prossimo diventerà un senior e probabilmente tornerà alla sua società di appartenenza, la Virtus Bologna, cosa che gli auguro con tutto il cuore perché vorrebbe dire partecipare ad un campionato di altissimo livello. Andreaus è un gran ragazzo sia dal punto di vista umano che da quello di stare in campo: quest’anno non ha forse avuto da me le risposte che si aspettava, visto i pochi minuti che ha avuto a disposizione, e non posso che condividere la sua eventuale scelta di andare via. Certo è che, se si vuole continuare sulla falsariga della stagione appena conclusa, io personalmente cambierei il meno possibile, perché questo è un gruppo ormai consolidato, che conosce il mio metodo e quindi si potrebbe continuare il percorso fatto quest’anno”.